In libreria "Generazione ribelle" di Mario Avagliano
(Einaudi Editore), la storia della Resistenza, della deportazione e degli IMI attraverso
le lettere e i diari dei protagonisti
Più di 150
testimonianze di partigiani, internati militari, donne, preti, deportati, raccolte in anni
di ricerche presso archivi pubblici e privati: un diario di quei giorni,
scritto dagli stessi protagonisti
Dallintroduzione diAlessandro Portelli:
Questa
raccolta è un contributo importantee
necessario non solo per documentare dallinterno aspetti concreti, quotidiani,
dellesperienza della guerra, della Resistenza, dellinternamento, ma
soprattutto per dare consistenza concreta ed eloquente a quello che, con felice immagine,
Claudio Pavone ha chiamato la moralità nella Resistenza. Per quali ragioni,
con quali sentimenti, con quale bagaglio culturale e ideale ciascuno individualmente ha
scelto di resistere, andando in montagna o rifiutando ladesione alla Repubblica
Sociale: di questo ci parlano le lettere, i diari, i testamenti raccolti con
scrupolo e passione da Mario Avagliano. Lettere e diari hanno il pregio inestimabile,
assai caro alla tradizione storiografica, di essere fonti coeve, non filtrate quindi dal
tempo e dalla memoria (anche se, correlativamente, prive dei vantaggi della prospettiva).
Certamente, pochi documenti possono rendere conto con più puntualità ed eloquenza dello
stato danimo di quel tempo, di quanto non facciano queste pagine vergate nella
pienezza del tempo, i diari che analizzano le modalità e le ragioni della scelta
partigiana nel pieno del suo farsi, quegli ultimi scritti, le lettere dei condannati a
morte, o i testamenti spirituali, dove convergono la tragedia del presente, la memoria
degli affetti e linsegnamento per il futuro
Giuliano Vassalli: "Il
libro di Avagliano ha le caratteristiche che lo rendono degno della letteratura sulla
Resistenza, in cui si colloca ai primi posti. E' un'opera originale che non è solo
raccolta certosina di documenti ma scelta magnifica di lettere e racconti che offrono un
richiamo costante alla libertà".
Alberto Cavaglion: "Avagliano
ha fatto un'operazione coraggiosa e acuta, che avrei voluto fare anche io, perché ha
raccolto e ha messo insieme una serie di lettere e diari scritti in quel momento storico
dai protagonisti della Resistenza. Il fattore tempo non è ininfluente, anzi. Il suo è un
libro ricchissimo, una vera antologia di testi, in cui sono rappresentate tutte le varie
componenti del movimento resistenziale, compresi i militari".
Enrico Micheli: ''La
raccolta di Avagliano di lettere e diari di partigiani, di deportati e di internati
militari ha il merito di raccontare la Resistenza così com'era, dal di dentro, nei suoi
aspetti umani, negli affetti, nella fatica della guerra civile, senza l'alone del mito che
sarebbe arrivato dopo il '45 ne' le esagerazioni revisioniste di certa storiografia. Mi
pare sia il modo migliore per studiare l'apporto decisivo della Resistenza alla lotta ai
tedeschi e al fascismo e alla nascita della nostra democrazia, che vide l'uno
accanto all'altro militari e civili; professionisti, contadini, operai, insegnanti e
studenti; cattolici, azionisti, socialisti e comunisti, ma anche monarchici e
moderati tutti rappresentati in questo libro. L'altro grande merito di Avagliano è di
ricordare, attraverso i documenti, che la Resistenza è davvero patrimonio comune della
nostra identità nazionale, al di là delle contrapposizioni politiche''.
Gianfranco Maris:
"Ho apprezzato molto il libro di Avagliano perché la metodologia di ricerca che ha
utilizzato è seria e rigorosa. E' questo il modo di fare storia".
Massimo Rendina:
''Il libro di Avagliano "Generazione ribelle" raccoglie testimonianze e
confessioni forti che concorrono ad un approccio alla verità storica, processo necessario
quanto relativo. Trovo la definizione di ribelli invece che partigiani perfettamente
'azzeccata'. Il termine partigiano aveva qualcosa di offensivo, mentre noi eravamo ribelli
ai dettami aberranti del fascismo, alla sopraffazione, al terrore, ribelli per amore''.
