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Lo sbarco in Normandia
(6 giugno 1944)
L'operazione Overlord
a cura di Saverio Malatesta
"Ma perché ci siamo messi in testa di farlo?". Proprio queste parole Winston
Churchill si lasciò sfuggire nel febbraio del 1944 in un momento di totale sfiducia
nelloperazione Overlord e lo stesso Alan Brooke, capo si stato maggiore imperiale
scriveva il 5 Giugno del 44, il giorno prima del difficile ma vittorioso sbarco:
"Nel migliore dei casi , riuscirà parecchio inferiore alle aspettative della maggior
parte della gente , in particolare di coloro che ignorano del tutto le difficoltà
dellimpresa. Nel peggiore, potrebbe rivelarsi come il disastro più sinistro di
tutta la guerra".
Il pessimismo che aleggiava nelle file degli alleati sembra appartenere ad
unaltra epoca se lo compariamo con leccessivo entusiasmo e ottimismo del
maresciallo britannico Montgomery appena tre mesi dopo, esattamente il 5 settembre.
"I tedeschi sono ormai sullorlo del crollo definitivo" tuoneggiava sicuro
il maresciallo; "La resistenza tedesca difficilmente potrà continuare oltre il 1°
Dicembre del 1944 e
potrebbe terminare anche prima" affermava il comitato
congiunto per le informazioni alleate a Londra. Perfino il flemmatico direttore delle
operazioni militari al ministero della Guerra britannico annotava il 6 Settembre:
"
.potremmo essere a Berlino il 29 di questo mese". Quest ultimi non
sapevano però che di lì a pochi giorni si sarebbero imbattuti nella cocente delusione
del piano Market-Garden , che nel Gennaio del 45 a Bastogne grazie alleroismo
di alcuni soldati si evito una clamorosa disfatta e che la guerra in Europa sarebbe
quindi terminata soltanto nel maggio del 45.
Ciò che lega strettamente questi eventi sono gli uomini che parteciparono attivamente
e riuscirono a sopravvivere alle operazioni belliche. Con i loro occhi hanno potuto vedere
,con il cuore provare ciò che oggi possiamo raccontare. Le loro piccole storie ne
compongono una ancora più grande, fatta di attacchi, conquiste ,ritirate, errori
strategici: fatti che delinearono gli eventi più rilevanti . Sono proprio gli errori
clamorosi commessi da entrambe le parti che rendono più umana una guerra caratterizzata
da disumane atrocità. Rimane ad esempio un evento straordinario che la Germania non diede
segno di aver valutato quanto gli sarebbe venuto a costare la mancanza della Luftwaffe, la
quale non condusse la benché minima ricognizione aerea della costa orientale inglese dove
era tutto un brulicare di soldati nei campi militari. La maggior parte dei generali
tedeschi poi erano convinti che lo sbarco sarebbe avvenuto a Calais come gli alleati
volevano far credere attraverso bombardamenti ripetuti e incursioni aeree. Lunico
veramente convinto che lo sbarco sarebbe avvenuto in Normandia era il feldmaresciallo
Erving Rommell , il quale una mattina di Maggio visitando un reggimento di artiglieria a
Ouistreham vicino la costa, disse: "Se si decidono a venire sarà proprio qui".
Non venne preso troppo sul serio.
Ma cosa pensavano veramente i soldati tedeschi e chi erano quegli uomini che sarebbero
dovuti sbarcare a Omaha, Utah, Sword, Gold e Juno, le 5 spiagge normanne, o paracadutarsi
nellentroterra francese?
Gli uomini dellesercito tedesco sul litorale francese nel Giugno del 1944 si
reggevano su un misto di fatalismo e di fede cieca. Soprattutto, forse, in maggiore parte
si lasciavano cullare da un senso di irrealtà , nella confortante illusione che non fosse
possibile che proprio quella distesa di dune spazzate dal vento ,quegli accantonamenti e
quelle postazioni divenuti per loro così familiari, fossero scelti, invece di altri,
dagli alleati per consegnarli alla storia come uno dei più famosi campi di battaglia.
