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        morto, 560 feriti,  301 arrestati o fermati, circa 50 miliardi di danni: ecco le
        cifre del "G8" parallelo che è andato in scena sulle strade di Genova da
        venerdì 20 a domenica 22 luglio (vedi cronologia). Tre
        giorni di discussioni  per i grandi della terra, tre giorni segnati in maniera
        tragica dalla violenza degli estremisti, dalla reazione rabbiosa e in troppi casi
        "sopra le righe" da parte della polizia e dei carabinieri e soprattutto
        dall'uccisione di uno dei contestatori, un ragazzo di 23 anni, Carlo
        Giuliani. Erano
        24 anni che in Italia non c'erano vittime di scontri di piazza: dall'uccisione di
        Giorgiana Masi,  il 12 maggio 1977 a Roma. Dopo la
        morte di Giuliani, le decisioni degli otto grandi vengono
        travolte dagli scontri di piazza e dalle durissime polemiche che seguono, con gli scambi
        di accuse tra il Genoa Social Forum
        e il Governo, e la perquisizione
        notturna e gli arresti presso la sede del Gsf. Nei giorni seguenti a fare il giro del
        mondo non sono solo le immagini delle violenze inaccettabili degli estremisti dei Black Bloc (le cosiddette tute nere), ma anche le immagini, i video e le testimonianze
        sulle violenze fisiche e verbali compiute da parte di alcuni elementi delle forze
        dell'ordine contro manifestanti pacifici, in particolare
        nella caserma di Bolzaneto. Il Viminale
        e la Procura di Genova aprono varie inchieste, il Parlamento
        nomina una commissione d'indagine e da varie parti (il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Amnesty International, la stampa mondiale, la federazione dei
        giornalisti, le opposizioni) si chiede di "fare piena luce" sulle vicende di
        Genova. E intanto il movimento dei No Global s'interroga sul
        futuro e dopo gli attentati in Usa, condanna duramente i terroristi e si schiera per la pace.   |