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pallanimred.gif (323 byte) Napoli, piazza. No Global: ventimila No alla guerra

È finita con un partita di calcio in piazza del Plebiscito tra Kurdistan e Palestina, le due delegazioni che hanno guidato simbolicamente il corteo. È finita senza gol ma in festa la temuta manifestazione dei no global. In ventimila (trentamila secondo gli organizzatori) hanno sfilato tra piazza Garibaldi, via San Giovanni a Carbonara, via Foria, piazza Dante, via Medina. Senza incidenti. Solo un piccolo falò in piazza Mancini e una bandiera di Berlusconi incendiata davanti alla prefettura. Ma tanti, tantissimi slogan contro le forze dell'ordine («assassini, bastardi, servi dei servi») scanditi senza sosta soprattutto dal troncone del corteo occupato da anarchici e marxistileninisti ogni volta che polizia e carabinieri erano schierati a difesa di sezioni di An o di palazzi istituzionali.
Una manifestazione organizzata per contestare il vertice Nato e poi trasformata in marcia contro la guerra. «Abbiamo dimostrato spiega in serata Francesco Caruso, leader dei no global napoletani di essere tantissimi, non pensavamo di raccogliere in piazza decine di migliaia di persone. E siamo pronti a scendere di nuovo. Se nelle prossime ore dovesse scoppiare la guerra, invitiamo tutti a spegnere le tivù e a manifestare con noi pacificamente. Meno male che c'è il Papa, solo lui è contro a guerra. Gli invieremo una lettera in cui chiederemo un incontro. Il movimento antiglobalizzazione diventa ora movimento contro la guerra».
Il corteo che a marzo fu bloccato violentemente in piazza Municipio ha dunque «violato» simbolicamente la zona rossa arrivando festosamente in piazza del Plebiscito. Un corteo pacifico che ha attraversato la città in due ore. All'inizio i commercianti hanno abbassato le saracinesche temendo incidenti, poi lungo la strada alcuni negozi sono rimasti aperti. Soprattutto i bar, che hanno venduto migliaia di lattine di birra. Qualche attimo di tensione solo in piazza Dante, appena il corteo ha fatto finta di assaltare la sede di An e il McDonald protetto in realtà da un cordone organizzato dagli stessi no global.
Centri sociali, Cobas, Cgil, sinistra giovanile, Donne in nero, Rifondazione, disoccupati del Movimento di lotta per il lavoro, Federazione anarchici italiani e diversi intellettuali. «Dopo i fatti di Genova spiega lo scrittore Erri De Luca sono stato convocato di nuovo in piazza, rispolverato dagli anni Settanta. Da quell'attacco osceno a una manifestazione colossale».
In via Cirillo una folta comunità di cinesi accoglie il corteo con un frenetico sventolio di fazzoletti bianchi. A due passi lo sceneggiatore americano Jonathan Gainer: «Il terrorismo non si combatte con la guerra, non si sconfigge con la disperazione dei popoli che soffrono su terre desolate. Attaccare quelle popolazioni significa aggiungere disperazione alla disperazione».
In piazza anche il magistrato Nicola Quatrano, l'assessore comunale di Rifondazione Raffaele Tecce, l'ex senatore dei Ds Eugenio Donise, i consiglieri comunali della quercia Mario Coppeto e Valeria Valente. Sfila anche Gaetano De Simone che fu pestato il 24 aprile del '99 a Bagnoli durante una protesta contro la guerra nei Balcani.
Un grande corteo, con una presenza però ridotta dei cattolici e senza Legambiente che hanno invece partecipato in mattinata ad una manifestazione a Porta Capuana con altri esponenti dei no global. «Da mesi spiega Pasquale Orlando, presidente regionale delle Acli abbiamo impostato una distinzione, a partire dalla scelta degli slogan contro la Nato che non ci piacevano prima e non ci piacciono dopo l'11 settembre. I problemi con il resto del movimento di cui facciamo parte riguardano forme di linguaggio e atteggiamenti ma, in alcuni casi, anche i contenuti».
I cattolici erano comunque presenti in corteo con Assopace, parroci e frati. Due francescani, Luigi e Antonio, sono arrivati da Sarno. Piero Manfredi, parroco della chiesa di Materdei a Palma Campania, accusa: «Anche la chiesa, sui problemi del terzo mondo, deve fare una seria autocritica».

(la Repubblica, 28 settembre 2001)

 

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