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La battaglia di El Alamein
La
prima battaglia (1-27 luglio 1942)
La prima battaglia si svolse dal 1 al 27 luglio 1942. Il gen. Rommel volle tentare
un'ardita manovra in profondità per scardinare lo schieramento nemico e far cadere il
campo trincerato di El Alamein. I combattimenti si protrassero con alterne vicende
provocando un forte logoramento delle forze italo-tedesche.
Ser Claude Aunchinlek (comandante
in capo inglese del Medio Oriente) in quel
momento disponeva di una divisione sudafricana attorno El Alamein, di due brigate indiane,
di tre brigate neozelandesi schierate lungo la depressione di Bab el Qattara e di circa
150 carri di cui 60 erano Grant, (la versione inglese del carro americano Lee) raccolti
sul crinale di Ruweisat. In un luogo chiamato Deir el Shein, aveva lasciato
intenzionalmente un varco tra i sudafricani e la nona brigata indiana, in modo di
attirare colà i tedeschi ed attaccarli da entrambi i lati. Le forze dell'Asse adesso,
nonostante le folgoranti vittorie, erano molto spossate, le distanze dalle basi di
rifornimento si erano allungate moltissimo e la RAF aveva il dominio quasi assoluto dal
cielo. A Rommel, dell'Afrikakorps erano rimasti soltanto 26 carri e 1500 uomini della
fanteria motorizzata tedesca. Nonostante le difficoltà egli era ancora fiducioso nelle
sue possibilità di vittoria.
Ordinò così alla 90a Leggera di
spingersi sopra Deir el Shein per poi tagliare a nord in direzione della costa,
circondando così i sudafricani. Contemporaneamente le sue due divisioni di
"panzer" più il 20o Corpo italiano, avrebbero travolto a sud i
neozelandesi a Bab el Qattara aggirando il crinale di Ruweisat. Ma l'attacco della 90a,
infiltratasi nel varco lasciato apposta dagli inglesi fallì, essendo assaliti i tedeschi
da tutti lati dai sudafricani, i quali invece dovevano sorprendere. Mentre a sud gli
italiani non riuscirono a sfondare le linee tenute dagli indiani Sick e Gurka. Solo molto
più tardi riuscirono a passare con l'aiuto dei carri tedeschi, ma ormai l'aggiramento era
fallito per il forte ritardo nell'esecuzione del piano. In serata rendendosi conto del
fallimento tedesco, Auchinleck ordinò un contrattacco sul fronte meridionale con
l'appoggio di carri armati, intendendo adesso accerchiare a sua volta il nemico. Rommel da
parte sua moltiplicò lo sforzo a nord, chiamando in aiuto della 90a tutta
l'Afrikakorps. Gli inglesi comunque ancora sconvolti dalle recenti sconfitte non
riuscirono ad intaccare seriamente lo schieramento difensivo tedesco a sud ed essi
nonostante i furiosi attacchi non riuscivano ad avanzare di mezzo metro. Durante i
combattimenti venne anche distrutta la divisione corazzata italiana "Ariete",
dai neozelandesi e dalla prima divisione corazzata inglese. Finalmente ci fu una sosta
temporanea il 4 luglio e l'America era già entrata in guerra. I Tedeschi dovevano fare
presto. Ma adesso erano le truppe inglesi ad attaccare tenendo sottopressione le truppe
italiane, che essendo male armate, costringevano i tedeschi ad accorrere da per tutto, per
tamponare le falle che si aprivano nel loro sistema difensivo. In questo modo non potevano
continuare la loro offensiva. La situazione si era invertita, ora erano gli inglesi ad
attaccare i tedeschi. Auchinleck tentò un ultimo attacco lungo la strada costiera con la
nona divisione australiana il 26 luglio e dopo una prima infiltrazione vennero però
respinti da un furioso contrattacco italo-tedesco. Mancò infatti l'appoggio dei carri,
che non riuscirono a passare tra i campi minati tedeschi e in un attacco diversivo
condotto al centro dello schieramento nemico, ne vennero distrutti addirittura 96 dai
cannoni controcarro 88, per essersi appunto bloccati in mezzo alle mine. Finisce così la
prima fase della battaglia di El Alamein, con i due eserciti ormai esausti che
pensano ad riorganizzarsi il più presto possibile. Da parte dell'Asse però vi erano
enormi difficoltà per far giungere i rifornimenti alle truppe, i sommergibili inglesi
facevano strage di piroscafi italiani nel Mediterraneo. Era la benzina il problema più
grosso e lamentava Rommel nel suo diario, che quando arrivavano i fusti dall'Italia,
questi, addirittura, erano pieni per i due terzi d'acqua. Nell'esercito inglese in questo
senso di problemi ve ne erano molti di meno, data la vicinanza del canale di Suez dove
venivano sbarcati i rifornimenti, anche se le navi che li trasportavano dovevano compiere
l'intero periplo dell'Africa. Un grosso cambiamento ci fu nel comando. Churchill reputando
che ormai le truppe non avevano più fiducia nei loro comandanti, silurò ingiustamente
Auchinleck che pure aveva brillantemente fermato l'Afrikakorps, sostituendolo con Sir
Harold Alexander, come comandante del Medio Oriente. A capo dell'Ottava Armata fu
designato, invece, dapprima il generale Gott, ma l'aereo che lo stava portando al fronte
fu abbattuto, si scelse così Bernard L. Montgomery.
Nel frattempo i due schieramenti si rafforzarono febbrilmente sulle
posizioni con lavori in terra e la posa di estesi e profondi campi minati.
Approfondimenti:
La
battaglia di El Alamein La Guerra del deserto dal 1940
al 1942; la prima e la seconda battaglia di El Alamein, armamenti, protagonisti e
conseguenze, bibliografia e link
El
Alamein Testimonianze, albo d'oro, documenti, la biografia di Paolo Caccia
Dominioni (dal sito bunker afrikano)
Diario di Rommel (1939-1943) Dal sito cronologia.it
El Alamein Dal sito secondaguerramondiale
Battaglia
di El Alamein Dal sito cronologia.it
El Alamein dal cinema alla realtà di Ilio Muraca, in
Patria Indipendente, n. 1, 19 gennaio 2003
L'opinione: El Alamein e Grecia,
un peso e due misure di Mark Brown
El Alamein, ricordare è
necessario per riconciliare L'opinione dello storico Mario Isnenghi
Tragico destino. Lassassinio di Alberto Bechi Luserna,
di Gualtiero Alberghini, in "Patria", n. 8, 29 settembre 2002
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