Giampaolo Pansa:
"E' un bel libro, in molte pagine anche emozionante, che presenta diari e lettere
scritte in quel biennio da dirigenti e militanti della guerra di liberazione".
Simonetta Fiori(la
Repubblica): "Il libro di Avagliano offre una cronaca minuta della
guerra partigiana (ma anche della deportazione e dell'internamento militare), tanto più
efficace quanto più spontanea, antieroica e demitizzante. Voci coraggiose, talvolta
ironiche, sempre combattive. Lettere e diari che vanno a comporre un insolito racconto
"dal vivo" della lotta partigiana negli anni tra il 1943 e il 1945".
Corrado Stajano (l'Unità):
"Generazione ribelle è una sorta di antologia che raccoglie lettere, carteggi,
diari, epistolari, estratti di libri che non si trovano più, messi pazientemente da
Avagliano in sette anni di ricerche. Avagliano è fedele alla lezione di Nuto Revelli. Le
lettere del suo libro - 158 autori di ogni professione e di ogni classe sociale -
raccontano fatti minuti, semplici verità, speranza, paura".
Federico Orlando (Europa):
"Queste lettere e questi diari non possono, da soli, fare la storiografia della
resistenza, ma hanno il valore di fonte non inquinata da interessi ideologici o
editoriali, e aprono la finestra e fanno entrare aria genuina in questa "stanza"
dove alcuni italiani continuano a scannarsi per sapere se il sangue dei vinti era meglio
di quello dei vincitori o viceversa e con quale bilancino "sarebbe stato giusto"
decidere (allora) quanto versarne dell'uno e quanto dell'altro".
Claudio Rizza (Il
Messaggero): "La Storia con la maiuscola è un formicaio dove ognuno
porta la sua mollichina. Una sull'altra danno corpo a un Fatto, a una Data, ad un Destino.
Generazione ribelle, a cura di Mario Avagliano, è la vicenda di partigiani, di familiari,
di deportati, di repubblichini, che raccontano come vivevano la Resistenza (1943-45)
ricostruita attraverso un mucchio di molliche: i diari e le lettere di 150 protagonisti.
E' come se un grande fratello (che Dio perdoni il paragone) fosse entrato nella vita dei
nostri nonni e dei nostri padri, prigionieri o soldati, raccontandola in presa diretta,
senza filtri, mediazioni e soprattutto senza riflettori e tv":
Carlo De Risio(il
Tempo): "Il libro di Mario Avagliano - che ha richiesto sei anni di
paziente compilazione - offre uno spaccato della realtà umana e non solo combattentistica
di quegli anni, attraverso gli scritti non soltanto delle figure di spicco della
Resistenza - da Pertini a Parri, da Boldrini a Pintor, a Giuseppe Cordero Lanza di
Montezemolo, immolato alle Fosse Ardeatine - ma anche di partigiani, internati, militari,
deportati. Si scrisse molto in quegli anni, più di quanto non si creda. Di qui un quadro
autentico, "dal di dentro" appunto, del movimento partigiano: il che ha
costretto lautore a una minuziosa opera di ricerca e di consultazione presso archivi
pubblici e privati. Il libro curato da Mario Avagliano si colloca a buon diritto nella
bibliografia essenziale per lo studio del periodo più drammatico della nostra storia
contemporanea".
Massimo Lomonaco(Ansa): "Avagliano ha messo insieme un'opera encomiabile: i diari e
lelettere, dal 1943 al 1945, di quella
gioventu' italiana che scelse la Resistenza e divento' volutamente 'la generazioneribelle'. Lo ha fatto scegliendo non le
testimonianze 'davanti alla morte- come
fece, altrettanto encomiabilmente, il volume 'Lettere dei condannati a morte della
Resistenza italiana' di Malvezzi ePirelli -
bensi' gli scritti della loro militanza. Nel
momento in cui, cioe', scelsero - a partire dall'8settembre
- di stare da una parte. Ne scaturisce alla fine un diario collettivo, seppur
originariamente personale, non viziatodal
''clima del dopoguerra e dalle varie interpretazioni storiografiche sul movimento di
liberazione''.
Nicola Tiepolo(Libero): "Si tratta di un testo interessante sotto diversi punti di
vista. Nelle lettere e nei diari antologizzati da Avagliano non c'è adesione alla lotta
di classe, ma patriottismo. E' un grande affresco che, se non sostituisce certo una storia
della Resistenza della quale ancora si sente la mancanza, è un utile correttivo contro
una storia del movimento partigiano che di storico ha davvero poco".
