Cronologia della Resistenza Romana

Marzo 1944

1 - Un aereo inglese colpisce con tre bombe i giardini vaticani.

Rastrellamento in grande stile tra piazza Venezia e Piazza di Spagna, un migliaio di civili restano bloccati, molti saranno inviati nei campi di lavoro forzato.

Koch riesce a catturare Pilo Albertelli, azionista. Questi, rinchiuso nella pensione Oltremare, tenterà due volte invano il suicidio, gettandosi anche dalla finestra. Sarà tra i martiri delle Ardeatine.

L'organizzazione democristiana della Resistenza subisce un duro colpo, sono arrestati Nicola Angelucci e Giuseppe Intersimone, il comandante militare Ercole Chini sfugge per un soffio alla cattura con il capitamo Luigi Sartori. Le SS arrestano allora i figli dei due, Bianca Maria Chini e Giorgio Sartori.

2 - Giunge notizia della morte avvenuta nei pressi di Roma, di un altro dirigente democristiano, Luciano Maffucci, ucciso in uno scontro a fuoco dai nazifascisti.

.3 - Un bombardamento aereo nelle zone Tiburtino e Ostiense provoca oltre 600 morti e un migliaio di feriti.

Antonio Lalli e Eugenio Messina sono fucilati a Forte Bravetta.

La mattina, davanti alla caserma dell' 81mo fanteria di via Giulio Cesare, madri, mogli, figlie di rastrellati gridano a gran voce che vengano liberati i loro cari, ivi rinchiusi in attesa della deportazione. Tra le donne anche tre gappiste, Carla Capponi, Marisa Musu e Lucia Ottobrini. Un giovane rastrellato tenta la fuga da un'apertura del primo piano. E' ucciso con una raffica di mitra. Teresa Gullace, madre di cinque figli e al sesto mese di gravidanza vuol gettare un pacchetto con un pezzo di pane e formaggio al marito che scorge affacciato a una finestra. Cerca di farsi largo, viene uccisa da un sottufficiale tedesco.

Nel pomeriggio due squadre di gappisti comandate da Mario Fiorentini, Franco Calamandrei e Alfredo Orecchio rispondpono all' uccisione di Teresa Gullace con un attacco al presidio della stessa caserma. Nello scontro a fuoco resta ucciso un ufficiale della milizia fascista. Muore anche una donna colpita da una pallottola vagante mentre esce dalla chiesa di San Gioacchino.

4 - Un autocarro tedesco è danneggiato da un attenato in piazza Esedra.

5 - Un soldato tedesco è colpito a morte in piazza Mirti, al quartiere Prenestno. 50 mila lire vengono promesse a chi denuncerà gli autori dell' attacco.

7 - Ancora bombardamenti aerei all' Ostiense, alla Garbatella, allo scalo ferroviario di Trastevere.

Sono fucilati a Forte Bravetta Giorgio Labò, sorretto da due militi della PAI, impossibilitato a camminare dalle torture, Antonio Bussi, Concetto Fioravanti, Vincenzo Gentile, Paul Lauffer, Francesco Lipartiti, Antonio Nardi, Mario Negelli, Augusto Pasini.

I partigiani intensificano gli attacchi ai mezzi di trasporto tedeschi. Due autocarrri sono danneggiati in via Alessandra e in piazza Trevi.

Il vicebrigadiere dei carabinieri Angelo Joppi cade prigioniero di Kappler. Verrà piu' volte torturato orribilmente in via Tasso.

La bottega del marmista Domenico Viola in via del Vantaggio cela un deposito d'armi di un gruppo di partigiani che ne hanno fatto anche la base operativa. Vi irrompe la polizia che arresta l' artigiano e alcuni patrioti.

8 - Bombardamenti aerei al Verano, San Gerolamo, San Gregorio, porta Furba.

Carla Capponi del GAP centrale incendia con un lancio di bombe a mano un'autocisterna della Wehrmacht in via Claudia, nei pressi del Colosseo. Tre militari tedeschi muoiono nell' esplosione.

