La guerra di Etiopia (1935-36)
La politica coloniale dell'Italia riprese slancio
negli anni Venti, trovando una sua coerente giustificazione nell'ideologia fascista.
Subito dopo l'avvento di Mussolini, la presenza italiana in Libia fu consolidata: fu
ampliata l'occupazione della Tripolitania settentrionale (1923-1925) e della Tripolitania
meridionale, mentre una dura repressione fu avviata in Cirenaica, guidata con successo dal
generale Graziani.
Tra il 1923 ed il 1928 fu inoltre completata la
conquista della Somalia, fino a quel momento limitata alla parte centrale del Paese.
In Etiopia, invece, il fascismo non ritenne, in
questa prima fase, di modificare la situazione. Anzi, nel 1928 Italia ed Etiopia
stipularono un patto di amicizia ed una convenzione stradale.
La decisione di intraprendere una campagna
militare in Etiopia iniziò a maturare a partire dal 1930.
Il pretesto per l'avvio delle operazioni militari,
i cui piani erano stati preparati già da tempo, fu offerto il 5 dicembre 1934 da un
incidente presso la località di Ual-Ual, lungo la frontiera somala. L'imperatore
d'Etiopia, Hailè Selassiè, preoccupato dai progetti italiani, si rivolse alla Società
delle Nazioni, di cui il suo Paese era membro dal 1923. Ma Inghilterra e Francia, che non
volevano alienarsi l'appoggio di Mussolini nel nuovo scenario politico d'Europa,
impedirono di fatto che l'azione italiana fosse ostacolata. Solo in un secondo tempo,
quando l'opinione pubblica internazionale iniziò a mobilitarsi contro la violenta
aggressione dell'Italia, la Società delle Nazioni approvò una serie di sanzioni
economiche contro l'Italia (ottobre 1935).
Il 2 ottobre 1935, in un famoso discorso
pubblicato il giorno successivo su tutti i giornali italiani, Mussolini annunciò l'inizio
di una guerra provocata senza alcuna causa plausibile, rispolverando come giustificazione
la bruciante sconfitta subita dall'Italia alla fine del secolo precedente:
«Con l'Etiopia abbiamo pazientato quaranta anni! Ora
basta!»
L'esito della guerra era facilmente immaginabile
considerato l'enorme dispiegamento di mezzi disposto dall'Italia.
Il 3 ottobre le truppe italiane invasero l'Etiopia
dall'Eritrea, occupando in breve tempo Adua, Axum, Adigrat, Macallè.
A metà novembre la direzione delle operazioni fu
affidata al generale Pietro Badoglio, che, dopo aver affrontato la controffensiva
etiopica, entrò ad Addis Abeba il 5 maggio 1936.
Il 9 maggio 1936 Mussolini poté proclamare la
costituzione dell'Impero italiano di Etiopia, attribuendone la corona al Re d'Italia
Vittorio Emanuele III.
(a cura di Enzo R. Laforgia)
documenti:
Mussolini annuncia l'invasione
dell'Etiopia (documento audio)
Direttive
di Mussolini a Graziani sulla Guerra d'Etiopia (uso gas asfissianti,
rappresaglie, no promiscuità)
Brutalità
italiane in Etiopia Dal diario segreto di Ciro
Poggiali, inviato speciale del "Corriere della Sera" ad Addis Abeba nel 36-37
Gli italiani in
Etipia: l'uso dei gas, la persecuzione degli ebrei libici, di Giovanni De
Luna, (La Stampa, 14 gennaio 2002)
La Proclamazione dell'Impero
(1936) Il discorso di Mussolini dopo la conquista dell'Etiopia
Mussolini annuncia il Re
Imperatore (documento
audio)
per
approfondimenti:
Storia:
l'Italia e il suo passato colonialista
Il colonialismo
italiano: un percorso per immagini (a cura di
Enzo R. Laforgia)
La guerra di Etiopia (a cura di Enzo R. Laforgia)
Carneficina fascista in Addis Abeba, 1937 (storia in network)
"La donna bianca e l'uomo
nero", norme a cura dell'Istituto coloniale
fascista, 1937
Nonno
in Africa La Campagna d'Africa attraverso gli
scatti di chi c'era
|