Valeria Magnani (Liberazione):
"Dissigillare la Resistenza dalle ceralacche di reliquia da museo, esplorare con
coraggio intellettuale in ogni angolo prospettico la sua grandezza e i suoi limiti, i suoi
valori e le inevitabili contraddizioni. Questa è la strada percorsa dalla raccolta edita
da Einaudi e curata da Mario Avagliano "Generazione ribelle". Oltre che
documento storico, il libro è anche patrimonio umano e collettivo insostituibile, dove le
parole sono immortalate nelle situazioni più drammatiche. Nel panorama della ricchissima
bibliografia sull'argomento pochi testi sono riusciti come questo a rendere gli umori e le
atmosfere oltre l'epica storica e a prendere il polso di un'intera generazione".
La ricerca da
cui è nato questo libro è un tentativo di ricostruire dal vivo una cronaca dei due anni
della Resistenza italiana, scandita attraverso i diari e le lettere ai familiari, alle
fidanzate o agli amici di partigiani, di militari e di deportati.
Ne scaturisce
un diario di quei giorni, scritto dagli stessi protagonisti. Un diario non
viziato dal clima del dopoguerra e dalle varie interpretazioni storiografiche sul
movimento di Liberazione (si spiega così l'esclusione della memorialistica non coeva ),
ma che invece trasporta anche emotivamente chi legge - come in un susseguirsi di
vertiginosi flashback - dallillusione del 25 luglio 1943, con la caduta del regime
fascista e dei suoi simboli, fino all'aprile del '45 e ai festeggiamenti con le bandiere
tricolori all'atto della liberazione di Milano.
Dei due anni
della guerra di Liberazione, il "diario" - seguendo un doppio registro,
cronologico e tematico - mostra dal di dentro lo sbandamento dell'esercito italiano
all'annuncio dell'armistizio; la lotta contro i tedeschi negli avamposti all'estero; la
fatica della guerra civile sulle montagne e dentro le città; il carcere, le torture e gli
eccidi nazisti; la deportazione nei lager; la scelta dei militari internati di non aderire
alla Repubblica Sociale. Emergono, tuttavia, anche le divisioni - a volte violente -
all'interno del movimento partigiano. Così come si appalesa la linea di confine molto
labile che, in qualche circostanza, passava tra chi militava nella Resistenza e chi
sceglieva la Repubblica di Salò.
Le lettere e i
diari dei partigiani, dei militari e dei deportati aiutano a comprendere lo spirito del
tempo, i comportamenti, i timori, i pregiudizi, le speranze di una generazione di italiani
che rifiutò il fascismo e si ribellò ai tedeschi in nome della libertà e dellamor
di Patria.
L'autore
MARIO AVAGLIANO è nato a Cava de Tirreni.
Vive e lavora a Roma. Giornalista professionista, studioso di storia contemporanea, è
vicedirettore delle Relazioni Esterne e della Comunicazione dell'Anas e collabora
con i quotidiani del gruppo Agl-LEspresso. Ha lavorato per
diverse testate tra cui: Il Messaggero, il Giornale Radio della
Rai, ilGiornale di Sicilia. E membro
dell'Istituto Romano per la Storia d'Italia dal Fascismo alla Resistenza e della Sissco,
ed è direttore del Centro Studi della Resistenza dellAnpi di Roma-Lazio e direttore
e webmaster del portale storiaXXIsecolo.it. Finora ha pubblicato: Il partigiano Tevere. Il generale Sabato Martelli Castaldi
dalle vie dell'aria alle Fosse Ardeatine (1996);
Roma alla macchia. Personaggi e vicende della Resistenza (1997); Il Cavaliere
dell'Aria. L'asso dell'aviazione Nicola Di Mauro dal mitico Corso Aquila ai record
d'alta quota (1998); "Muoio innocente". Lettere di caduti della
Resistenza a Roma(in collaborazione con
Gabriele Le Moli, 1999); Il Profeta della Grande
Salerno. Cento anni di storia meridionale nei
ricordi di Alfonso Menna (in collaborazione con Gaetano Giordano, 1999); Generazione
ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945 (2006).