9 - Un treno militare subisce un attenato a Porta Furba.

10 - Attacco di una formazione dei GAP Centrali al corteo di fascisti che, usciti da una manifestazione al cinema Adriano per onorare la memoria di Giuseppe Mazzini, sfilano per via Tomacelli. Partecipano all' azione con lancio di bombe a mano Mario Fiorentini, Rosario Bentivegna, Franco Ferri e Raoul Falcioni protetti dal gruppo di copertura composto da Lucia Ottobrini, Marisa Musu, Franco Calamandrei, Pasquale Balsamo, Franco Di Lernia, Carlo Salinari, Ernesto Borghesi, Fernando Vitaliano. I fascisti sono colpiti da quattro bombe a mano che coppiano a percussione e una di mortaio leggero, Brixia, modificata a miccia rapida, scagliata da Fiorentini, subiscono perdite in morti e feriti.

Il comando tedesco proibisce da questo momento ai fascisti di svolgere manifestazioni all' aperto.

La zona di piazza Bologna è nuovamente bombardata dagli aerei alleati.

12 - Manifestazione di giovani cattolici in piazza San Pietro contro la guerra e gli occupanti nazifascisti, dopo un discorso di Pio XII. Un sacerdote, don Pecoraro, che inneggia alla libertà e alla Resistenza con un comizio improvvisato, viene arrestato.

Alberto Marchesi che gestisce un'osteria in via della Scrofa e partecipa attivamente alla Resistenza, è arrestato nel locale. Morirà alle Ardeatine.

Arrestato l' avvocato Mastino Del Rio, comandante partigiano, esponente della Democrazia Cristiana. E' tradotto nel Terzo braccio di Regina Coeli. Sarà ripetutamente torturato.

All'altezza del ponte sull' Aniene, lungo la Salaria, partigiani della Terza Zona distruggono un autocarro tedesco che trasporta materiale bellico.

13 - Il gruppo cospirativo che fa capo al Fronte Militare Clandestino, comandato da Fabrizio Vassalli, è scoperto dalla Gestapo, i principali componenti tratti in arresto, oltre a Vassalli sua moglie Amelia Vitucci, Giordano Bruno Ferrari, Salvatore Grasso, Corrado e Jolanda Vinci, Pietro Bergamini, Bice Bertini. Vassalli, Ferrari, Grasso, Vinci e Bergamini saranno fucilati a Forte Bravetta.

14 - Un'incursione aerea alleata sui quartieri Prenestino, Nomentano, Italia, provoca 800 morti e duemila feriti.

15 - Don Giuseppe Morosini è condannato a morte dal Tribunale Militare germanico.

17 - Maurizio Giglio (nome in codice Cervo), tenente della polizia, arruolatosi per avere la copertura nello svolgere compiti di informazione e di sabotaggio nellla missione OSS comandata da Tompkins, viene arrestato presso il ponte Risorgimento mentre accede alllo stabilimento galleggiante dove ha istallato una ricetrasmittente in collegamento con il quartier generale alleato. Caduto nella mani di Pietro Koch, verrà atrocemente torturato senza svelare i nascondigli di Tompkins e dei suoi collaboratori. Morirà alle Ardeatine.

18 - Il quartiere Appio Latino subisce un bombardamento aereo.

Vengono arrestati altri ufficiali e collaboratori del Fronte Militare Clandestino, tra questi il capitano Manfredi Azzarita e l' avvocato Giovanni Vercilio che saranno uccisi alle Ardeatine.

19 - Enrico Ferola, il fabbro che ha fornito la maggiore quantità di chiodi a quattro punte per i sabotaggi degli automezzi nemici, è arrestato nella sua officina di via della Pelliccia. Morirà alle Ardeatine.

21 - Franco Bucciano e un gruppo di partigiani di Bandiera Rossa preparano un' azione di guerriglia che dovrà portare alla liberazione di alcuni detenuti a Regina Coeli. Arrestati, Bucciano e altri moriranno alle Ardeatine.

