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Cronologia

(18-22 luglio 2001)

 

new_ani.gif (1015 byte) Diario del G8 (a cura di Marco D'Auria, Rainews)

18 luglio

L'anti G8 inizia nel modo migliore mercoledì notte con il concerto di Manu Chao: sono in ventimila a ballare e saltare con l'ex leader della Mano Negra.

19 luglio

Giovedì sfila il primo corteo degli anti-global con la manifestazione dei migranti. La marcia di cinquantamila persone si snoda per Genova senza problemi di ordine pubblico. Il Gsf incassa il successo, ma dal giorno dopo lo scenario e i commenti cambiano bruscamente.

20 luglio

Venerdì all'ora di pranzo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riceve i leader a Palazzo Ducale. Negli stessi minuti iniziano in città gli incidenti. A provocarli sono i black block, le Tute nere, che si muovono ai margini del movimento pacifista con l'unico obbiettivo di creare disordini. Non sono moltissimi, ma riescono nell'intento: dal primo Bancomat mandato in frantumi, Genova non sarà più la stessa.
Dentro la cittadella blidanta i grandi parlano di economia e lotta all'Aids, fuori è il caos. Le tute bianche e i militanti del Gsf marciano verso la zona rossa (in quattro riusciranno anche ad entrare) lungo le strade devastate dal passaggio degli anarchici. La tensione è alta, la situazione ormai fuori controllo. La polizia carica con durezza, si scontra anche con le tute bianche, che accuseranno di aver subito una vera e propria imboscata. In periferia i black bloc sfasciano tutto quello che trovano, assaltano anche il carcere di Marassi. Poco prima delle 18, alle 17.57, le agenzie battono la notizia: "C'è un ragazzo morto in piazza Alimonda". La notizia è confermata: in terra resta Carlo Giuliani, 23 anni di Roma ma residente a Genova, figlio di un ex sindacalista Cgil (ma l'identificazione arriva solo in tarda serata). A colpirlo a morte un carabiniere di vent'anni, assediato dentro una jeep assieme ad altri militari.

21 luglio

Il Gsf decide comunque di scendere in piazza sabato per manifestare in maniera pacifica contro l'oppressione della polizia. L'illusione di un corteo tranquillo dura poco: i black bloc ricompaiono, il servizio d'ordine dei militanti di Rifondazione e dei centri sociali non riesce a isolare i violenti. La manifestazione si trova stretta tra le cariche delle forze dell'ordine e la furia delle tute nere. La guerriglia si estende a tutta la città, il bilancio è pesante: altre centinaia di feriti, altre centinaia di arresti. Il leader dei centri sociali del Nordest, Casarini accusa: "Ci sono infiltrati della polizia nei cortei, abbiamo le prove".
Ma non è finita, nella notte la polizia fa irruzione in due scuole che ospitano il centro stampa del Gsf e un dormitorio dei contestatori. Il blitz porta a 93 fermati e 66 feriti e porta soprattutto uno scambio di accuse violentissimo tra forze dell'ordine e Gsf (dei 93 fermati, 15 sono stati rilasciati subito, per 10 sono stati confermati gli arresti ma sono stati subito scarcerati e per 66 i gip hanno ritenuto che non vi erano neanche i presupposti per procedere al loro arresto; soltanto per uno dei fermati alla ex Diaz è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere). Vittorio Agnoletto e gli altri parlano di "massacro, di pestaggio indiscriminato, di violenze senza senso e distruzioni". Le forze dell'ordine ribattono che "era una perquisizione per individuare black bloc nascosti nella scuola" e che "un agente è stato colpito da una coltellata". Molti dei fermati sono condotti alla caserma di Bolzaneto, dove si verificano episodi di violenza nei loro confronti da parte di elementi delle forze dell'ordine.

22 luglio

Il vertice ufficiale si chiude alle 12 di domenica con la foto ufficiale: i grandi varano un comunicato finale con il quale si impegnano a lottare contro la povertà e l'inquinamento (anche se sul vertice di Kyoto non c'è accordo), il presidente russo Putin e il suo collega statunitense Bush parlano di scudo spaziale e "fanno passi avanti".
Il premier canadese Jean Chretien annuncia che il prossimo vertice si svolgerà a Kananaskis, un paesino di montagna nella provincia di Alberta. Il G8 finisce con i portavoce del Gsf che ribadiscono le accuse alla polizia e al governo, che replicano con altre contro accuse.

( notizie tratte dal dossier di www.repubblica.it )

 

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