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Appello per una rivista storica sui movimenti antagonisti
Global
history? No, grazie!
Londa lunga di Seattle investe anche la storiografia nazionale.
Ottanta firmatari, in prevalenza giovani, hanno lanciato un appello per la costituzione di
una rivista di storia dei movimenti e dei conflitti sociali in epoca moderna e
contemporanea. Studiosi, ricercatori, storici del movimento operaio e delle culture
popolari, artisti e scrittori dicono anchessi il loro no ad uno dei tanti effetti
collaterali della globalizzazione: il "pensiero unico" applicato al fare
storia.
Stimolati dalla presenza del movimento anti-global e ritenendo che il
confronto con il presente e le domande che esso pone sia parte integrante dellagire
metodologico del mestiere di storico, i firmatari dellappello ritengono necessario
attivare un laboratorio culturale in grado di raccogliere quanti non si riconoscono nelle
tendenze oggi prevalenti allinterno delle discipline storiche: quella improntata
alluso mediatico, banalizzato e politico-istituzionale degli studi, e quella
speculare, e se si vuole più ideologica della prima, tendente alla
"deideologizzazione" della storiografia. "Non possiamo non notare
recita il documento che è in atto un tentativo di rivisitazione dello statuto
della disciplina che pare essere ispirato dallobiettivo (
) di
"riconciliare" gli italiani (fra loro e con il loro passato) e di
"educarli" ai valori del pensiero unico liberaldemocratico, relegando la
storia a mero strumento di formazione della coscienza civile nazionale."
Lintento dei promotori è quello di creare una rivista
innovativa, "informale", letta dallo specialista come dal cittadino dotato di
"senso critico". Una rivista che partendo dalla storia allarghi il
proprio orizzonte alle arti e alle culture (letteratura, cinema, nuovi media), spaziando
dalle tradizioni popolari alle subculture degli anni 80. Una rivista aperta
ma non neutrale, critica ma non faziosa; una rivista che sia,
insomma, anchessa "in movimento". Profilo extra-nazionale, taglio
interdisciplinare e percorso costitutivo "dal basso" sono i tre
"capisaldi" delliniziativa. La raccolta delle adesioni andrà avanti per
tutto il mese di febbraio. Lappello può essere letto alla pagina web:
http://www.comune.bologna.it/iperbole/asnsmp/appellorivista.html. Chi fosse interessato a
sottoscrivere lappello può richiederlo, insieme allapposito modulo di
adesione, allindirizzo di posta elettronica: rivistoriantago@libero.it.
Appello per una rivista per lo studio dei movimenti e dei conflitti
sociali in epoca moderna e contemporanea
Le sottoscritte e i sottoscritti firmatari sentono
lesigenza di costituire un luogo di discussione e approfondimento in cui dialogare e
dal quale poter intervenire nel più ampio dibattito sulla storia, il passato e i suoi usi
pubblici. Un laboratorio storiografico e, più in generale, culturale in
grado di raccogliere quanti non si riconoscono nelle tendenze oggi prevalenti
allinterno delle discipline storiche: quella improntata alluso mediatico,
banalizzato e politico-istituzionale degli studi (dibattito tra "revisionisti" e
"antirevisionisti" sulla base dello schieramento elettorale di appartenenza), e
quella speculare, e se si vuole più ideologica della prima, tendente alla
"deideologizzazione" della storiografia. Non possiamo non notare che è in atto
un tentativo di rivisitazione dello statuto della disciplina che pare essere ispirato
dallobiettivo tutto politico e interno ad una logica di lungo periodo
di "riconciliare" gli italiani (fra loro e con il loro passato) e di
"educarli" ai valori del pensiero unico liberaldemocratico, relegando la
storia a mero strumento di formazione della coscienza civile nazionale.
Ogni generazione interpreta il passato, ponendogli quesiti differenti,
in modo diverso dalle precedenti; attualizzandolo in modo più o meno consapevole, lo
ricodifica attraverso le lenti della propria esperienza e lo riosserva da punti di vista
le cui coordinate sono comunque individuabili nei contesti politico-culturali e nei gruppi
sociali di riferimento. Oggi stiamo attraversando una fase di grandi cambiamenti (anche
sul piano culturale) che richiede una riflessione generale soprattutto da parte
degli storici sulle letture più canoniche dell'età moderna e contemporanea,
andando oltre, se possibile, la dimensione nazionale.
A cominciare da Seattle, qualcosa ha ripreso ad
agitarsi nel mondo occidentale. Un qualcosa che raccoglie persone e generazioni diverse,
ha obiettivi "piccoli" e "grandi", se scomposto appare come una somma
di tanti organismi, diffida della politica mentre fa politica. Sul movimento si scrivono
libri, si aprono siti e collegamenti in rete, ne parla la televisione, ogni giornalista o
intellettuale "impegnato" ha la sua opinione. Stimolati dalla presenza di questo
soggetto conflittuale intenzionato a contrastare gli effetti della cosiddetta globalizzazione
e ritenendo che anche il confronto con il presente e le domande che esso pone sia parte
integrante dellagire metodologico della nostra professione, riteniamo sia necessario
attivare una rivista di studi storici che si occupi, prevalentemente, di conflitti sociali
e movimenti antagonisti in epoca moderna e contemporanea. Un luogo dal quale promuovere
ricerca, attivando un filone di studi in grado di riallacciarsi, alla luce del presente e
in una prospettiva internazionale e multidisciplinare (che spazi dallantropologia
alleconomia senza trascurare il pensiero politico-filosofico e la psicologia), alla
migliore tradizione di studi storici su classi, gruppi e soggetti conflittuali. Un ambito
settoriale che analizzi oltre a soggetti e comportamenti (pubblici e privati)
tradizionalmente studiati dalla storiografia del movimento operaio le molteplici
forme e figure dellantagonismo politico-sociale (e culturale), alcune delle quali
sino ad oggi rimaste sullo sfondo: lo spontaneismo populista e il ribellismo, i
dissidentismi allinterno degli stati autoritari/totalitari, leredità
dellazionismo e del socialismo libertario, il femminismo e i movimenti delle donne,
i conflitti generazionali, le lotte di liberazione anticoloniali, le cosiddette
"devianze" e "marginalità" sociali, le subculture, ecc.