22 - Gioacchino Gesmundo, professore liceale di lettere, comunista, è giudicato dal Tribunale Militare germanico e condannato a morte. Con l'azionista Manlio Bordoni e Carlo Lucchetti di Bandiera Rossa, condannati lo stesso giorno, sarà tra i martiri delle Ardeatine.

Il generale Roberto Bencivenga è il nuovo comandante del Fronte Militare Clandestino. Si nasconde con i maggiori esponenti del CLN, Bonomi, De Gasperi, Nenni, Scoccimarro, in territorio Vaticano, nell' Università Lateranense ove opera anche una ricetrasmittente in collegamento col comando alleato.

23 - Alle 15,30 Carlo Borsani, cieco di guerra, medaglia d'oro, celebra, nel salone di un palazzo in via Veneto, la nascita del fascismo, avvenuta 25 anni prima a Milano, in piazza San Sepolcro. E' una giornata senza nuvole, con il sole splendente. In mattinata i gerarchi e le autorità germaniche avevano assistito alla messa nella chiesa di Santa Maria della Pietà e deposto corone alle lapidi dei caduti fascisti in Campidoglio e al Verano. Borsani ha comniciato da poco a parlare quando, alle 15.52, si interrompe a causa del forte boato che rompe l'aria. Una forte carica di tritolo è esplosa a poca distanza, in via Rasella, davanti al palazzo Tittoni, mentre vi transitava a piedi una compagnia del I battaglione del Reggimento Polizei SS Bozen, composta da 156 uomini tra ufficiali, sottufficiali e truppa, in assetto di guerra, con mitraglatrici montate su carrelli in testa e in coda alla colonna. Subito dopo, due squadre dei GAP Centrali, una di sette uomini l'altra di sei, al comando di Carlo Salinari (Spartaco) e Franco Calamandrei (Cola), lanciano a mano bombe da mortaio leggero Brixia, modificate per esplodere per accensione della miccia, e sparano con armi leggere. A far brillare la mina collocata in un carrettino metallico da spazzino era stato lo studente in medicina Rosario Bentivegna, con la copertura di un altra giovane studentessa, Carla Capponi.

Secondo la testimonianza di Bentivegna, i gappisti erano disposti per l'attacco in questo modo: lui vicino al carretto, Carla Capponi, con un imperbeabile sul braccio, da mettergli addosso per coprirgli la divisa da spazzino , la pistola alla cintura sotto il golf, in cima alla via con alle spalle palazzo Barberini;, Raul Falcioni, Fernando Vitagliano, Pasquale Balsamo, Francesco Curreli e Guglielmo Blasi, con Salinari nei pressi del Traforo; poco distante Silvio Serra; all' angolo di via del Boccaccio, Franco Calamandrei. Altri gappisti erano sistemati per coprirli durante lo sganciamento.

Le modalità dell'attacco: Calamandrei si era tolto il cappello, segno convenuto per avvisare Bentivegna che i tedeschi si stavano approssimando e doveva quindi accendere la miccia per poi allontanarsi rapidamente. Avvenuta l' esplosione, gli altri gappisti raggiunsero Calamandrei di corsa per sviluppare l' assalto a bombe a mano e colpi di pistola. L'azione si concluse con 32 SS uccise e 110 ferite (una sarebbe morta in ospedale il giorno dopo). I gappisti non ebbero perdite nonostante la immediata reazione dei tedeschi. Morirono invece un ragazzo e due civili. Altri persero la vita o rimasero feriti nella violenta sparatoria che si protrasse con l' arrivo di reparti tedeschi e fascisti, da questi rivolta soprattutto a colpire le finestre degli edifici piu' vicini, dai quali ritenevano fossero stati lanciati gli ordigni esplosivi.

L'attacco in via Rasella era stato deciso dal comando dei GAP Centrali in sostituzione dell' assalto, programmato per quel giorno, al corpo di guardia di via Tasso per liberare i prigionieri della Gestapo. Dopo un sopralluogo Fiorentini, Salinari e Calamandrei avevano ritenuto irrealizzabile quell' operazioe dato il sistema difensivo approntato dai tedeschi e avevano predisposto invece l'aggressione alla colonna tedesca che ogni giorno percorreva via Rasella ultimate le esercitazioni alla controguerriglia.

