Biografie della Resistenza
Romana |
Manfredi Talamo Ufficiale dei carabinieri, di 48 anni. Nato a Castellamare di Stabia (Napoli) nel 1895. Tenente colonnello dei carabinieri, dal giugno del '38 fu assegnato al Servizio informazioni militari (SIM), a Roma. Dopo l'armistizio, entrò a far parte del Fronte Militare Clandestino guidato dal colonnello Montezemolo. Arrestato dalle SS tedesche, fu incarcerato e torturato, ma non rivelò i nomi dei compagni. Fu fucilato il 24 marzo del '44 per rappresaglia alle Fosse Ardeatine. Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Antonello Trombadori Nato a Roma nel 1917, figlio del pittore Francesco. Trascorre la giovinezza nella casa-studio di Villa Strohl-fern, entrando in contatto con molti artisti e letterati. Inizia molto presto a occuparsi di critica d'arte. Tra le riviste alle quali collabora, "La Ruota", "Primato", "Città", "Corrente", "Cinema". Antifascista, da' vita a un gruppo clandestino che organizza la fronda al regime dall'interno dei suoi giornali culturali e delle sue organizzazioni, come i Guf, dialogando con il movimento liberalsocialista e approdando poi al Pci. Ne fanno parte Pietro Amendola, Mario Alicata, Pietro Ingrao, Aldo Natoli, Paolo e Cesare Bufalini, Renato Guttuso, Carlo Salinari, Antonio Giolitti. Per questo motivo partecipa ai Littoriali nel 1937 e 1940. Nel 1941, scoperto, viene arrestato per cospirazione antifascista, deferito al Tribunale Speciale, e proposto per il confino, insieme ad altri venti studenti, tra i quali Paolo Bufalini, Antonio Giolitti, Gerardo Pampiglione. Mussolini, per ragioni di opportunità data la notorietà di alcune delle loro famiglie, decide di proscioglierli con atto di clemenza anche dalla pena del confino, "ad eccezione - comse si legge in una relazione della Direzione Generale della Pubblica Sicurezza - di Bufalini Paolo e Trombadori Antonello, non avendo questi ultimi dimostrato di essere pentiti del gesto insano commesso". Dopo il 25 luglio del '43, da' vita alla formazione "Gli Arditi del Popolo" insieme ad altri compagni, tra cui Mario Fiorentini, Fernando Norma, Antonio Cicalini e Lucia Ottobrini. La sera dell'8 settembre Trombadori, insieme con Luigi Longo, prende in consegna un piccolo carico d'armi messo a disposizione dal generale Carboni e lo distribuisce tra la popolazione. E' tra i pochi tentativi di dare una mano allai resistenza che i reparti dell'esercito rimasti in piedi e qualche gruppo di civili stavano opponendo ai tedeschi, soprattutto nel combattimento di Porta San Paolo. Collaboratore di Giorgio Amendola, nell'ottobre del '43 è uno degli organizzatori della Resistenza romana e, insieme ad Alfio Marchini, dei gruppi di azione partigiana, diventando comandante dei Gap Centrali romani. Arrestato dai tedeschi, il 2 febbraio del '44, viene rinchiuso nel carcere di via Tasso. Dovrà la vita ai compagni arrestati che, seviziati, non ne riveleranno l' identità. Trasferito nel braccio tedesco di Regina Coeli, si trova lì detenuto il 24 marzo del '44, la mattina in cui i nazisti irrompono nel carcere per prelevare quelli che sarebbero stati massacrati nel pomeriggio alle Fosse Ardeatine. Si salva solo perché il giorno prima ha avuto una forte febbre ed è ricoverato in infermeria. Nell'agosto del 1944, dopo la Liberazione di Roma, organizza la mostra "LArte contro la barbarie". Nel 1945 presenta lalbum di disegni di Guttuso "Gott mit uns". Amico di Rossellini e di Lizzani (è lui a presentarlo a Rossellini), li aiuta a realizzare il film "Roma Città Aperta". Dal 1945 al 1964 dirige il settimanale "Il Contemporaneo", curando la rubrica di critica d'arte. Membro del comitato centrale del Pci, è poi inviato dell'Unità nel Vietnam in guerra e viene eletto quattro volte deputato. Comunista togliattiano, a partire dal Sessantotto comincia un percorso che lo avvicina ai riformisti e lo porta a prendere le distanze dagli estremismi. Aderisce così alla corrente "migliorista" del Pci (insieme agli amici Paolo Bufalini, Maurizio Ferrara, Rosario Villari, Edoardo Perna), che dopo la morte di Giorgio Amendola ha come punto di riferimento politico Giorgio Napolitano. Quando Craxi diventa segretario del Psi, non apprezza il suo atteggiamento al tempo del rapimento di Aldo Moro, ma ne condivide poi la critica radicale al "comunismo reale" e la scelta occidentalizzante e riformista. Si avvicina perciò ai socialisti, ed è tra quelli che nel Pci avversa la campagna per la difesa della scala mobile. Muore nel '93, a Roma.
|