"Non ritenevamo che ci convenisse riflettere troppo sulle sensazioni che
provavamo" ha detto con asciutto realismo un ufficiale dello stato maggiore della
21ma Panzer. "Sapevamo anche troppo bene che né i nostri uomini né i nostri carri
armati potevano farcela. "Non ci aspettavamo più una vittoria totale," ha detto
il sergente Helmut Gunther della 17ma Pazergrenadier SS "ma eravamo tuttora vincolati
da un senso di assoluta lealtà .In Russia avevamo combattuto uomo contro uomo. In
Normandia sapevamo di dover combattere uomo contro macchina." Assunto da poco in
banca prima dellinizio delle ostilità , Gunther si era arruolato volontario nel
Settembre del 1939 alletà di ventanni, dopo esser stato evacuato per
congelamento davanti a Mosca ,ora addestrava il grosso dei complementi diciottenni
aggregati allunità ,per la maggior parte reclute. Molti uomini poi erano stati
diretti sul fronte orientale per frenare lavanzata russa e nonostante
"lassoluta certezza della vittoria" dei reparti delle SS , il morale della
Wermacht non era alto. Proprio il 5 Giugno poi quasi tutti gli ufficiali superiori della
7ma armata erano a Rennes, intenti ad una tornata di giochi di guerra. Nel momento fatale
i soldati tedeschi si trovavano senza guide.
Dallaltra parte della Manica cera soprattutto una gran massa di uomini : 20
divisioni americane, 14 britanniche ,3 canadesi ,una francese ,una polacca e centinaia di
uomini appartenenti ad unità speciali. Parecchi di loro erano rosi dalla nostalgia, altri
erano eccitati allidea di ciò che li aspettava, pochi invece erano disposti ad
escogitare qualsiasi mezzo per sfuggire alla terribile avventura che li attendeva. La
maggior parte erano ansiosi di porre termine ai lunghi mesi daddestramento, per
cominciare infine quellazione sulla quale così a lungo avevano concentrato tutti i
loro pensieri. Durante unesercitazione a cui avevano preso parte, si scatenò tra i
britannici un tale scoppiò di risentimento contro i franco-canadesi che fungevano da
nemici da provocare reale spargimento di sangue con morti da entrambe le parti. Alcuni
erano esaltati allidea dover prendere parte allinvasione, altri erano
rassegnati come il tenente Heal, di ventotto anni, che ha affermato: "Non sono mai
riuscito a sentirmi un soldato". Heal desiderava solo " vedere la fine di tutta
la faccenda e potersene finalmente tornare a casa". Mentre parecchie formazioni
britanniche ,che sarebbero sbarcate in Normandia, erano già state duramente provate
dall esperienze di guerra , talune quelle americane erano impreparate in modo
allarmante e condotte da ufficiali inadeguati al compito che le aspettava. Se da una parte
lesercito britannico era fondato su una tradizione militare lungamente avvezza alla
guerra dallaltra parte lesercito statunitense non riuscì mai a nascondere
ciò che era in realtà : un aggregato di civili in uniforme. Agricoltori, boscaioli,
minatori, pescatori; erano tutti gente comune, la maggior parte senza né moglie né figli
,ma con un sogno: quello di appartenere ad un gruppo con cui identificarsi.
Il D-Day iniziò con i lanci delle divisioni aviotrasportate .La 6a britannica si
impadronì dei ponti sul Canale di Caen e aveva attraversato il fiume Orne, la 101ma
americana e la 82ma successivamente nellentroterra di Utah. I lanci furono funestati
da incidenti a causa della scarsa competenza di parecchi piloti di aerei che, anche per la
malaugurata combinazione di una navigazione in condizioni di turbolenza e di una
irrazionale reazione al fuoco della contraerea tedesca , fecero lanciare i paracadutisti
con incuria quasi criminale. La 82ma e la 101ma subirono perdite pesanti tra gli
acquitrini e le zone inondate del Cotentin, dove centinaia di uomini morirono annegati
prima di potersi liberare dalle imbracature o falciati direttamente in aria dai tedeschi
senza poter sparare un colpo nel cielo di Sainte-Mère-Eglise.
Il ritardo con cui i tedeschi risposero alle avvisaglie dellinvasione alleata è
entrato nelle tematiche leggendarie della guerra. Un ufficiale dello stato maggiore aveva
telefonato al quartier generale di Von Rudenstedt per sapere se anche la 7ma armata doveva
essere allertata. Fu deciso che non era necessario. La confusione fu accresciuta dal
lancio di migliaia di fantocci vestiti da paracadutisti per volgere lattenzione
nellentroterra. Alle 6 il generale Blumentritt comunicò al quartier generale del
Fuhrer che sembrava fosse in corso uninvasione in forze e richiedeva di poter
disporre della riserva corazzata costituita dal I corpo Panzer SS di stanza a Parigi. Ma
Hitler dormiva e non doveva essere svegliato; lautorizzazione fu negata. Fu infine
concessa solo 10 ore dopo! Questo grave errore fu determinante e a questo si aggiunse il
fatto che i tedeschi per tutto Giugno pensarono che lattacco vero e proprio sarebbe
avvenuto a Calais!
