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RSI: nascita della Repubblica di Salò

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Mussolini e il maresciallo Graziani

Nella notte fra il 24 e il 25 luglio 1943 il gran consiglio fascista approva un ordine del giorno che destituisce Mussolini da ogni incarico e affida al re Vittorio Emanuele III il comando delle Forze armate. Lo stesso giorno Mussolini viene arrestato e mandato al confino prima a Ponza, poi in Sardegna alla Maddalena e infine a Campo Imperatore sul Gran Sasso.
Il maresciallo Badoglio riceve dal re tutte le cariche del duce e il 27 luglio il "Popolo d'Italia'' massimo organo di stampa fascista annuncia al paese che "La guerra continua. L'Italia mantiene fede alla parola data''.

L'8 settembre '43 il re e Badoglio annunciano l'armistizio con gli alleati anglo-americani e fuggono da Roma per Brindisi consegnando l'Italia in mano ai tedeschi che occupano militarmente il Paese e danno inizio a una serie infinita di saccheggi, distruzioni e efferati eccidi.
Il 12 settembre del '43 i paracadutisti nazisti aiutati da alcuni ufficiali fascisti dei carabinieri riescono a liberare con un blitz Mussolini.

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Il 15 settembre 1943 la radio comunica che "Benito Mussolini ha ripreso oggi la suprema direzione del fascismo in Italia", mentre viene dato ordine a tutte le organizzazioni del partito di appoggiare attivamente l’esercito germanico. Tre giorni dopo in un discorso radiofonico da Monaco, lo stesso Mussolini, annunciando la rinascita di uno stato fascista, indica il compito di riprendere le armi al fianco della Germania e del Giappone.

Il 23 settembre si costituisce ufficialmente il governo della Rsi con sede nel comune di Salò (Brescia) e Mussolini, rientrato nel frattempo in Italia, si sistema alla Rocca delle Caminate, e si autoproclama capo dello Stato, del governo e duce del nuovo partito fascista repubblicano.

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Alessandro Pavolini è nominato segretario del neocostituito partito fascista. Durante il suo discorso introduttivo al congresso di Verona del 14 novembre '43 rispolvera e rilancia in grande stile lo squadrismo fascista degli anni '20 e esorta i repubblichini a obbedire ai tedeschi e a non avere pietà dei partigiani. "Lo squadrismo - conclude Pavolini - è stato la primavera della nostra vita, e chi è stato squadrista una volta lo è per sempre''.

Al generale Rodolfo Graziani viene affidato il compito di riorganizzare l'esercito con armi e istruttori tedeschi.
Dei 180 mila giovani chiamati alla leva nel novembre del '43 solo 87 mila si presentano. Tutti gli altri disertano, fuggono in montagna e vanno ad ingrossare le file dei partigiani, nonostante i rastrellamenti compiuti congiuntamente alle truppe naziste.

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Contemporaneamente i tedeschi articolano il regime di occupazione militare. Albert Kesselring, comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, dirama un’ordinanza in cui dichiara "il territorio dell’Italia a me sottoposto territorio di guerra" e subordina alle sue direttive "le autorità e le organizzazioni civili italiane". Le province di Udine, Gorizia e Trieste ("Zona di operazioni Litorale Adriatico") vengono affidate al Gauleiter della Carinzia e quelle di Bolzano, Trento e Belluno ("Zona di operazioni delle Prealpi")  a quello del Tirolo e vi viene perseguita una politica sistematica di germanizzazione in vista di una futura annessione alla "grande Germania". Le due zone sono escluse dall’autorità di Salò: la nascita della Rsi coincide dunque con la cessione di fatto di ampie aree del paese allo straniero.

 

info.gif (232 byte) approfondimenti:

pallanimred.gif (323 byte) Il discorso radiofonico di Mussolini da Monaco con cui annuncia la RSI (18 settembre 1943)

pallanimred.gif (323 byte) I verbali del Congresso di Verona, atto di nascita della RSI. Il discorso di Alessandro Pavolini

pallanimred.gif (323 byte) Il processo di Verona (8-10 gennaio 1944)

 

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