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Lo sbarco in Sicilia (luglio
1943)
La Conferenza di Casablanca ed
il piano di invasione della Sicilia: Operazione
"Husky"
a cura di Claudio Li Gotti
Nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943 le forze Alleate
britanniche, americane e canadesi sbarcarono sulle spiagge della Sicilia, ancora
controllata dalle forze dellAsse, nellambito della cosiddetta "Operazione
Husky". Nellarco di terra tra Licata e Siracusa si riversarono
160.000 soldati; 4000 aerei da combattimento e da trasporto fornirono lappoggio dal
cielo mentre nel mare ci furono 285 navi da guerra, due portaerei e 2.775 unità di
trasporto.
Lo sbarco in Sicilia fu la seconda più imponente operazione offensiva
organizzata dagli Alleati nella seconda guerra mondiale, la più vasta in assoluto nel
settore del Mediterraneo; soltanto con linvasione della Normandia ("Operazione Overlord"),
undici mesi dopo, si riuscì ad impiegare un numero maggiore di uomini. Per la prima volta
apparvero il DUKW, camion anfibio a sei ruote, ed il LST, mezzo da sbarco per i carri
armati. Nella fase iniziale vennero sbarcate ben sette divisioni (tre inglesi, tre
americane ed una canadese) contro le cinque sbarcate nel corso della corrispondente fase
in Normandia.
La Sicilia venne liberata in soli 39 giorni quando, il 17 agosto, le
truppe Alleate entrarono a Messina dopo aver conquistato tutte le altre importanti città
(Palermo il 22 luglio, Catania il 5 agosto) e costringendo i tedeschi alla fuga verso la
Calabria.
Lidea di invadere la Sicilia era emersa dapprima a Londra durante
lestate del 1942, quando vennero fissati due importanti obiettivi strategici nel
Mediterraneo per le forze inglesi: Sicilia e Sardegna, alle quali furono assegnati
rispettivamente i nomi in codice di Husky e Brimstone. Ma la possibilità di
un invasione tutta britannica della Sicilia venne immediatamente esclusa. Dopo aver
sconfitto le truppe italo-tedesche ad El Alamein, in Egitto, e dopo il successo
dellinvasione del Marocco e dellAlgeria (novembre 1942, "Operazione Torch"),
le truppe Alleate anglo-americane si accingevano a conquistare lAfrica
settentrionale. Ora che la vittoria in Nordafrica era prossima, bisognava preparare la
mossa successiva; la Conferenza di Casablanca, chiamata in codice "Operazione Symbol",
fu organizzata il 14 gennaio del 1943 proprio per prendere una decisione comune sul da
farsi. E la risposta fu: invadere la Sicilia. La più grande isola del Mediterraneo, a 130
km dalla costa della Tunisia, rappresentava la porta per entrare in Italia e segnare il
primo attacco alla "Fortezza Europa"; la Sicilia gettò la basi per le decisive
battaglie che seguirono nel 1944.
La decisione finale non fu però facile; inglesi ed americani avevano
infatti due opposte concezioni della guerra. Gli americani, fiduciosi delle loro immense
risorse materiali, erano per un attacco frontale contro la Germania da attuarsi con un
invasione della Francia del nord attraverso il Canale della Manica; gli inglesi,
consapevoli di possedere minori risorse ma più esperti sui mari, preferivano invece un
attacco meno diretto e continuare la strategia sul Mediterraneo volta a portare fuori
dalla guerra lItalia (considerata il "ventre molle" dellEuropa).
Alla conferenza, la rappresentanza britannica era capeggiata dal Primo Ministro W.
Churchill e dal capo di Stato maggiore imperiale, il generale sir Alan Brooke;
inoltre erano presenti lammiraglio sir Dudley Pound, il maresciallo di campo sir
John Dill (che rappresentava i capi di Stato maggiore inglesi a Washington) ed il futuro
maresciallo della Royal Air Force sir Charles Portal. La delegazione americana era molto
ridotta ed impreparata rispetto a quella inglese, poiché i più esperti ed importanti
ufficiali di Stato maggiore erano rimasti a Washington. Oltre al Presidente F.D.
Roosevelt, erano presenti il generale George C. Marshall, capo di
Stato maggiore dellesercito americano, lammiraglio Ernest J. King, capo delle
operazioni navali ed il generale H.H. Arnold, che comandava le Forze aeree.
Laccordo che venne raggiunto a Casablanca, dopo forti contrasti
tra i comandanti delle due potenze Alleate, fu in realtà un compromesso tra le due
rispettive concezioni della guerra. A prevalere fu comunque la strategia complessiva
inglese: gli americani finirono per appoggiare le richieste inglesi di continuare le
operazioni sul Mediterraneo, attraverso linvasione della Sicilia, in cambio
dellimpegno da parte degli inglesi per un attacco diretto sul Canale lanno
successivo.
In seguito allaccordo di Casablanca, il Generale Dwight D.
