Biografia di Giacomo Matteotti
Giacomo Matteotti nasce a Fratta Polesine il 22
maggio 1885 da famiglia benestante.
Secondo di tre figli frequenta il Liceo-ginnasio
Celio di Rovigo e si laurea in giurisprudenza alluniversità di Bologna
con una tesi sulla recidiva.
Fin dagli anni universitari si collega con il movimento socialista
di cui diviene rapidamente un esponente di primo piano conducendo, in prima persona, le
battaglie dei lavoratori agrari del Polesine.
Durante la I guerra mondiale è deciso neutralista e viene per
questo dispensato dal servizio militare attivo e internato in Sicilia. Dopo la
guerra diventa consigliere comunale, sindaco e, infine, deputato. Il fascismo che combatte
inizialmente è quello organizzato dagli agrari, particolarmente violento e attivo nelle
campagne venete e romagnole. E vittima, per questo, più di una volta, di
aggressioni da parte di squadristi.
Nella complessa geografia politica del socialismo italiano occupa
una posizione centrale . Il suo programma minimo deve essere realizzato
attraverso le autonomie dei comuni e il governo delle città da parte delle forze operaie
e contadine e, soprattutto, attraverso lestensione di una rete capillare e diffusa
sul territorio di associazionismo e di cooperazione. Le leghe, le
organizzazioni di massa, le forme di lotta e di rappresentanza sindacali hanno per
lui la preminenza sul ruolo del partito, inteso più come raccoglitore che elaboratore di
idee e strategie. Comè tradizione del socialismo italiano influenzano la sua azione
politica tanto la visione movimentista-sindacalista di Sorel, quanto il pensiero di
Antonio Labriola. Come segretario del Psu svolge una politica costantemente unitaria,
attento a non accentuare le differenze esistenti fra le tradizionali componenti del
socialismo italiano: quella riformista e quella massimalista. Difficile il suo rapporto
con il PcdItalia (da cui lo divide soprattutto ladesione di quel partito
alla III Internazionale), con cui non intende concludere patti elettorali. Rivolge,
invece, grande attenzione agli esponenti moderati che hanno assunto da sempre una
posizione di chiara opposizione al fascismo (i liberali come Gobetti e Amendola). Il
raggiungimento, da parte delle classi subalterne, delle elementari forme di democrazia
costituisce una premessa indispensabile per ulteriori conquiste delle forze socialiste.
Cosmopolita e internazionalista convinto,
viaggia molto in Europa e stabilisce una serie di rapporti con i socialisti francesi,
tedeschi e, soprattutto, britannici.
Il suo ultimo scritto Mussolini, Machiavelli and the
fascism appare in un giornale inglese, English life, pochi giorni prima della sua
morte.
Dai banchi del Parlamento polemizza costantemente con gli avversari
confermandosi un avversario irriducibile dei fascisti che, dopo la vittoria elettorale del
listone, intendono consolidare il loro potere e non sopportano alcuna forma di
opposizione.
Le sue ultime battaglie di parlamentare e di giornalista, prima
della sua uccisione, producono, principalmente:
a) la denuncia del clima di intimidazioni che ha caratterizzato le
elezioni del 1924
b) la denuncia dellAffaire Sanclaire, la convenzione con la
società americane produttrice di petroli che vede implicati la famiglia Mussolini e
la casa regnante
c) la pubblicazione di un libro-denuncia sulle sopraffazioni
fasciste (Un anno di malgoverno fascista) di cui intende proporre una seconda edizione
d) la contestazione, cifre alla mano, del bilancio presentato dal
governo.
Quando viene rapito ha appena compiuto trentanove anni.
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