Gli sbarchi sulle spiagge destinate ai britannici(Sword, Juno e Gold) e a Utah furono
un successo nonostante molte perdite; la situazione era molto più grave a Omaha dove i
soldati americani avevano incontrato un duro fuoco di sbarramento e furono inchiodati
sulla spiaggia per parecchie ore. Questi infatti dovevano sbarcare con un equipaggiamento
di 30 chili! In pochi minuti dovevano spingersi avanti barcollando tra il grandinare di
bombe di mortaio e il fuoco delle mitragliatrici delle difese tedesche che li falciavano,
uccidendone e ferendone molti prima che mettessero piede a terra. Omaha si trasformò
presto in un mattatoio con ragazzi che invocavano aiuto ,pregavano e chiamavano la madre.
Secondo il capitano Robert Miller ,la spiaggia "sembrava uscita dallinferno di
Dante". Soltanto grazie al coraggio di alcuni uomini la situazione di stallo fu
superata e la battaglia si poté spostare allinterno.
Molti soldati tedeschi sopraffatti si arrendevano e con gran stupore gli alleati si
accorsero che molti provenivano da ogni angolo dellimpero sovietico- mongoli,
cosacchi, georgiani, musulmani e persino cinesi e coreani- tutti catturati dai tedeschi
nel 1942 o nel 1943 , ma molti altri si battevano bene e per tutto il mese di Giugno gli
Alleati dovettero misurare il terreno conquistato in metri. Non era solo la grande tenacia
dei difensori che non permetteva uno sfondamento; una delle caratteristiche del suolo
normanno affidato agli americani erano i filari. Erano terrapieni concepiti per contenere
il bestiame, campicelli recintati con strade infossate con cespugli che formavano muri di
vegetazione. Era come combattere in un labirinto e tutto questo avvantaggiava la tattica
difensiva tedesca allungando in maniera esasperante le operazioni belliche.
Dallaltra parte i britannici si arrestarono fino al 18 Luglio davanti a Caen ,quando
con loperazione Goodwood riuscirono a conquistare la città e ad avanzare per solo
10 km avendo utilizzato 7000 tonnellate di bombe(sette kiloton, ovvero circa la metà
della bomba di Hiroshima!). Lo stesso avvenne per gli americani inchiodati per più di un
mese davanti a Saint-Lò, la quale quando poi venne conquistata non ne rimanevano che
rovine tra le quali con difficoltà si riconoscevano i marciapiedi. Uno dei fatti più
sconvolgenti dei bombardamenti a tappeto era che molto spesso provocavano più morti tra
le truppe amiche che in quelle nemiche col risultato di diffondere panico e terrore tra
gli stessi attaccanti. Nonostante la conquista delle città , se a causa delle perdite,
della lentezza e degli errori commessi, i soldati e i generali Alleati erano scoraggiati
quelli tedeschi erano disperati.
Il generale Bayerlein ,a chi gli ingiungeva che tutti i suoi uomini dovessero tenere le
posizioni, rispose: "Qui al fronte ogni uomo tiene la posizione. Nessuno escluso. Se
ne stanno zitti e buoni nelle buche per il semplice fatto che sono morti!".
Le distruzioni, i morti, le angosce e le tribolazioni della guerra avevano un effetto
devastante sul morale degli uomini. Da una parte potevano portare a episodi di efferata
crudeltà verso il nemico come lo sparargli a bruciapelo anche se si fosse arreso,
dallaltra a episodi di isterismo o autolesionismo. Jhon Price, aiutante sanitario
rimase turbato nel rendersi conto della disperazione con la quale gli uomini volevano
essere rassicurati che sarebbero vissuti e nel constatare quale importanza avessero per
loro parole di conforto anche quando erano devastati dalle più spaventose ferite. I casi
di nevrosi da battaglia anche se non raggiunsero dimensioni epidemiche la si dovette
registrare in ogni unità operante in Normandia: chi si sparava a un piede o chi
semplicemente si rifiutava di eseguire gli ordini. Tuttavia questi fatti non raggiunsero
mai dimensioni allarmanti.
