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In libreria "Gli Internati Militari Italiani" di Mario Avagliano e Marco Palmieri (Einaudi Editore), la storia degli IMI attraverso le lettere e i diari dei protagonisti - vincitore del Premio Nazionale Anpi 2010
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943
centinaia di migliaia di militari italiani furono disarmati dai tedeschi e posti di fronte
ad una drammatica scelta: continuare la guerra sotto le insegne nazifasciste o essere
deportati nei campi di concentramento? La gran parte di loro circa 650 mila, tra
cui 30 mila ufficiali e 200 generali rifiutarono di continuare a combattere al
fianco dei tedeschi e scelsero di non aderire alla Repubblica di Salò. La conseguenza del
loro no fu la deportazione e l'internamento nei lager nazisti, non come
prigionieri di guerra ma con lo status fino ad allora sconosciuto di IMI, Internati
Militari Italiani, voluto da Hitler per sottrarli alla Convenzione di Ginevra e sfruttarli
liberamente. Questa pagina sconosciuta della seconda guerra
mondiale, della guerra civile tra italiani tra il 1943 e il 1945, della Resistenza e della
Guerra di liberazione italiana ed europea, è stata a lungo trascurata e dimenticata nel
dopoguerra. Ora torna a rivivere in un libro che la ricostruisce e la racconta attraverso
la voce e gli occhi dei protagonisti, grazie a centinaia di lettere (sottoposte a censura
e talvolta mai recapitate) e diari (spesso clandestini) scritti nei lager in quei
drammatici giorni, rimasti fino ad ora inediti e sepolti in archivi pubblici,
privati e di famiglia. Il libro è Gli
Internati Militari Italiani. Diari e lettere dai lager nazisti I diari e le lettere degli IMI, inquadrati da
una corposa introduzione storica, sono raccolti in nove capitoli, dal viaggio in tradotta
verso i lager al ritorno a casa dei sopravvissuti, con unappendice di foto e disegni
dai campi. Ne emerge un affresco quanto mai nitido e dettagliato della vita (e della
morte) nei campi di concentramento nazisti. Una sorta di storia dal vivo e
in presa diretta della fame, del freddo, del lavoro coatto, delle violenze,
dei crimini di guerra e degli altri avvenimenti che costarono la vita a circa 50 mila
internati e segnarono per sempre tutti gli altri. Dagli stratagemmi per aggirare la
censura e le riflessioni segrete sui taccuini di fortuna (dalle minuscole agendine
tascabili alla carta igienica tenuta insieme con lo spago) emerge inoltre come la scelta
di non aderire compiuta in massa da una generazione nata e cresciuta sotto il
fascismo fu un vero atto di resistenza (il segretario del partito comunista
Alessandro Natta, ex internato, parlò di altra resistenza ma il suo libro fu
rifiutato nel 1954 e pubblicato solo quarantadue anni dopo da Einaudi), che contribuì al
riscatto dellItalia e degli italiani verso la democrazia e la libertà. La
rivendicazione della Resistenza antifascista come scrive lo storico Giorgio Rochat
nella prefazione del volume si è ridotta per decenni al dibattito politico sulla
guerra partigiana. Negli ultimi anni registriamo il recupero di una dimensione più ampia.
Contiamo la resistenza contro i tedeschi delle forze armate all'8 settembre. Poi la guerra
partigiana e la deportazione politica e razziale nei lager di morte. La partecipazione
delle forze armate nazionali alla campagna anglo-americana in Italia. E infine la
resistenza degli Imi nei lager tedeschi: le centinaia di migliaia di militari che invece
della guerra nazifascista scelsero e pagarono la fedeltà alle stellette della patria.
Tutti avevano ragione di sentirsi traditi dal re e da Badoglio, che li avevano abbandonati
senza ordini agli attacchi tedeschi. Ciò nonostante, una grande maggioranza di questa
massa di sbandati preferì la fedeltà alle stellette e la prigionia nei lager. In seguito a questa scelta gli IMI andarono
incontro volontariamente, come scrisse nel suo diario clandestino
Giovannino Guareschi, lautore di Don Camillo
e Peppone allepoca giovane sottotenente, a venti mesi di prigionia, lavoro coatto,
sofferenze e morte. Altri duecentomila (ai quali è dedicato un capitolo) fecero invece la
scelta opposta e decisero di aderire alla Repubblica Sociale, per motivazioni ideologiche,
ma anche per paura, ricatto, incertezza e confusione. Lesperienza dei lager
riguardò (e segnò) anche alcuni tra i più importanti esponenti della cultura,
dellarte, della politica e delle professioni del dopoguerra (come lattore Gianrico Tedeschi, i senatori Paolo Desana
e Carmelo Santalco, lo storico Vittorio Emanuele Giuntella, il manager dindustria
Silvio Golzio, lintellettuale cattolico Giuseppe Lazzati, il pittore Antonio
Martinetti, il pittore e caricaturista Giuseppe Novello, il filosofo Enzo Paci, il
musicista Il libro di Mario Avagliano e Marco Palmieri riporta in piena luce, attraverso gli scritti dei protagonisti, questa pagina importante di storia italiana.
