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La "Carta Atlantica"


Il 14 agosto 1941 il presidente Roosevelt ed il primo ministro Churchill tennero una riunione a bordo della nave da guerra inglese Prince of Wales al largo delle coste di Terranova. I due concordarono i termini di quello che avrebbe dovuto essere il nuovo assetto mondiale, basato sulla fine delle dittature e dei guadagni territoriali, sulla rinuncia all'uso della forza nelle controversie internazionali, sul disarmo degli aggressori e la massima cooperazione di tutte le nazioni per un generale benessere sociale ed economico. L'affermazione di questi princìpi si accompagnava alla esplicita difesa del diritto di autodeterminazione per tutti i popoli, prefigurava un mondo libero "dal bisogno e dalla paura" e costituiva l'ideale prolungamento dell'enunciazione rooseveltiana delle Quattro Libertà (libertà di parola, libertà di culto, libertà dal bisogno e libertà dalla paura), con cui il presidente degli Stati Uniti aveva assunto di fronte al mondo sconvolto dalla guerra il ruolo di paladino della democrazia nel gennaio 1941. La Carta atlantica, come venne chiamato il documento che venne fuori dalla riunione, si proponeva due obiettivi: parare un'eventuale nuova offensiva di pace di Hitler e fissare dei princìpi per il dopoguerra. Il mese dopo il documento venne firmato anche dall'URSS e da altri 14 paesi nemici dell'Asse. Il 7 dicembre 1941 i giapponesi attaccarono la base navale americana di Pearl Harbor, nelle Hawaii e il giorno dopo gli Stati Uniti dichiararono loro guerra. L'11 dicembre l'Italia e la Germania dichiaravano guerra agli Stati Uniti, ed il conflitto europeo si fondeva con quello del Pacifico, coinvolgendo l'intero globo

Il Trattato

I loro Paesi non aspirano a ingrandimenti territoriali o d’altro genere.

Essi non desiderano mutamenti territoriali che non siano conformi al desiderio, liberamente espresso,dei popoli interessati.

Essi rispettano il diritto di tutti i popoli a scegliersi la forma di governo sotto la quale intendono vivere;e desiderano vedere restituiti i diritti sovrani di autogoverno a coloro che ne sono stati privati con la forza.

Fermo restando il rispetto dovuto ai loro attuali impegni, essi cercheranno di far sì che tutti i paesi, grandi e piccoli, vincitori e vinti, abbiano accesso, in condizioni di parità, ai commerci e alle materie prime mondiali necessarie alla loro prosperità economica.

Essi desiderano attuare fra tutti i popoli la più piena collaborazione nel campo economico, al fine di assicurare a tutti migliori condizioni di lavoro, progresso economico e sicurezza sociale.

Dopo la definitiva distruzione della tirannia nazista, essi sperano di veder stabilita una pace che offra a tutti i popoli i mezzi per vivere sicuri entro i loro confini e dia affidamento che tutti gli uomini, in tutti i paesi, possano vivere la loro vita liberi dal timore e dal bisogno.

Una simile pace dovrebbe permettere a tutti gli uomini di navigare senza impedimenti oceani e mari.

Essi sono convinti che, per ragioni pratiche nonché spirituali, tutte le nazioni del mondo debbano addivenire all’abbandono dell’impiego della forza. Poiché nessuna pace futura potrebbe essere mantenuta se gli Stati che minacciano, e possono minacciare, aggressioni al di fuori dei loro confini, continuassero a impiegare armi terrestri, navali ed aeree, essi ritengono che, in attesa che sia stabilito un sistema permanente di sicurezza generale, è indispensabile procedere al disarmo di quei paesi. Analogamente, essi aiuteranno e incoraggeranno tutte le misure praticabili al fine di alleggerire il peso schiacciante degli armamenti per tutti i popoli amanti della pace.


 

Franklin D. Roosevelt - Winston S. Churchill
14 agosto 1941

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