La
persecuzione degli zingari
Tra il 1939 e il 1945 vennero uccisi oltre 500.000 zingari, vittime del
nazionalsocialismo. La storia della deportazione e dello sterminio degli zingari è una
storia dimenticata: ancora oggi la documentazione è frammentaria e lacunosa. Eppure la
persecuzione degli zingari in epoca nazista è l'unica, oltre a quella ebraica, dettata da
motivazioni esclusivamente razziali: proprio come gli ebrei, infatti, gli zingari furono
perseguitati e uccisi in quanto « razza inferiore». E anche il regime fascista di
Mussolini diede il suo "contributo".
La
persecuzione in Germania
Allepoca
dellavvento al potere del nazismo, un numero imprecisato di zingari viveva in
Germania. Di ceppo Sinti, la loro presenza risaliva al quindicesimo
secolo. Organizzati in tribù si spostavano in carovane.
Più
tardi arrivarono i Rom, più portati a stabilirsi in residenze fisse e
a lavorare nelle fabbriche come nei servizi pubblici, a frequentare le scuole e ad
assolvere il servizio militare. Considerati comunque tutti vagabondi erano sottoposti,
dopo lemanazione delle Leggi di Norimberga, a sorveglianza della polizia, con un
pesante inasprimento di numerosi provvedimenti precedenti alle nuove leggi naziste.
Nel 1936, in occasione delle Olimpiadi di Berlino,
vetrina della grandezza e dello splendore del nazismo, gli zingari vennero rinchiusi nellapposito
campo di raccolta a Mahrzan. Nello stesso anno fu istituito a Berlino un Istituto di
igiene razziale e biologia etnica che doveva effettuare ricerche e stabilire lesatta
origine degli zingari. E circa 400 vennero deportati nel KL Dachau, dove furono raggiunti
nel 1938 da altri 1.500, trasferiti poi al KL Buchenwald.
Quando apparve che gli unici, veri ariani,
la razza pura così cara ai nazisti, erano gli zingari puri, tutti i documenti dellIstituto
sparirono e lo stesso venne chiuso.
L8 dicembre 1938, Heinrich Himmler
provvide a promulgare un editto per la lotta contro la piaga degli zingari.
Nel giugno 1939 più di 2.000 zingari
venivano arrestati e deportati: 440 donne a Ravensbrueck e circa 1.500 uomini a
Buchenwald.
Quando la Germania, l1 settembre 1939,
aggredì la Polonia, le SS delle Einsatzgruppen massacrarono intere popolazioni e
moltissimi zingari. Il 21 settembre dello stesso anno venne messo in atto un piano di
deportazione di 30.000 zingari dalla Germania in Polonia. Nellaprile del 1940, 2.500
furono trasferiti nel ghetto di Lodz. Anche in Austria, Moravia e Slovacchia, come in
Francia, Olanda, Belgio e Lussemburgo, nazioni occupate dalle armate naziste, gli zingari
sono rastrellati ed inviati dapprima in appositi campi di lavoro e poi, dalla primavera
del 1941 ad Auschwitz, ove nel marzo 1943 a Birkenau, venne istituito lo speciale settore
a loro riservato, denominato Zigeunerlager (32 baracche). In questo lager nel lager,
vengono imprigionate intere famiglie in attesa di essere sterminate nelle camere a gas.
Non meno di 16.000 persone imprigionate, presenti nella primavera 1943. Nel settembre
1942, molti zingari furono inviati dal ghetto di Varsavia a Treblinka, per esservi
sterminati.Un intero trasporto, proveniente da Bialystock 1.700 donne, bambini e
uomini fu totalmente eliminato allarrivoad
Auschwitz-Birkenau, nel marzo 1943, senza che nemmeno uno di loro avesse avuto la
possibilità di entrare nel campo. Il 16 maggio 1944, i nazisti tentano di liquidare lo
Zigeunerlager, ma desistono davanti alla rivolta disperata degli zingari prigionieri.
Tuttavia lazione verrà di nuovo organizzata dalle SS nei primi giorni dellagosto
1944 quando, in una sola notte, 2.897 zingari vengono eliminati nelle camere a gas di
Birkenau. Il famigerato dottor Mengele, condusse numerosi ed atroci esperimenti sui
bambini zingari che, al loro arrivo, provvedeva personalmente a selezionare come cavie sue
preferite, in particolare per le sue efferate ricerche sul nanismo e sul noma, un
tumore della pelle, causato dalla denutrizione e largamente presente trai bambini Rom del
lager.
Si trovano nomi di zingari nel libro dei
morti di Mauthausen, di Gusen, di Natzweiler, di Neuengamme, di Struthof, di Flossenburg,
di Salzwed
Le ricerche degli storici fanno stimare in
non meno di 500.000 gli zingari sterminati. Ma a questo numero devono essere aggiunti
quelli delle vittime delle stragi di massa nei paesi baltici e balcanici, ad opera non
solo dei nazisti, ma anche dei collaboratori e fiancheggiatori locali. Basti ricordare i
campi degli ustasha croati, quello di Jasenovach in particolare.