Il reggimento Bozen, come tutte le SS composto da volontari vincolati dal giuramento a Hitler, si stava infatti addestrando alla lotta contro i partigiani. Il battaglione di stanza Roma forniva anche elementi alla Gestapo in via Tasso, e avrebbe dovuto assolvere all' incarico di proteggere il personale militare e civile tedesco e fascista durante l' abbandono della capitale all' arrivo degli alleati, e, inoltre, fare da scorta ai prigionieri che da via Tasso da Regina Coeli sarebbero stati trasferiti al nord.

Al reggimento Bozen saranno addebitate le stragi di civili commesse in seguito, in Istria, nel Bellunese, a Bois e Falcade, 87 azioni di rappresaglia documentate negli archivi tedeschi di Coblenza, ricostruite da storici ricercatori altoatesini nel 1994.

L'azione di via Rasella venne riconosciuta come atto legittimo di guerra dal governo e dal parlamento dell' Italia democratica, nel 1981, dalla magistratura, nei vari gradi sino alla Cassazione (19 luglio 1953). Alcuni partecinti vennero decorati al valor militare, Presidente della Repubblica Einaudi, Capo del Governo De Gasperi

24 -   Strage alle Fosse Ardeatine, cave di pozzolana situate a due chilometri oltre Porta San Sebastiano, prescelte da Kappler per compiere la vendetta decisa da Hitler e dal comando militare tedesco in Italia, per l'attacco partigiano di via Rasella. Vengono uccisi con un colpo alla nuca, nei tempi calcolati e programmati con meticolosità, in circa cinque ore, dal primo pomeriggio alle venti, 335 italiani, di ogni età e di varia condizione sociale, patrioti e rastrellati per caso, 75 ebrei soppressi solo per odio razziale. Undici delle vittime sono rimase senza nome, per due non si è certi della identità attribuita. Una strage da tenere segreta, la notizia diffusa solo il giorno dopo senza comunicare i nomi degli uccisi e il luogo dell' esecuzione, gli ingressi delle gallerie preclusi e celati dal crollo del terreno provocato facendo esplodere per quattro volte cariche di dinamite.

Nell'avviare i destinati al massacro erano stati scelti tra i prigionieri di via Tasso, del III braccio di Regina Coeli e della pensione Oltremare, sede della "polizia speciale" di Pietro Kock. 285 da Kappler, 50 dal questore Caruso e da Koch per completare la lista su richiesta di Kappler. Dopo l'esecuzione, rifacendo il conto delle vittime, queste risultarono, per gli errori compiuti durante la selezione dei detenuti, 5 in piu' del previsto (sarebbero state 6 se il disertore austriaco Joseph Reider, unico straniero inserito tra i destinati a morire, non fosse riuscito a fuggire pochi istanti prima di essere avviato all' esecuzione).

25 - Sui giornali, in edicola nelle prime ore del pomeriggio, compare il comunicato del Comando Tedesco sulla strage alle ardeatine senza indicare la località e comunicare i nomi degli uccisi: "Nel pomeriggio del 23 marzo 1944 elementi criminali hanno eseguito un attenato con lancio di bombe contro una colonna tedesca di polizia in transito in via Rasella. In seguito a questa imboscata 32 uomini della polizia tedesca sono stati uccisi e parecchi feriti. La vile imboscata fu eseguita da comunisti-badogliani. Sono ancora in atto indagini per chiarire fino a che punto questo fatto è da attribuire ad incitamento angloamericano. Il Comando Tedesco è deciso a stroncare l'attività di questi banditi scellerati, perciò ha ordinato per ogni tedesco assassinato 10 comunisti-badogliani saranno fucilati: questo ordine è stato eseguito." Il comunicato non era stato preceduto da inviti di sorta rivolti ai partigiani di via Rasella perchè ove si fossero consegnati alla polizia avrebbero evitato la rappresaglia. Lo avrebbero confermato nel corso dei processi celebrati contro di loro dopo la Liberazione tanto Kappler che Kesserling.

