Biografie della Resistenza Italiana          

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pallanimred.gif (323 byte) Leopoldo Fagnani ("Poldino")

Nacque a Sedriano (Milano) il 19 febbraio 1922 da una famiglia contadina. Dopo aver frequentato le scuole elementari a Sedriano e le medie a Vigevano, conseguì presso il Regio Istituto Tecnico Feltrinelli di Milano il diploma di perito elettrotecnico. Chiamato alle armi entrò in Marina e ottenne il grado di Sottotenente del Genio Navale. I fatti dell’ 8 settembre lo colsero a Pola; nei giorni che videro la dissoluzione dell’esercito fece ritorno al proprio paese per darsi subito alla macchia. Si unì alle prime bande partigiane formatesi lungo le boscaglie del Ticino e iniziò immediatamente a compiere azioni di sabotaggio. Quando nel giugno del 1944 cominciò a essere organizzato il movimento sappista della zona, strinse rapporti con il Commissario politico del Partito comunista Carlo Chiappa, anch’egli nativo di Sedriano, e divenne, nonostante la sua fede politica monarchica, il punto di riferimento per lo smistamento della stampa clandestina nei tre distaccamenti appartenenti alla 168^ Brigata Garibaldi in via di costituzione. La mattina del 9 agosto, dietro una "soffiata", fu arrestato dalla polizia fascista presso la sua abitazione e tradotto prima al carcere di Legnano, successivamente al San Vittore di Milano. La sera del 31 agosto, dopo essere stato barbaramente torturato, fu condotto con altri cinque uomini a Cassinino, nei pressi di Pavia, dove venne fucilato e abbandonato senza documenti di riconoscimento. Nei giorni successivi Lia Tomici, una partigiana pavese venuta a conoscenza delle fucilazioni, si recò all’obitorio di Pavia e con l’appoggio di una suora dichiarò, chiaramente mentendo, di essere una parente del giovane. Il corpo di "Poldino" ebbe così una prima sepoltura a Pavia grazie ai partigiani della zona. A guerra conclusa sarà poi la stessa partigiana Lia Tomici a rintracciare il paese di provenienza del giovane e la rispettiva famiglia. Il 15 giugno 1945 la salma di Leopoldo Fagnani fece ritorno a Sedriano, la cui strada principale porta ancora oggi il suo nome.

(a cura di Massimiliano Tenconi)

 

pallanimred.gif (323 byte) Armando Fedeli

Nato a Perugia nel 1898. In origine operaio, aderì nel 1921 al movimento comunista. Arrestato nel 1928 fu condannato dal Tribunale speciale a 13 anni di carcere. Liberato nel 1934 per amnistia, espatriò in Francia. Partecipò alla guerra civile spagnola nelle file delle Brigate internazionali. Arrestato nel 1940 in Francia fu consegnato alle autorità italiane. Liberato da Ventotene nell'agosto 1943, nell'inverno 1943-'44 diresse la lotta partigiana in Umbria. Deputato alla Costituente, ha fatto parte del Senato dal 1948 al 1958. E' stato anche membro della Commissione centrale di controllo del PCI.

 

pallanimred.gif (323 byte) Franco Ferri.

Docente universitario. Nato a Roma il 20 agosto del 1922. Laureato in Lettere, allievo della Scuola normale superiore di Pisa. Ebbe i primi contatti con il PCI nel '41. Trasferitosi a Roma, dopo l'armistizio entrò nelle file della Resistenza, aderendo ai GAP. Arrestato, fu torturato dalla banda Koch. Dopo la liberazione della capitale, si arruolò volontario nei Gruppi di combattimento "Cremona", prendendo parte alle operazioni belliche sul fronte del Senio, dove rimase ferito. Per la sua attività partigiana è stato decorato con medaglia d'argento al valor militare. Nel dopoguerra è stato membro del Comitato centrale del PCI e direttore dell'Istituto Gramsci. Ha insegnato all'Università di Messina e ha pubblicato vari saggi sulla storia del movimento operaio e del PCI.

