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la resistenza romana
Fonti documentarie
per lo studio della Resistenza a Roma e nel Lazio
5. Gli archivi dei comuni e gli archivi diocesani e
parrocchiali
NellAsc è conservato il fondo Periodo della Resistenza
articolato in due sezioni:
manifesti (122 esemplari) e giornali clandestini (82 esemplari) che
sono stati consultate per questo lavoro. Di grande utilità è comunque risultato il fondo
Governatorato-gabinetto (1871-1947) non ordinato ma provvisto di un titolario che
consente il rinvio ai fascicoli. I documenti scelti e trascritti riguardano
essenzialmente lorganizzazione annonaria della Capitale, le misure prese nei
confronti delle fabbriche e degli impianti industriali, landamento dei prezzi ai
mercati generali.
Per quanto concerne gli altri comuni in anni recenti è decisamente
aumentata lopera di ordinamento e di inventariazione promossa dalla Soprintendenza
archivistica per il Lazio e dalla Regione Lazio. Molti comuni dispongono di strumenti di
consultazione in grado di agevolare le ricerche. La II guerra mondiale ha lasciato
tracce profonde nei più piccoli centri: si pensi alla dura e lunga battaglia combattuta
lungo la linea Anzio-Cassino, al dramma degli sfollati, alle difficoltà dei trasporti e
degli approvvigionamenti. E nelle campagne avevano le loro basi le formazioni partigiane e
nei casolari trovavano rifugio i prigionieri evasi dai campi di concentramento, i soldati
italiani sbandati dopo la capitolazione e i disertori tedeschi.
Negli archivi comunali la documentazione è organizzata in
categorie, classi e sottoclassi. I fascicoli, oltre a contenere il carteggio fra gli
amministratori locali e i prefetti, forniscono dati sui morti e sui dispersi nel
conflitto, sulla requisizione degli alloggi e sulla permanenza delle truppe tedesche e
alleate, sui lavoratori inviati in Germania.
NellArchivio comunale di Canterano, in provincia di Roma,
partendo da un carteggio contenuto nel fondo Prefettura-gabinetto dellAs di Roma, la
ricerca ha individuato nella serie Pratiche speciali periodo bellico e postbellico una
busta contenente testimonianze e ricostruzioni della strage avvenuta il 26 maggio 1944 in
località Madonna della pace dove i tedeschi fucilarono 15 persone.
Altre testimonianze sul passaggio della guerra e sulle conseguenze
sulla popolazione civile sono state trovate, infine, nellArchivio diocesano di
Albano e nellArchivio parrocchiale di Vallepietra, un piccolo centro vicino Subiaco.
Le relazioni dei parroci della diocesi di Albano sono conservate a partire dal XVI secolo
con una lacuna corrispondente proprio agli anni 1940-1945; sono state raccolte, però,
memorie e testimonianze del periodo nei bollettini diocesani usciti periodicamente nel
dopoguerra. Uno di questi, relativamente recente, è stato utilizzato in questa
pubblicazione e presenta, attraverso i ricordi di chi ha vissuto quelle vicende, la
cronaca dei terribili giorni di Lanuvio praticamente distrutta dagli eserciti tedesco e
alleato in lotta dopo lo sbarco di Anzio. A Vallepietra, invece, alcuni giovani del centro
parrocchiale hanno dato in visione alla ricerca Dorer un documento di eccezionale
importanza: un quaderno scritto dal parroco del paese, don Salvatore Mercuri, in cui sono
registrati gli aiuti forniti giornalmente dal l8 settembre 1943 al 4 giugno 1944
dagli abitanti del piccolo centro ai prigionieri alleati che si erano rifugiati in alcune
grotte delle vicinanze.
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