Allarmante invece era la situazione tedesca. Rommell e altri generali avevano capito
che ormai la guerra era persa e insistevano con Hitler a giungere ad un accordo con gli
Alleati per salvare la Germania. Hitler non ne volle sapere, parlò delle armi segrete ,i
missili V-2 , che avrebbero ribaltato le sorti del conflitto. Si trattava di fantasie allo
stato puro. Era chiaro che Hitler era impazzito. Nulla infatti poterono gli ultimi
contrattacchi tedeschi contro le truppe alleate che dopo aver conquistato Falaise, dove i
morti erano stati lasciati per giorni a putrefare tanto da costringere i soldati a
utilizzare le maschere antigas per passare, conquistarono il 20 agosto Parigi. La
battaglia di Normandia era finita. Era durata ben 75 giorni ed era costata agli Alleati
209.672 uomini, di cui 39.976 morti. Due terzi erano americani. I tedeschi persero circa
450.000 uomini, di cui 240.000 morti o feriti.
La spinta alleata verso est fu impressionante tanto da estendere il fronte a metà
Settembre dalla Svizzera alla Manica, conquistata quasi tutta la Francia e il Belgio. Ma
proprio quando tutto ormai lasciava immaginare una veloce e vittoriosa avanzata nel cuore
della Germania avvenne ciò che era stato previsto ma non evitato: la crisi dei
rifornimenti. Senza poter contare su porti vicini ,ancora tutti occupati o distrutti ,
necessari ai rifornimenti (quello di Anversa il più vicino alle operazioni venne
conquistato il 5 Settembre ma lestuario della Schelda ,davanti al porto lungo 100
Km, era in mani tedesche, perciò nessuna nave alleata poteva attraccare) Eisenhower
,benché fosse il meno ottimista di tutti, pensava vi fosse una possibilità di terminare
la guerra prima dellarrivo dellinverno e se fosse andata così non avrebbe
avuto bisogno di Anversa. La ritirata delle armate tedesche verso est rendeva tale
considerazione una cosa più che sicura, tanto che il generale Bradley , a capo delle
divisioni americane, ordinò che le divise invernali venissero depositate in magazzini e
di lasciare spazio sui camion ai rifornimenti. Questa decisione avrebbe comportato gravi
conseguenze in futuro.
Eisenhower decise allora di appoggiare unidea del maresciallo Montgomery:
loperazione Market-Garden . Questa prevedeva lutilizzo delle divisioni
aviotrasportate 6ta britannica, 82ma e 101ma statunitensi e della 2a armata inglese(XXX°
corpo) in un operazione complessa e rischiosa ma potenzialmente decisiva: attraversare
il Reno e raggiungere la Ruhr per piombare poi su Berlino. La fanteria doveva
avanzare verso nord lungo una direttrice che comprendeva le città di Eindhoven, Son,
Veghel, Grave, Nimega e Arnhem; i paracadutisti avrebbero dovuto conquistare i ponti che
legavano tali città.
Mentre Montgomery mostrava il suo piano, il generale Browning delle aviotrasportate
britanniche, che avrebbero occupato Arnhem, domandò: "Quanto ci metteranno i mezzi
corazzati a raggiungerci?". Montgomery senza esitare: "Due giorni".
Browning disse: "Possiamo tenerlo per quattro" poi aggiunse "ma ,signor
maresciallo, temo che quellultimo ponte sia un po troppo lontano".
Nonostante questo appunto, tutti erano fiduciosi nelle buona riuscita del piano tanto da
trascurare gli ultimi rapporti dallOlanda che indicavano un rafforzamento dei
tedeschi tra Eindhoven e Arnhem, proprio là dove dovevano atterrare i paracadutisti.
Proprio i tedeschi infatti avevano terminato la ritirata cominciata in Francia e si
stavano riorganizzando. Von Rudenstedt ,che era a capo delle forze occidentali, aveva
fatto si che le truppe che si trovavano sulla Schelda , le quali non vennero
inspiegabilmente attaccate dai britannici, si schierassero attraverso una lunga marcia
notturna presso Eindhoven; mentre il feldmaresciallo Model a capo del gruppo darmate
B aveva deciso che la 9a e la 10ma Panzer SS guidate rispettivamente dal tenente
colonnello Walter Harzer e dal generale Harmel, per riorganizzarle, venissero disposte ad
Arnhem considerando la città un settore tranquillo. Proprio questi spostamenti erano
stati scoperti e riferiti dal servizio informazioni a Montgomery il quale però non era
affatto preoccupato. Al contrario i generali che dovevano lanciarsi ,cioè lo scozzese
Urquhart ad Arnhem, e gli americani Taylor e Gavin rispettivamente a nord di Eindhoven e a
Nimega , nutrivano numerosi dubbi sulla possibilità di non trovare resistenza,
considerando eccessivo il senso di sicurezza che ruotava attorno alla più grande
operazione aviotrasportata mai tentata.