 

pallanimred.gif (323 byte) Mario Fiorentini

Docente universitario. Nato a Roma il 7 novembre del 1918 da Pacifico e da Maria Moscatelli. Sposato con Lucia Ottobrini. Ebreo, durante il Ventennio svolse attività clandestina in Giustizia e Libertà e nel PCI. Dopo il 25 luglio del '43, diede vita alla formazione "Gli Arditi del Popolo" insieme ad altri compagni, tra cui Fernando Norma, Antonio Cicalini, Antonello Trombadori e Lucia Ottobrini. Il 9 settembre, con Alcide Moretti e Adriano Ossicini, prese parte ai combattimenti di Porta San Paolo. Nell'ottobre del '43 formò e diresse i Gap centrali "A. Gramsci" e "Carlo Pisacane", con il nome di battaglia di "Giovanni", operando nella IV Zona. Prese parte a numerosi azioni, tra cui l'attacco di via Rasella e l'attacco al carcere di Regina Coeli. Dopo la liberazione di Roma, fu paracadutato al Nord, operando in Liguria, Emilia, Lombardia e Piemonte, come ufficiale di collegamento dell'OSS, il servizio segreto americano, con il nome di battaglia di "Dino". E' stato decorato con 3 medaglie d'argento al valor militare e 3 croci di guerra al merito, e con la medaglia della Special Force (GB) e la medaglia Donovan dell'OSS (Usa). Autodidatta, nel dopoguerra ha iniziato gli studi liceali e poi universitari, diventando docente di geometria superiore all'Università di Ferrara. I suoi studi di matematica sono stati ripresi e approfonditi da autorevoli specialisti in tutto il mondo.   

 

pallanimred.gif (323 byte) Gisella Floreanini

Nasce a Milano nel 1906. Laureatasi al Conservatorio, insegna musica. Fin dal 1929 inizia una forte, pressante e costante attività di antifascista con il nome di Amelia Valli.  Nel 1935 passa ad una forma di militanza politica attiva diretta nel Partito Socialista a cui si iscrive nel medesimo anno. Per la sua attività antifascista è costretta all’espatrio in Svizzera dove diviene responsabile della sezione italiana socialista di Ginevra. 
Nel 1941 aderisce al Partito Comunista d’Italia e, rientrata in Italia dopo l’8 settembre, prende attivamente parte alla lotta partigiana ed alla guerra antifascista. Durante i memorabile quaranta giorni della Repubblica partigiana dell’Ossola diviene Ministro dell’assistenza: è, così, la prima donna a ricoprire un incarico di governo nella penisola italiana (il primo ministro della repubblica italiana sarà l’on. democristiano Tina Anselmi che assumerà la responsabilità del dicastero del Lavoro e della previdenza sociale nel III governo Andreotti durante la fase della “solidarietà nazionale”). Quando le truppe dei nazisti tedeschi e dei repubblichini fascisti loro alleati provocarono la caduta della “zona libera” dell’Ossola, Floreanini si prodigò per trasferire in Svizzera il maggior numero di bambini possibile.  Continuò a partecipare alla guerra di liberazione come combattente delle Brigate garibaldine della Valsesia e assunse la responsabilità dell’organizzazione per la difesa della donna.  Il 25 aprile 1945 l’Italia è liberata e Gisella Floreanini venne nominata presidente del Comitato di Liberazione di Novara e viene decorata con la Medaglia d’oro della Resistenza.  Nel 1948 viene eletta alla Camera dei Deputati nelle liste del Fronte Democratico Popolare ed aderisce al gruppo parlamentare del Partito Comunista Italiano e nel 1953 verrà rieletta, sempre alla Camera, nelle liste elettorali del Pci.  Tra il 1962 e il 1972 fu dirigente dell’Udi (Unione Donne Italiane). Prestò la propria attività nell’Anpi e fu consigliere comunale a Domodossola e a Milano.
È morta a Milano nel 1993.

(a cura di  Luca Molinari)

 

