Cronologia della Resistenza Romana

Giugno 1944

1 - Velletri è in mano alleata.

2 - Radio Londra trasmette il messaggio con la parola "elefante" rivolta alla Resistenza, vuol dire che è cominciato l' attaccco finale per liberare Roma.

3 - Ormai è evidente che i tedeschi non intendono arroccarsi a Roma per compiervi una strenua difesa. L'abbandonano secondo un dispositivo stabilito con cura, senza dar corso alle distruzioni predisposte con una serie di mine collocate da pempo dai genieri della Werhmacht.

Il CLN ha convenuto unitariamente sull'opportunità di rinunciare all'insurrezione. Ma il comando tedesco vuole sino all' ultimo da sfogo al livore contro la Resistenza. Il plotone della PAI fucila a Forte Bravetta il carabiniere Fortunato Caccamo, il tenente pilota Nario De Martis, il maggiore Costantino Ebat, le guardie di polizia Giovanni Lupis e Emilio Scaglia, il sergente Guido Orlanducci, poi, subito dopo aver eseguito l' esecuzione, saliti i componenti del plotone su un autocarro, si avvia verso il nord assieme alle truppe tedesche in ritirata.

A Zagarolo le retroguardie tedesche che rallentano l'avanzata alleata si scontrano con le bande partigiane dando luogo ad un accnito combattimento.

La Gestapo non ha ancora abbandonato via Tasso. Viene scarcerato Giuliano Vassalli, per l'intervento di Pio XII. Vassalli è stato lungamente torturato, ridotto in condizioni pietose.

Nella notte anche le SS di via Tasso si apprestano a trasferirsi al nord. Hanno fatto dei falò con molti documenti, caricati alcuni autocarri di armi oggetti di casermaggio e casse di materiali, due destinandoli ai prigionieri che li dovranno seguire.

4 - Alle prime luci dell'alba gli eventi precipitano. Le avanguardie alleate composte da soldati canadesi cui si sono uniti partigiani di Bandiera Rossa stanno per entrare a Roma dalla Casilina. Le SS di via Tasso non compiono la carneficina che si erano proposte. Abbandonano anche un autocarro in avaria, non si sa se procurata dai partigiani, già carico di prigionieri, che avbranno così salva la vita. Altri saranno liberati di lì a poco, sfondate le porte delle celle.

Un autocarro che ha lasciato via Tasso stenta a tenere il passo della colonna, trasporta 14 prigionieri che i nazisti hanno voluto con loro. L' ufficiale fa fermare il veicolo sulla Cassia, all'altezza de la Storta, i prigionieri avviati lungo un sentiero, allineati e uccisi. Sono Bruno Buozzi, il generale Piero Dodi, i tenenti Eugenio Arrighi e Saverio Tunetti, Lino Eramo e il capitano Enrico Sorrentino del FMC, Vincenzo Conversi, Edmondo Di Pillo, Borian Frejdrik di una formazione Matteotti, Luigi Castellani, Libero De Angelis, Alberto Pennacchi, il maggiore Alfio Brandimarte, il capitano inglese John Armstrong.

Firma del patto di unità sindacale detto "Patto di Roma", tra i rappresentanti delle organizzazioni di massa dei lavoratori: Giuseppe Di Vittorio, comunista, Emilio Canevari, socialista, Achille Grandi, democristiano.

5 - Il generale Roberto Bencivenga, che aveva trovato rifugio in Vaticano con i componenti del CLN durante l' occupazione, si insedia in Campidoglio, designato dal CLN agli Alleati quale comandante militare e civile di Roma.

Il governo Badoglio presenta le dimissioni ad Umberto di Savoia, nominato in quello stesso giorno Luogotenente del Regno dal re Vittorio Emanuele III.

Proseguono sporadici combattimenti tra nuclei di partigiani e di tedeschi. Probabilmente l' ultimo Š sostenuto da una squadra improvvisata di sei giovani contadini e uno scolaro appena dodicenne, Ugo Forno, che attacca, verso mezzogiorno, i pionieri che stanno minando il ponte ferroviario sull' Aniene, lungo la via Salaria, davanti all' aereoporto. I tedeschi si ritirano pwer sfuggire ai colpi di mitra e di moschetto, e da diedro un dosso colpiscono con un mortaio leggero Francesco Guidi, Luciano Curzi, Sandro Fornari e Ugo Forno. Questi, investito in pieno da una granata muore subito, Guidi morirà di lì a poco, in ospedale, Fornari resterà mutilato di un braccio.

8 - Il governo italiano è nuovamente nella capitale.Il Luogotenente Umberto di Savoia incarica di presiderlo Ivanoe Bonomi, presidente del CLN. Partecipano i sei partiti che compongono il Comitato di Liberazione Nazionale. 

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