I soldati che si apprestavano a partire nutrivano un senso di eccitazione nel poter di
nuovo entrare in azione ma alcuni come il soldato "Tony" Jones di ventuno anni
osservò: "Lavanzata sarà come infilare sette crune dago con un solo
filo di cotone, basta che non ci riesca una sola volta per mandare tutto
allaria". Il capitano Eric Mackay i cui genieri dovevano togliere eventuali
cariche sul ponte di Arnhem, ,sapendo che sarebbero stati paracadutati a 13Km dal ponte,
disse che quella distanza toglieva qualsiasi vantaggio della sorpresa.
Il 17 Settembre 4700 apparecchi si levarono in cielo, erano più di 20.000
uomini, 511 veicoli, 330 pezzi di artiglieria e 590 tonnellate di materiale. Non tutti i
voli riuscirono bene, vi furono numerosi guasti, 30 alianti non decollarono, 23 carichi
stivati sugli alianti furono perduti, un altro fu vittima di una vera tragedia nel cielo
inglese. Walter Simpson della RAF lo vide spezzarsi in volo a metà e ricorda di aver
visto sul luogo del disastro: "Qualcosa che sembrava una scatola di fiammiferi sulla
quale si fosse camminato. I corpi degli uomini erano rimasti dentro; era come una massa di
braccia, di gambe e di corpi." Furono le forze di Urquhart che subirono il danno
maggiore ; di 8 alianti ammarati , 5 erano diretti ad Arnhem.
Durante il lancio delle divisioni aviotrasportate vi furono alcune tragedie come quella
dellaereo del soldato Paul Jhonson ,che centrato nei serbatoi prese fuoco. Dei 16
uomini a bordo solo lui e altri due si salvarono. Dovettero passare sui corpi
allinterno dellapparecchio per potersi lanciare; in un altro il primo
paracadutista che si affacciò allo sportello fu colpito a morte. Cadde allindietro
e il suo corpo fu rapidamente rimosso e il resto del gruppo si lanciò. Mentre altri si
lanciavano un C-47,che aveva perso il controllo ne colpì due che furono fatti a pezzi
dalle eliche. Gran parte dei paracadutisti tuttavia riuscirono a compier un buon lancio
trovando nulla o pochissima resistenza nelle zone datterraggio. Il tenente James
Coyle una volta a terra vide un tedesco che correva versi di lui ,ma si rese
improvvisamente conto che stava invece scappando. Quando il tedesco passò davanti a Coyle
, buttò per terra lelmetto e il fucile e Coyle vide che: "Era soltanto un
ragazzo sui diciotto anni. Non potevo sparare ad un uomo inerme. Rimasi a guardarlo mentre
se la dava a gambe verso il confine tedesco". Lunico problema quel giorno
furono i contatti radio con la divisione di Urquhart , il che rendeva impossibile ai
generali sapere cosa stesse succedendo ad Arnhem. Incredibilmente malgrado lesteso
bombardamento su Arnhem , Eindhoven e Nimega i tedeschi non si erano accorti di ciò che
stava succedendo. Lattenzione era rivolta unicamente verso la ripresa
delloffensiva della 2a armata britannica sul Canale Mosa-Schelda. Qui il XXX° corpo
guidato dal generale Brian Horrocks diede inizio allavanzata ma incontrò subito una
forte resistenza tedesca ai fianchi dellunica strada percorribile. Il ritardo che
ciò fece accumulare alloperazione fu determinante e Horrocks percorse soltanto la
metà della strada che il 17 Settembre avrebbe dovuto percorrere. Intanto la 101ma aveva
occupato il ponte di Veghel ma non quello di Son, che fu distrutto poco prima di poterlo
prendere e senza di quello il XXX° corpo non poteva continuare ad avanzare; la 82ma
invece occupò quello di Grave ma non quello di Nimega dove si stava svolgendo una
cruentissima battaglia. Inutile dire che le perdite per entrambe le divisioni furono
ingenti.
Le operazioni delle aviotrasportate britanniche di avvicinamento ad Arnhem avvenivano
attraverso tre strade diverse guidata da i colonnelli Dobie, Fitch e Frost.
Questultimo aveva tre obbiettivi percorrendo la strada più corta: due ponti più
piccoli che furono sabotati poco prima del suo arrivo e il ponte di Arnhem. In tutto il
tragitto trovò numerosa resistenza e poté infine conquistare solo la parte nord del
ponte.