Eisenhower, già comandante delle forze Alleate in Nordafrica, ebbe il comando
supremo delloperazione Husky. Sotto di lui, il generale Sir Harold
Alexander fu designato comandante di tutte le forze di terra ed ebbe la diretta
responsabilità dei combattimenti, lammiraglio Andrew B. Cunningham
doveva essere il comandante delle Forze navali mentre il comando delle Forze aeree Alleate
fu assegnato al maresciallo dellAria Sir Arthur Tedder. Lo Stato
maggiore unificato (JPS-Joint Planning Staff) affidò ad Eisenhower il compito di
formare un quartier generale per organizzare il piano di invasione e alla fine di gennaio
venne creato un gruppo di programmazione ad Algeri che prese il nome di "Task
Force 141" perché gli era stato dato il numero della stanza
dellalbergo dove ebbe luogo il primo incontro. Vennero create due distinte unità
operative che avrebbero dovuto agire in modo autonomo in Sicilia: una orientale,
britannica, chiamata "Force 545" ed una occidentale, americana,
chiamata "Force 343". Come comandanti dellesercito
Eisenhower scelse il Generale Sir Bernard Montgomery a capo dellOttava
Armata inglese ed il Tenente Generale George Patton per la Settima
Armata americana; il comando navale e dellaviazione sarebbe invece spettato
rispettivamente allAmmiraglio Ramsay ed al vice Maresciallo dellaria
Broadhurst per lunità orientale, al vice Ammiraglio Hewitt ed al Generale House per
quella occidentale. Comunque i comandanti Alleati erano impegnati in nord Africa contro le
truppe dellAsse e fino ad aprile non dedicarono molta attenzione allOperazione
Husky. Il primo tentativo di piano proponeva atterraggi degli inglesi tra Siracusa
e Gela, seguiti da una divisione dassalto su Catania, mentre gli americani dovevano
far atterrare una divisione nei pressi di Sciacca seguita da unassalto su Palermo,
per catturare il suo porto. Montgomery espresse le sue preoccupazioni sul piano della
force 141 direttamente al quartier generale di Algeri, davanti ad Eisenhower ed Alexander.
Egli riteneva più appropriato che gli americani sbarcassero sulla costa meridionale per
prendere gli aerodromi e rinunciassero allo sbarco a Palermo; il comandante
dellOttava Armata si aspettava una forte resistenza delle forze dellAsse in
Sicilia perciò chiedeva un atterraggio iniziale più forte e più concentrato. Il piano
di Montgomery scatenò le reazioni degli altri comandanti superiori: sia Tedder che
Cunningham erano favorevoli allidea di sbarchi sparpagliati, mentre Patton era in
collera poiché la proposta di Montgomery avrebbe relegato le truppe americane ad un ruolo
di minore importanza, mentre gli inglesi avrebbero compiuto le imprese maggiori. Per
superare le divergenze, Eisenhower convocò un incontro tra tutti i comandanti per il 2
maggio, ad Algeri. Qui Montgomery riuscì a far valere le sue ragioni militari per far
cancellare loperazione su Palermo e dirottare lo sforzo americano solo sulla zona di
Licata-Gela-Scoglitti. Eisenhower, rendendosi conto che la crisi doveva giungere ad una
fine, il 3 maggio prese la decisione di accettare la versione di Montgomery che poi venne
adottata come piano definitivo per la presa della Sicilia (il 13 maggio).
Nel piano, lVIII Armata avrebbe assalito quella parte di costa
situata tra Siracusa e Pozzallo, con quattro divisioni (la 5° e la 50° del XIII Corpo
dArmata, la 1° canadese e la 51° Highland del XXX Corpo dArmata) ed una
brigata indipendente (la 231° di fanteria) con lo scopo di catturare il porto di Siracusa
e le zone di sbarco intorno a Noto e Pachino, per poi prendere contatto con la VII Armata
di Patton a Ragusa. Le forze avrebbero proseguito verso nord per impadronirsi dei porti di
Augusta e di Catania e dei campi di aviazione di Gerbini, tutti importanti obiettivi
strategici, per poi spingersi alla cattura di Messina e isolare le truppe dellAsse
dallItalia continentale.
La VII Armata sarebbe sbarcata nellarea del Golfo di Gela, tra
Licata e Capo Scaramia, con due divisioni del II Corpo dArmata, la 1° (chiamata Dime
Force, che doveva attaccare Gela) e la 45° (chiamata Cent Force, che avrebbe
attaccato Scoglitti), più una sotto task force separata (Joss Force) composta da
27000 uomini della 3° divisione guidata dal generale Lucian Truscott (rinforzata da un
battaglione di Rangers e da una rappresentanza di 900 marocchini) che doveva dirigere un
attacco simultaneo contro Licata. I principali obiettivi della Task Force americana erano
il porto di Licata e i campi di aviazione di Ponte Olivo, Comiso e Biscari, per poi
prendere contatto a Ragusa con le truppe dellVIII Armata e proteggere il loro fianco
sinistro.
Prima degli sbarchi delle due Armate erano previsti atterraggi di
truppe aviotrasportate e di alianti della 1° Brigata di sbarco aereo e dell82°
divisione aviotrasportata per ostacolare i movimenti e le comunicazioni nemiche e per
aiutare a catturare i campi daviazione nel settore di Gela e limportante ponte
sul fiume Anapo a sud di Siracusa.
Le forze navali, infine, erano suddivise in due task forces (orientale
e occidentale) e dovevano appoggiare gli sbarchi delle due Armate, sostenendole con il
cannoneggiamento navale. Limponente flotta di 3200 navi riunite per
loperazione Husky fu la più gigantesca che si sia mai vista nella storia
mondiale.
Documentazione:
Carlo DEste, Lo sbarco in Sicilia, Mondadori 1990
A. Santoni, Le operazioni in Sicilia e Calabria, S.M.E. 1983
S. Rigge, La campagna dItalia in Storia del mondo
contemporaneo, vol. IV
percorsi in rete:
Sbarco in Sicilia (La II Guerra
Mondiale)
Il destino dell'Italia si decide a Casablanca Come
venne deciso lo sbarco in Sicilia (Istrid)
Il primo assalto alla fortezza Europa La storia dell'operazione sbarco (Istrid)
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