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LE RECENSIONI PIU' IMPORTANTI
La storia, a lungo rimossa, dei seicentocinquantamila internati militari italiani viene ora ripercorsa in un importante libro di Mario Avagliano e Marco Palmieri, che raccoglie diari e lettere dai lager nazisti nel periodo 1943-1945. E niente come questa grande massa di documenti personali (compreso un capitolo dedicato a chi decide di stare dalla parte dei tedeschi e dei repubblichini), riesce a dar conto di una vicenda storica complessa e tragica, in cui lumiliazione di un intero popolo sintreccia a una progressiva presa di coscienza individuale e collettiva, a una fedeltà nelle proprie convinzioni pagata molto duramente. E per nulla ricompensata dalla nazione italiana. (Franco Marcoaldi)
"Le pagine di questo libro rappresenteranno una pietra miliare sull'argomento e, più in generale, sulla storia dell'Italia e degli italiani" (Francesco Guidetti)
"Ad Avagliano e Palmieri si deve quindi una - quasi amorevole -
ricostruzione e documentazione del calvario subito da questi soldati che quando finalmente
tornarono in patria nel 1945 furono circondati da una generale indifferenza
"E' quanto mai consolante che la storiografia
"ufficiale" e militante (i due autori fanno parte dell'Anpi)
"Una pagina sconosciuta della storia italiana, che Marco Palmieri e Mario Avagliano hanno voluto riportare alla luce. Un lavoro certosino quello dei due giornalisti e studiosi di storia contemporanea"
"Mario Avagliano e Marco Palmieri raccontano come sia esistita un'altra resistenza, ignorata dalla politica litigante e dai media, come succede a tutti quegli eroi silenziosi di cui nessuno si cura perché la Storia li usa e li travolge ma è troppo occupata a parlare d'altro"
LE ALTRE RECENSIONI
MARIO AVAGLIANO è nato a Cava de Tirreni.
Vive e lavora a Roma. Giornalista professionista, studioso di Storia contemporanea, è
vicedirettore delle Relazioni Esterne e della Comunicazione dell'Anas e collabora
con E Polis e varie riviste storiche. Ha lavorato per
diverse testate tra cui: Il Messaggero, il Giornale Radio della
Rai, il Giornale di Sicilia, i quotidiani del gruppo
Agl-LEspresso. E membro
dell'Istituto Romano per la Storia d'Italia dal Fascismo alla Resistenza, della Sissco e
del comitato scientifico dell'Istituto Storico "Galante Oliva", ed è direttore
del Centro Studi della Resistenza dellAnpi di Roma-Lazio e direttore e webmaster del
portale storiaXXIsecolo.it. Finora ha pubblicato: Il partigiano Tevere. Il generale Sabato Martelli Castaldi
dalle vie dell'aria alle Fosse Ardeatine (1996);
Roma alla macchia. Personaggi e vicende della Resistenza (1997); Il Cavaliere
dell'Aria. L'asso dell'aviazione Nicola Di Mauro dal mitico Corso Aquila ai record
d'alta quota (1998); "Muoio innocente". Lettere di caduti della
Resistenza a Roma (in collaborazione con
Gabriele Le Moli, 1999); Il Profeta della Grande
Salerno. Cento anni di storia meridionale nei
ricordi di Alfonso Menna (in collaborazione con Gaetano Giordano, 1999). Per
Einaudi ha pubblicato Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945
(2006), Gli Internati Militari Italiani. Diari e lettere dai lager nazisti 1943-1945
(2009) e Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia. Diari e lettere 1938-1945
(2011). MARCO
PALMIERI è nato a Isernia. Giornalista e studioso di Storia contemporanea, ha
lavorato per diverse testate; è membro del Centro Studi della Resistenza dell'Anpi di
Roma-Lazio e ha pubblicato numerosi articoli e saggi sulla deportazione, l'internamento e
le vicende militari italiane nella Seconda guerra mondiale. Per Einaudi ha pubblicato, con
Mario Avagliano, Gli Internati Militari Italiani. Diari e lettere dai lager nazisti
1943-1945 (2009) e Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia. Diari e lettere
1938-1945 (2011).
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