La cosa più incredibile per i tedeschi quel giorno fu di trovare in un aliante caduto
tutte le carte del piano, le quali però non furono considerate veritiere dal generale
Model. Costui infatti pensava che ci sarebbe stata unaltra invasione nella Ruhr ,se
no non si spiegava perché i britannici fossero stati paracadutati così lontano dal
ponte, lo considerava uno sviamento; decise poi che i ponti di Nimega e Grave dovevano
essere tenuti e non fatti saltare per un eventuale contrattacco.
La battaglia ingaggiata ad Arnhem il17 e il 18 settembre fu assolutamente cruenta. Si
combatteva casa per casa infliggendo e subendo perdite terribili. Si lottava per
guadagnare pochi centimetri e come disse il ventunenne caposquadra delle SS Alfred
Ringsdorf: "Era infernale". Lungo le strade dove si combatteva i civili di
Arnhem raccoglievano i morti e li disponevano in file sovrapposte per formare barricate
umane, alte 2 metri, per impedire ai carri armati tedeschi di venire a contatto con Frost
e i suoi uomini sul ponte. Ben presto però gli inglesi a Oosterbeek a ovest di Arnhem si
trovarono accerchiati dalle due divisioni tedesche la 9a e la 10a e furono costretti a
nascondersi nei boschi delle zone di atterraggio e nelle case; le comunicazioni radio
erano saltate e nessuno aveva più notizie degli altri, tutto si stava trasformando in un
incubo. Gli uomini di Frost ,la maggior parte feriti, senza più acqua ,cibo e a corto di
munizioni, si trovarono a dover affrontare sul ponte addirittura carri armati tedeschi che
dopo 2 ore furono respinti. Orgogliosi e trionfanti non avevano dubbi che il XXX° corpo
sarebbe arrivato presto. Questultimo invece si era collegato con la 101ma, che aveva
occupato le città di Eindhoven, Veghel e nove degli undici ponti, con diciotto ore di
ritardo! Nelle rovine fumanti di Arnhem si udiva il rumore degli alianti che stavano
trasportando gli uomini e i mezzi del secondo lancio destinati ai paracadutisti; le
perdite causate dalla contraerea furono numerose essendo venuti i tedeschi a conoscenza
degli orari di tutto il piano. Delle 86 tonnellate di viveri, munizioni e rifornimenti
destinati agli uomini di Arnhem solo 12 arrivarono in porto, il resto cadde in mano ai
tedeschi increduli. Era la battaglia più economica in assoluto per quest ultimi. Il
soldato semplice Reginald Bryant, da poco atterrato trovò un giovane tenente gravemente
ferito, ha detto: "Quando mi avvicinai ,dalle ferite sul petto usciva del fumo. Le
sue sofferenze erano atroci. Eravamo in due o tre e egli ci pregò di ucciderlo".
Le truppe tedesche occupavano ormai anche la zona nord di Arnhem imbottigliando Frost
sul ponte e impedendo ai battaglioni di Dobie e di Fitch di portargli aiuto. Tutti gli
uomini superstiti erano ormai esausti ma decisi a resistere. Il soldato Andrew Milbourne
riuscì a captare la BBC di Londra che affermava che gli inglesi incontravano debole
opposizione. "Maledetto bugiardo" commentò Milbourne. I due battaglioni furono
letteralmente fatti a pezzi.
Verso le 9,00 del 19 Settembre i carri di Horrocks raggiunsero i sobborghi di Nimega
con 40 ore di ritardo e dovevano ancora attraversarne il ponte ancora presidiato dai
nemici.
Proprio il superamento di quel ponte è ricordato come una delle più eroiche azioni
fatte dai paracadutisti americani. Venne infatti deciso il 20 Settembre che avrebbero
attraversato il fiume Waal su delle barche a remi, esposti totalmente al fuoco nemico per
raggiungere la riva opposta e conquistarla. La maggior parte come previsto fu totalmente
spazzata via ma come ricorda il capitano Henry Keep: "I pochi superstiti del
battaglione sembravano dominati da un vigore febbrile, pazzi di collera, gli uomini
dimenticavano che cosera la paura. Non ho mai visto questa metamorfosi umana così
chiaramente come quel giorno. Era uno spettacolo che destava ammirazione e terrore
insieme, non era una bella cosa da vedersi".
Il sergente Carwood Lipton della 101ma, spiegando cosa spinge i soldati a combattere,
ebbe a dire: "Quando gli uomini sono in combattimento, prevale lineluttabilità
della cosa. Loro sono lì non cè niente che possano fare per cambiare la
situazione, perciò laccettano. Fanno subito il callo allodore della morte, ai
cadaveri, alla distruzione, alluccidere, al pericolo. I cadaveri dei nemici e i
feriti non li impressionano. I loro feriti e i cadaveri dei loro amici fanno loro solo una
breve impressione, e in quellimpressione cè un sentimento fuggevole di
trionfo o di appagamento per il fatto che non sia toccata a loro. Solo lontano dalla linea
del fronte si ha tempo per pensare ai morti e agli amici, lontano dal combattimento morte
e distruzione non sono più inevitabili".
