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Omicidio Biagi

No global e girotondi, no al terrorismo e alla violenza

L'editoriale di Manipulite.it

Abbiamo aspettato 24 ore in silenzio per rispettare la tragedia umana della famiglia Biagi, così orrendamente colpita.
Però abbiamo ascoltato con attenzione le prime dichiarazioni, poi i commenti, quindi gli approfondimenti, ed abbiamo tratto la conclusione che il nostro dolore, il nostro stordimento attonito, la nostra immediata reazione di ribellione positiva e propositiva erano i sentimenti diffusi nella massima parte degli italiani.
Ed allora abbiamo avuto la chiara percezione che ci stiano sparando addosso: stanno sparando addosso alla Democrazia italiana ed a tutti i cittadini che si riconoscono in maniera irrevocabile ed irreversibile sulla strada del confronto e del dibattito dialettico anche aspro, anche inflessibile, ma assolutamente legato ai principi della legalità e del rispetto della persona umana.
Non dobbiamo quindi cadere nella trappola dei terroristi, che già hanno trovato alcuni - speriamo inconsapevoli - sodali: sto parlando di quei personaggi pubblici che hanno ceduto all'emotività del drammatico momento puntando un indice accusatorio contro chi "alimentava la mano degli assassini instaurando in Italia un clima di odio e di conflitto sociale".
Noi a questo gioco sporco non ci prestiamo, e neanche replichiamo.
Ci piace invece rivendicare la nostra scelta non violenta, anche nei simboli come i "Girotondi", anche nell' opzione irrinunciabile del dialogo e del confronto pubblico di queste settimane, come nel titolo nella nostra newsletter n.4 del 10 marzo "Vincere a colpi d'amore", come nell'aver aperto da giorni persino un Forum tematico intitolato "Parlamento Virtuale" e recante come sottotitolo "Cerchiamo di creare un luogo, sia pure virtuale, dove sia possibile aprire un confronto anche serrato, ma corretto, tra "destra", "centro" e "sinistra".
Questi siamo noi: fermi ma sereni.
Adesso lanciamo un appello a tutti gli italiani di stringersi attorno alla nostra Democrazia ferita, di far fronte comune contro la barbarie ed il terrorismo assassino.
Non arretreremo di un millimetro la nostra posizione di critica sociale, e non abbiamo bisogno di "abbassare i toni", in quanto non li abbiamo mai alzati: guai se noi, se i sindacalisti, se gli uomini politici lasciassimo passare l'idea che un gesto di terrorismo possa in qualche modo modificare la normale dialettica politica; guai se in certe aree di dramma sociale apparisse possibile "raddrizzare" il corso degli eventi utilizzando la violenza, come è chiaro vorrebbero tutti i terroristi della storia.
Dobbiamo dimostrare invece, noi tutti italiani di buona volontà, che con quel gesto vile e barbaro quei criminali hanno suscitato una tale ondata di sdegno, una così forte reazione emotiva che, se prima guardavamo con scetticismo alla possibilità di una svolta positiva nelle dinamiche socio-politiche, da adesso in poi ci batteremo con ancora più determinazione per far sì che l'Italia possa acquisire la serena certezza che chi governa ha il diritto-dovere di governare e chi si oppone ha il diritto-dovere di costituire le proprie ragioni contro il Governo, con un'accresciuta consapevolezza delle proprie responsabilità e del fatto di rappresentare insieme, maggioranza ed opposizione, un intero popolo democratico ed una grande nazione civile.
                                                                

 

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