Pds-Ds
(1991)
a - La fondazione
Nel maggio 1988 Alessandro Natta, per motivi di salute, era costretto a
lasciare la carica di segretario del PCI al successore designato Achille Occhetto.
Con Occhetto iniziava una nuova fase nella vita del partito, determinata
peraltro dagli straordinari avvenimenti che stavano scuotendo i Paesi dell'Est europeo e
dal crollo del Muro di Berlino. Il nuovo segretario, sollecitato tra l'altro dai deludenti
risultati elettorali, annunciava nel 1989 l'intenzione di promuovere il cambiamento del
nome del partito, prendendo atto del definitivo distacco da un modello sovietico ormai in
disarmo.
Al termine di un lungo e acceso dibattito che coinvolgeva anche
emotivamente tutti i militanti della base, il comitato centrale approvava nel 1991 la
proposta della segreteria di mutare il nome "Partito Comunista Italiano" in
"Partito Democratico della Sinistra"; nuovo simbolo, una quercia con alle radici
il vecchio simbolo comunista.
Il marxismo viene definitivamente abbandonato:
si
dice addio al centralismo democratico;
si
condanna il regime cinese dopo Tien-An-Men;
si
afferma la centralità dellindividuo (e dei suoi diritti) in luogo di quella della
classe;
alla
lotta si sostituisce la non- violenza;
il
modello democratico sostituisce quello socialista;
il
nuovo punto di riferimento culturale è il pensiero liberaldemocratico.
In disaccordo con il profondo rinnovamento in senso riformista promosso
da Achille Occhetto, la componente fedele all'idea comunista e contraria al cambiamento
del nome rivendicava il diritto a costituirsi in partito con stesso lo nome e simbolo del
vecchio PCI. Tuttavia, dopo una delicata vicenda giudiziaria, la minoranza guidata da
Garavini e Cossutta doveva rinunciare a tener vivo un partito comunista e fondava un nuovo
partito, Rifondazione Comunista, nel quale confluiva anche l'organico di Democrazia
Proletaria.
Alle elezioni dell'aprile 1992 il PDS scendeva di 10 punti percentuali e
otteneva il 16,1%, mentre Rifondazione Comunista si attestava sul 5,6%. Tuttavia,
contemporaneamente a questo calo, gli altri partiti vengono travolti dalle inchieste della
magistratura; perciò il PDS, essendo coinvolto in Tangentopoli solo limitatamente
ad alcuni suoi dirigenti milanesi e avendo già avviato un processo di rinnovamento, si
salva dalla bufera e appare a molti come lultima speranza.
4. La prima volta al Governo
La ripresa è confermata nelle amministrative del 1993, ma una pesante
(soprattutto perché inaspettata) sconfitta viene riportata nelle elezioni del 1994.
Ovviamente è Occhetto a fare da capro espiatorio e la segreteria passa nelle mani di Massimo DAlema.
Questultimo, nellarco di due anni, riesce a portare il partito al governo
del Paese, promuovendo una coalizione di centro-sinistra, lUlivo, il cui candidato,
il cattolico ed ex presidente dellIRI Romano Prodi, varca nel 1996 la soglia di
Palazzo Chigi, guidando un esecutivo che porta l'Italia in Europa, risana i conti pubblici
e ottiene lusinghieri successi in campo economico e di rapporti internazionzli.
Lo stesso DAlema riceverà, infine, nel 1998, lincarico di formare il nuovo
governo, dopo la crisi del Governo Prodi, caduto in seguito all'uscita dalla maggioranza
di Rifondazione Comunista. Alla guida del partito gli succede Walter Veltroni e, dopo
l'elezione di questi a sindaco di Roma e la sconfitta elettorale dell'Ulivo nel 2001, l'ex
ministro della Giustizia Piero Fassino.
(notizie tratte in parte dal sito pericles.it)
Cronologia dal Pci ai Ds: 1921-1998
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