Con lo scopo di confrontarci e di allargare le nostre conoscenze su
quanto esposto e in coerenza con limpostazione metodologica del progetto, vogliamo
ipotizzare un percorso costitutivo includente e il più aperto possibile. Una volta
raccolte le adesioni, si dovrebbe tenere in tempi relativamente stretti una
riunione in cui verificare le risorse disponibili, vagliare le proposte, discutere i
percorsi e, nel caso, definire programmaticamente e organizzativamente il progetto.
Ti chiediamo perciò di segnalare, fin da subito, oltre alla tua
adesione:
- a che titolo potresti prendere parte al progetto (sola discussione preliminare,
collaborazione saltuaria, collaborazione, responsabilità redazionali, direzione della
rivista, comitato scientifico);
- leventuale preferenza per lo svolgimento della riunione generale (un mese tra
marzo e giugno del 2002);
- eventuali suggerimenti in merito a forme (titolo e sottotitolo, pubblicazione cartacea o
telematica, periodicità), contenuti (taglio generale, estremi temporali e geografici,
argomenti, sezioni, rubriche) e organizzazione (istituzioni di riferimento, editore,
finanziamento).
Le adesioni devono essere indirizzate al seguente recapito elettronico rivistoriantago@libero.it, utilizzando
lapposito modulo di adesione che può essere richiesto, come ogni altra
informazione, al medesimo indirizzo. Per informazioni telefoniche: 011 889244 - 349
1483650.
Ennio Abate, Cologno Monzese (Mi)/Milano; Carmelo Adagio, Bologna;
Giulia Albanese, Firenze/Venezia; Donato Antoniello, Torino; Mario Avagliano, Roma;
Tommaso Baris, Roma; Margherita Becchetti, Parma; Tom Behan, Canterbury; Sandro Bellassai,
Bologna; Franco Bergoglio, Torino/Vercelli; Cesare Bermani, Novara/Venezia; Marco
Bertorello, Genova; Emmanuel Betta, Firenze; Fabrizio Billi, Bologna; Angelo Bitti,
Perugia/Terni; Giovanna Boursier, Roma; Pino Cacucci, Bologna; Enrica Capussotti, Firenze;
Maria Angela Casciaro, Siena; Giovanni Cattini, Barcellona; Enrica Cavina, Faenza (Ra);
Francesco Cerrato, Bologna; Rocco Cerrato, Urbino; Eleanor Chiari, Torino/Londra;
Piermario Ciani, Bertiolo (Ud); Paolo Cirelli, Napoli; Mario Coglitore, Venezia; Lorenzo
Costa, Siena; Sébastien Croquet, Aix en Provence; Sergio Dalmasso, Cuneo; Andrea Del
Vanga, Firenze; Irene Di Jorio, Bologna/Parigi; Mirco Dondi, Bologna; Jonathan Dunnage,
Swansea; Pablo Echaurren, Roma; Luca Fanelli, Torino; Marco Fincardi, Venezia/Bologna;
Giovanni Focardi, Firenze; Eros Francescangeli, Perugia; Alessio Gagliardi, Roma/Torino;
Stefania Gallini, Bogotà; William Gambetta, Parma; Paola Ghione, Roma; Valentina Ghione,
Roma; Diego Giachetti, Torino; Roberto Giulianelli, Ancona; Marco Grispigni,
Bruxelles/Roma; Manuela Lanari, Torino; Mauro Maggiorani, Bologna/Forlì; Brunella
Manotti, Parma; Oscar Mazzoleni, Locarno; Wu Ming, Bologna; Francesco Moisio, Venezia;
Mauro Morbidelli, Roma; Raul Mordenti, Roma; Giuseppe Muraca, Catanzaro; Roberto Niccolai,
Pistoia; Carla Pagliero, Torino; Grazia Pagnotta, Roma; Damiamo Palano, Milano; Mario
Palazzino Parma; Matteo Pasetti, Bologna/Urbino; Luca Polese Remaggi, Firenze; Gabriele
Polo, Roma; Simone Ricci, Bologna; Florinda Rinaldini, Bologna; Marco Rossi, Livorno;
Giorgio Sacchetti, Arezzo; Cristina Saccia, Perugia; Claudia Salaris, Roma; Giorgio
Sandrolini, Bologna; Andrea Sangiovanni, Teramo/Roma; Lidia Santarelli, Firenze; Marco
Scavino, Torino; Irene Schiaffino, Levanto (Sp); Emidio Sciannella, Teramo; Giovanni
Scirocco, Milano/Bergamo; Pietro Ursella, Roma; Simona Urso, Padova; Paolo Zurzolo,
Bologna.
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