Molti tedeschi anche di quindici anni e alcuni sulla sessantina, che volevano
arrendersi, furono uccisi a botta calda, con colpi a bruciapelo. La sera del 20 le truppe
americane superarono il Waal , Arnhem era solo a 18 Km ma i mezzi corazzati britannici si
fermarono dicendo che non potevano avanzare senza la loro fanteria e si prepararono un tè
sotto lo sguardo incredulo e furibondo degli americani. La mattina del giorno dopo le
ultime sacche di resistenza comandate da Frost attorno al ponte furono accerchiate e
costrette ad arrendersi, ne rimaneva solo una a est, Oosterbeek, dove erano ammassati
ancora gli uomini di Urquhart in disperata attesa di quei rinforzi che si erano fermati
qualche chilometro a sud. Quest ultimi giunsero al Reno soltanto il 23 Settembre
dovendo farsi largo tra la resistenza tedesca e un terreno che non permetteva ai mezzi
corazzati di muoversi velocemente. La notte del 26 Settembre gli uomini di Urquhart che
avevano resistito per più di due volte il tempo previsto, furono fatti evacuare tramite
14 lance a motore e un certo numero di imbarcazioni più piccole. Tutti gli uomini che
erano morti e quello sforzo enorme furono un sacrificio inutile. In una scuola un soldato
scrisse: "Torneremo!". Gli scolaretti non avrebbero mai letto quella scritta. Il
27 Settembre per rappresaglia i tedeschi fecero evacuare tutta larea di Arrnhem ,che
fu liberata solo il 14 Aprile del 1945. Dei 10.005 uomini paracadutati ad Arnhem ne
tornarono indietro solo 2.163. In tutta loperazione Market-Garden le forze alleate
subirono maggiori perdite di quante ne ebbero in tutta la gigantesca invasione della
Normandia., in nove giorni i morti i feriti e i dispersi ammontarono a 17.365! Le truppe
tedesche 20.000 di cui 7.000 morti e feriti. Nonostante tutto il maresciallo Montgomery
ebbe in seguito il coraggio di dire: "Dal mio punto di vista , se loperazione
fosse stata adeguatamente sostenuta sin dallinizio e avesse ricevuto le forze aeree
e di terra necessarie, sarebbe riuscita malgrado i miei errori ,il maltempo, e la presenza
del 2° corpo SS Panzer nella zona di Arnhem. Io rimango lirriducibile sostenitore
di Market-Garden".
La situazione al fronte rimase in una fase di stallo per tutto Ottobre e Novembre senza
che accadessero particolari avvenimenti. Proprio in questa stasi Hitler decise di lanciare
la sua ultima offensiva in Occidente il 16 Dicembre nelle Ardenne. La sorpresa fu
completa. Il servizio informazioni americano valutava quattro divisioni tedesche in quella
zona, in realtà la Wehrmacht ne aveva 25! Oltretutto persino dopo il fallimento di
Market-Garden gli Alleati pensavano che i tedeschi fossero ormai alle strette. Non era
affatto così. Il risultato di tutto questo fu la più grande battaglia della seconda
guerra mondiale sul fronte occidentale. Le perdite umane furono sbalorditive: dei 600.000
soldati americani coinvolti circa 20.000 furono uccisi, 20.000 furono catturati e 40.000
feriti. Due divisioni di fanteria furono annientate; in una di esse 7500 uomini si
arresero, la più grande resa di massa americana della guerra contro la Germania. Dopo il
veloce sfondamento tedesco, Eisenhower il 17 dicembre con grande tempismo decise che la
città crocevia di Bastogne in Belgio era il luogo che doveva essere tenuto ad ogni costo.