La razione giornaliera di pane acquistabile con la tessera annonaria Š ridotta da 150 a 100 grammi.

27 - Nella sede dell' Opera Nazionale Balilla in via Fornovo esplodono due ordigni eplosivi che feriscono gravemente una donna e due bambini. Un'altra bomba esplode nella caserma Pastrengo di via Romania.

Sui giornali appare la notizia che sette civili sono morti il 23 marzo in via Rasella.

28 - Il CLN si riunisce per dare risposta al comunicato tedesco sulla strage delle Ardeatine. Non tutti i componenti approvano l'azione di via Rasella. Anche Pertini solleva la questione della collegialità del comando militare in quanto non era stato informato preventivamente da Amendola dell' attacco dei GAP garibaldini alla colonna tedesca. Ma alla fine della discussione il giudizio favorevole a riconoscverne la natura e la funzione militare è unanime. La guerriglia son qualsiasi mezzo e senza quartiere contro un nemico spietato, esige segretezza delle missioni che si stanno per compiere e l'autonomia dei comandi di formazione.Ad un atto di guerra, i tedeschi hanno risposto con il massacro di inermi. Il CLN rivolge pertanto un appello ai romani e a tutti gli italiani esecrando la strage compiuta dai tedeschi, definendola "un delitto senza nome."

L' affermazione del CLN è categorica: "Sotto il pretesto di rappresaglia contro un atto di guerra dei patrioti italiani in cui aveva perso 32 dei suoi "SS", il nemico ha massacrato 320 (numero inesatto, in quanto le vittime erano 335) innocenti, strappandoli dal carcere dove languivano da mesi. Uomini non di altro colpevoli che di amare la patria -nessuno dei quali aveva la responsabilitàdiretta, nè indiretta di quell' atto- sono stati uccisi il 24 marzo senza forma alcuna di processo, senza assistenza religiosa nè conforto dei familiari: non giustiziati, ma assassinati".

Al CLN, al momemto della diramazione del comunicato, non erano giunte ancora informazioni sul luogo della stage e sui nomi degli uccisi.

In piazza della Libertà viene arrestato il partigiano Mario De Martis, tenente pilota, aiutante maggiore del battaglione Hazon della "banda Napoli" e in piazza dell' Esedra anche la guardia di P.S. Emilio Scaglia della medesima formazione.

Pure il maggiore Costantino Ebat e il colonnello Salviati della "banda Billi" cadono nelle mani dei nazifascisti. (De Martis, Ebat, Scaglia saranno fucilati a Forte Bravetta il 3 giugno).

Nella piazza S.Maria Maggiore, durante una sparatoria tra partigiani e poliziotti nazifascisti, muore una donna non si s da chi colpita.

Un gruppo di patrioti sta eseguendo la punizione di donne collaborazioniste con il taglio dei capelli, quando sopraggiunge una squadra di fascisti. Nello scontro a fuoco restano uccisi due fascisti e due spie.

Nella notte vengono feriti a colpi d'arma da fuoco in via Orvieto, mentre probabilmente scrivono sui muri (a quanto riporta il giornale clandestino "l'Unità") frasi contro i nazifascisti, i patrioti Luigi Mortelliti, Giuseppe Mare Duca, Ariberto del Vivoi, e Maria Di Salvo (che non sopravviverà alle ferite).

31 - Quarticciolo, scontro armato tra partigiani delle Matteotti e fascisti. Due di questi, Pietro Saverio e Bruno Taverna, cadono colpiti a morte. Il coprifuoco nel quartiere è anticipato alle 16. A seguito dell'intesificarsi degli atti di guerriglia il coprifuoco Š anticipato anche al Quadraro, a Centocelle e nella borgata Gordiani.

Cronologia

Gennaio

Febbraio

Aprile

Maggio

Giugno

Home