La
persecuzione in Italia
In Italia, dove la presenza di zingari era
stimata, negli anni 20/30, in 25.000 unità, il fascismo sollevò la questione
degli zingari e si richiamò a argomentazioni scientifico-culturali di
assolutamente improbabile serietà.
Se nel 1938, nel Saggio sulla storia
e le origini degli zingari, venivano definite le qualità psico-morali degli zingari
mutazioni regressive e si affermava che il prodotto di incroci tra zingari e italiani era da considerarsi uno sfavorevole apporto
razziale, nel 1939, sulla rivista Difesa della razza, Guido Landra, uno
dei firmatari del Manifesto della Razza, denunciava il pericolo rappresentato dagli
zingari, sottolineando la loro nota tendenza al vagabondaggio e al ladronaggio, ma
soprattutto richiamando lesemplare atteggiamento tenuto dal governo tedesco nei loro
confronti.
Auspicando che anche in Italia si
adottassero, e al più presto, analoghi provvedimenti contro gli zingari che, per Landra,
altro non erano che eterni randagi privi di senso morale.
Rastrellamenti di nomadi, soprattutto se
stranieri o di cittadinanza dubbia, furono compiuti già dalla metà del 1938. In genere
il loro destino era lespulsione dal territorio italiano o la deportazione in
Sardegna, in Calabria o in altre zone disagiate ed isolate dellItalia meridionale.
L11 settembre 1940, il capo della
polizia, Arturo Bocchini, emanò i primi provvedimenti di internamento, inviati ai
Prefetti del Regno e al Questore di Roma.
Ebbero così inizio i primi arresti. Gli
zingari rastrellati nel Ferrarese venero
concentrati nel comune di Berra, mentre quelli che vivevano nella provincia di Bolzano
furono imprigionati nel locale carcere. Per quelli presenti nei territori di Campobasso,
il Prefetto locale fece presente lopportunità di destinare al loro internamento il
campo di concentramento di Boiano. Era questo un campo composto di quattro grandi
costruzioni di un ex fabbrica per la lavorazione del tabacco, di fronte alla linea
ferroviaria, circondate da un reticolato alto due metri. Secondo i dati ufficiali, il
campo di concentramento di Boiano poteva accogliere 250 internati normali
oppure 300 zingari. A Boiano vennero imprigionati 58 zingari, trasferiti dopo
il 15 agosto 1941, nel campo di Agnone, che già ne aveva avuti in carico altri 57, dal
luglio 1940. Nel settembre 1941, da un documento del
Comune, risultavano essere 76 gli zingari
internati in questo campo, di nazionalità italiana, spagnola, croata, francese. Un gruppo
di zingari fu trasferito successivamente a Isernia.
A Tossicia (Teramo) vennero deportati
zingari- intere famiglie - provenienti dalla Slovenia. In condizioni raccapriccianti
vissero uomini, donne e bambini. Nove ne nacquero durante la prigionia, condizione che
durò fino al 26 settembre 1943, quando gli zingari, dopo che nonostante i fatti dell8
settembre, nessuno era stato rilasciato, abbandonarono il campo e si rifugiarono nella
zona di Bosco Matese.
Zingari vennero imprigionati anche a
Vinchiaturo (Campobasso), Ferramonti (Cosenza), Poggio Mirteto (Rieti) e Perdasdefogu, in
Sardegna.
Durante il conflitto bellico, nei paesi
dei Balcani occupati militarmente, le gerarchie militari consegnarono ai fascisti croati
ed ai nazisti gli zingari che cadevano nelle mani dellesercito italiano.
Dopo
l 8
settembre 1943
alcuni zingari , fuggiti dai campi italiani si unirono alle formazioni partigiane,
partecipando alla Resistenza contro i nazifascismi. Tra loroWalter Catter, fucilato l11
novembre 1944,
il cugino Giuseppe Catter, fucilato a Colle San Bartolomeo (Imperia), Rubino Bonora, il
rom istriano Giuseppe Levakovich, Amilcare Debar, staffetta e poi partigiano combattente
nella 48° brigata Garibaldi e, dopo la guerra, rappresentante del suo popolo alle Nazioni
Unite.
La persecuzione degli zingari da parte del Fascismo a
cura di Giovanna Boursier ("Triangolo Rosso")
Lo sterminio degli zingari durante la seconda guerra
mondiale a cura di Giovanna Boursier ("Studi Storici")
Scheda sugli zingari vittime del terrore nazista
(a cura di Myriam Novitch)
La testimonianza
di un Sinto tedesco deportato ad Auschwitz
"Le
storie di Stanka e Maria" La testimonianza di una donna Rom
slovena deportata dal fascismo prima nel campo di Arbe e poi in quello di Gonars (in
provincia di Udine)
Fonti:
Boursier Giovanni Zigeuner:
lo sterminio dimenticato Sinna Roma,1996
Carlo Spartaco Capogreco I
campi del duce Einuadi Torino, 2004
Lech Mroz Del martirio degli
zingari durante loccupazione nazista della Polonia
Miriam Novitch Il genocidio
degli zingari sotto il regime nazista Quaderni ANEI n°1
Stefano
Vastano Olocausto zingaro LEspresso, 9
aprile 1998
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