pallanimred.gif (323 byte) Vittorio Foa

Nato il 18 Settembre 1910 a Torino da una famiglia di origine ebraica, nel 1931 si laurea in Giurisprudenza e due anni dopo entra nel movimento di Giustizia e Libertà. Inizia così per lui un periodo di attiva cospirazione e di forte impegno politico contro il regime fascista. Proprio in quegli anni, Mussolini stava preparando, con un'intensa azione militare, diplomatica e soprattutto propagandistica, l'aggressione all'Etiopia. Questo fu il momento di massimo consenso popolare per il Duce e il suo regime. Il 15 Maggio 1935 Vittorio Foa, all'età di 25 anni, viene arrestato su segnalazione di un confidente dell'O.V.R.A. e denunciato al Tribunale Speciale Fascista che lo condannerà a 15 anni di reclusione. Suoi compagni di cella saranno Ernesto Rossi, Riccardo Bauer e Massimo Mila. L'Antifascismo sarà sempre per lui un modo di pensare, di agire, di vivere. Uscirà dal carcere il 23 Agosto 1943, all'età di 33 anni. Il governo Mussolini era caduto il 25 Luglio, ma ci vollero gli scioperi di Milano e Torino e le pressioni dei commissari sindacali perché il nuovo capo di governo, il vecchio maresciallo Badoglio, si decidesse a liberare Foa e i suoi compagni. Dal settembre del 1943, raggiunta la libertà, partecipa attivamente alla Resistenza come dirigente del Partito d'Azione. Il convinto europeismo, la necessità di un forte decentramento e il sostegno ad un sistema elettorale maggioritario, erano alcune delle idee fondanti di quel partito, erede diretto del Socialismo liberale dei fratelli Rosselli. Il 2 Giugno 1946 Vittorio Foa viene eletto deputato all'Assemblea Costituente e membro della “Commissione dei 70”. Gli art. 39 e 40 della nostra Costituzione, sulla libertà e organizzazione sindacale e il diritto di sciopero, in aperta antitesi con i valori fascisti, sono anche opera sua.  Nel 1948 entra nella CGIL con incarichi di direzione dell'ufficio economico. Nel 1953 viene eletto deputato nelle liste del Partito Socialista e sarà confermato per altre due volte. Nel 1955 diventa segretario nazionale della FIOM e due anni dopo entra nella segreteria della CGIL. Nel 1970 Vittorio Foa decide di lasciare gli incarichi sindacali e di ritirarsi a studiare. Insegnerà Storia Contemporanea nelle Università di Modena e Torino, ma non cesserà di fornire il suo contributo al movimento operaio attraverso numerose pubblicazioni. Negli anni seguenti partecipa attivamente alle discussioni in atto nella sinistra italiana, che sfoceranno nella "svolta" di Occhetto del 1989. Il PCI si divide e Foa, che comunista non lo é mai stato, viene eletto senatore nel PDS nel 1991. Negli ultimi anni ha stabilito il suo domicilio a Formia (LT), dove vive con la compagna Sesa Tatò. L'11 Agosto del 1998, il Consiglio Comunale di Formia gli ha   conferito, all'unanimità, la cittadinanza onoraria "per meriti civili e culturali".

 

pallanimred.gif (323 byte) Giovanni Frignani

Tenente colonnello dei carabinieri, di 46 anni. Nato a Ravenna l'8 aprile 1897 da Angelo e da Eugenia Savini. Sposato con Lina Castellani, aveva un figlio (Paolo). A 18 anni, nel maggio del ‘15, si arruolò come volontario nell'esercito e all’inizio partecipò alla guerra nel Corpo Nazionale Volontari Ciclisti. Ammesso alla Regia Accademia di fanteria e cavalleria, ne uscì con il grado di sottotenente. Nel giugno del ’18 combatté sul Piave e fu decorato con la medaglia di bronzo al valor militare. L’anno dopo fu trasferito all’Arma dei carabinieri, prestando servizio a Parma, a Medicina e a Trieste. Promosso capitano nel '29, fu chiamato a Roma come capo del servizio informazioni del Corpo d'Armata, incarico che rivestì per cinque anni. Comandò in seguito la Compagnia Tribunali e, con il grado di tenente colonnello, il Gruppo interno dei RR.CC. di Roma. Nel giugno del '43 entrò in possesso di documenti segreti tedeschi da cui risultava che Hitler considerava l'Italia come zona di occupazione; ne informò il duce che ordinò il suo trasferimento in Francia. Il provvedimento non fu mai eseguito. Il 25 luglio infatti, su ordine del re, lo stesso Frignani arrestò Mussolini, all'uscita da Villa Savoia. Dopo l'armistizio, aderì al Fronte militare clandestino di Montezemolo. Raccolse al suo fianco numerosi carabinieri, assistendoli e organizzandoli nella banda "Generale Caruso", della quale divenne il capo con il maggiore Ugo De Carolis e i capitani Raffaele Aversa e Carmelo Blundo. Catturato dai nazisti il 23 gennaio del '44 a casa della signora Elena Albini, in seguito a delazione della spia Aldo Di Prima, fu tradotto nel carcere di via Tasso, insieme alla moglie Lina e ai commilitoni Aversa e De Carolis. Rinchiuso nella cella n. 2, in compagnia del generale Martelli Castaldi, fu più volte torturato, anche in presenza della moglie. Fucilato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo. Medaglia d'oro al valor militare.

 

 

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