Fascismo e deportazioni
Le responsabilità di Mussolini
Dibattito
Pino Arpaia: "In molti casi
alla ricerca e all'imprigionamento degli ebrei parteciparono anche reparti di polizia
italiana o di camicie nere"
Non sono uno storico, ma credo
che basti sentire uno dei pochi rimasti tra i militari italiani che dovettero assistere
alle atrocità degli ustascia nei confronti non solo degli ebrei, ma anche dei musulmani e
soprattutto dei serbi ortodossi, per sapere due cose:
1. che gli italiani sapevano e tacevano per paura del
disprezzo dei nazisti;
2. che in molti casi alla ricerca e all'imprigionamento degli
ebrei parteciparono anche reparti di polizia italiana o di camicie nere.
Io penso che i generali non fossero mossi da ragioni
umanitarie, ma dalla difficoltà che comunque gestire un prigioniero comporta, in presenza
di situazioni estremamente disagiate nella conduzione già delle "normali"
operazioni.
Penso anche - lo so dalla testimonianza di mio padre, in
servizio a Split dal gennaio 1942 all'8 settembre 1943 - che ai soldati italiani
in genere i metodi degli ustascia facessero abbastanza ribrezzo; ma sempre a quanto ho
saputo da lui, altrettanto fastidio i soldati italiani provavano nei confronti delle
camicie nere, che, mi pare di ricordare, erano anch'essi italiani.
Insomma, non so se sia il caso di limitarsi ad investigare i
freddi documenti e non accertare se non la verità (come dice Heinz von Foerster
"invenzione di un bugiardo") almeno un punto di vista realistico parlando,
finché ne resta in vita qualcuno, con i testimoni. Finché ne resta in vita qualcuno.
Infine, credo che la consultazione di alcune fonti serbe potrebbe far
luce sul ruolo della chiesa cattolica nella vicenda, che sicuramente vide il governo
italiano e il vaticano se non direttamente coinvolto
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