A causa del dispiegamento a nord e a sud delle Ardenne ,non avendo riserve strategiche,
decise di tenere la città con le sue uniche forze in ricostituzione, le solite 82ma e
101ma paracadutisti. In una settimana vennero spostati al fronte 250.000 soldati e 50.000
veicoli. Neppure in Vietnam e nella guerra del Golfo del 1991 lesercito americano fu
in grado di muovere tanti uomini e tanto equipaggiamento con tanta rapidità. I soldati
vennero pigiati nei camion come sardine con poche munizioni ,senza divise invernali , né
stivali imbottiti, né impermeabili, né biancheria invernale, né calzettoni di lana. La
nefasta decisione del generale Bradley di non inviare indumenti adatti alle condizioni
atmosferiche di Dicembre iniziava ad avere le prime gravi conseguenze. I soldati che
furono inviati al fronte ricordano tutti principalmente due cose: il freddo e la vergogna
nel vedere le truppe americane sconfitte che fuggivano in disordine, come una folla
impazzita. Alcuni erano in preda al panico, scioccati, esausti, e urlavano:
"Scappate! Vi ammazzeranno! Hanno tutto, carri, aerei, mitragliatrici, tutto!"
Proprio mentre i paracadutisti si accingevano a occupare la città e i boschi vicini, i
tedeschi completavano laccerchiamento della zona di Bastogne. La temperatura intanto
iniziava a scendere sotto lo zero e lunica cosa che i soldati potevano fare era
contare le scarse munizioni e scavarsi una buca nel terreno dove passare le successive
notti in attesa che il nemico attaccasse. La vita nelle buche è ricordata dai veterani
come un inferno; le giornate erano orrende le nottate peggiori. Gli uomini provavano un
freddo come mai in vita loro, rabbrividire era normale come respirare sotto la neve. A
tutto ciò si aggiungeva che le buche non permettevano di poter dormire date le dimensioni
esigue, ma giacere insieme permetteva di scambiarsi calore corporeo, visto che non era
possibile accendersi fuochi, i quali avrebbero attirato il fuoco nemico. Il cibo era
scarso e freddo e spesso provocava problemi gastrointestinali. Una delle più terribili
conseguenze che provocava il freddo era il cosi detto "piede da trincea". A
causa degli stivali non imbottiti e delle calze bagnate dapprima si perdevano le unghie;
il piede diventava bianco, poi porpora e poi nero. Un caso grave rendeva impossibile
camminare. Molti persero le dita, alcuni subirono lamputazione del piede o
addirittura della gamba se si instaurava la cancrena. Si contarono 45.000 casi di
"piede da trincea". Di notte il lugubre silenzio era rotto dal martellamento
snervante dei mortai nemici a cui seguivano le urla dei feriti colpiti dalle schegge di
metallo e tronchi e dagli ordini di mantenere le posizioni in vista di un attacco. Poi
seguiva un altro lugubre silenzio. La situazione in quei primi giorni era terribile, senza
più munizioni lartiglieria non poteva colpire i camion e i carri tedeschi che
portavano rifornimenti ai propri uomini. Il 22 Dicembre il generale tedesco Bayerlein
consegnò una lettera per il generale MacAuliffe a Bastogne dove chiedeva di arrendersi
per evitare una strage dato laccerchiamento totale. MacAuliffe rispose
"Cazzate" e i suoi uomini resistettero. Un altro incontro andò meglio. Il
tenente Gottried Kischkel posizionato attorno a Bastogne udì le invocazioni di aiuto di
un soldato americano gravemente ferito. Decise allora di aiutarlo ed entrò nella sua
buca. Tutto a un tratto apparve un tenente americano con un fucile puntato su di lui, che
gli chiese in tedesco che cosa stesse facendo; rispose che voleva aiutarlo. Gli chiese se
voleva essere fatto prigioniero o tornare dai suoi camerati. Scelse la seconda opzione e
quello lo lasciò andare. Finalmente per gli americani il 23 Dicembre la neve cessò di
cadere e i C-47 poterono levarsi in cielo e lanciare cibo, medicinali, munizioni,
sollevando il morale su tutta le linea di difesa della città belga. I tedeschi
continuavano ad attaccare ma non servì a niente. Non ottennero guadagni e subirono gravi
perdite contro gli uomini riforniti di fresco. Come ha detto il capitano Von Follois :
"Gli americani furono straordinariamente coraggiosi. Era stupefacente quello che
facevano le loro truppe. Capii che non saremmo andati oltre Bastogne." Così fu, il
26 Dicembre il generale Patton a capo della 4a armata riuscì a liberare Bastogne e i
paracadutisti dallaccerchiamento, dopo nove giorni di strenue resistenza. La guerra
sarebbe stata ancora molto lunga e dispendiosa ma il peggio era passato e il fatto di
essere riusciti ad uscirne vivi da quell inferno sembrava la cosa più importante.
Questi tre avvenimenti bellici sono esemplificativi di quello che i giovani soldati
alleati ,spesso attori dimenticati, dovettero sopportare loro malgrado, in una storia che
veniva decisa da altri ma che loro dovettero involontariamente vivere da protagonisti.
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