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Il Partito d'Azione
"Sono passati cinquantaquattro anni dalla caduta del governo Parri che segnò la
fine della brevissima avventura politica del Partito d'Azione - ha scritto Giorgio Bocca
nel 1999 sulle colonne di Repubblica -, ma l'azionismo resta un partito centrale della
politica italiana: un partito virtuale, in gran parte immaginario, l'opposto di tutti i
vizi e le debolezze secolari della nazione, di una virtuosità giacobina, estranea alla
cultura clericale del paese, di fronte a cui anche i suoi vecchi militanti si sentono
impari: ma davvero eravamo un partito di vipere come diceva Giannini il fondatore dell'
Uomo qualunque del professor Codignola? Un partito di incorreggibili sovversivi come
dicevano di Riccardo Lombardi e di Emilio Lussu i liberali? O più semplicemente gli eredi
delle minoranze laiche, illuministe, repubblicane, riformiste fatte regolarmente a pezzi
dalle restaurazioni borboniche o papaline, una minoranza scomoda in un paese diviso fra
guelfi e ghibellini?".
Giustizia e Libertà
1942, nasce il Partito d'Azione
Il Partito d'Azione nella Resistenza, il Governo Parri e lo
scioglimento del partito
Saggi
Biografie di azionisti
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