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Lega Lombarda-Lega Nord (1984)

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1-Le origini

La Lega Lombarda nacque nel 1984, a firmare l'atto costitutivo, insieme ad Umberto Bossi, furono Giuseppe Leoni, Dino Daverio, Marino Moroni, Sergio Sogliaghi e Manuela Marrone, che diverrà poi la moglie di Bossi.

Il marchio della Lega divenne il guerriero Alberto da Giussano sovrapposto al profilo della Lombardia, un riferimento storico-mitologico al giuramento di Pontida e alla battaglia di Legnano, dove i comuni padani riuniti intorno al Carroccio si batteranno vittoriosamente contro l'imperatore Federico Barbarossa.

Nel 1985 la Lega Lombarda conquistò i primi seggi nelle elezioni comunali a Varese e a Gallarate. Nel 1987 arrivò la prima rappresentanza parlamentare: Bossi venne eletto senatore, da qui l'appellativo di "Senatur", e con lui Giuseppe Leoni venne eletto deputato (già nel 1983 la Liga Veneta aveva ottenuto due parlamentari: Achille Tramarin e Graziano Girardi).

Nelle elezioni amministrative del 1988 la Lega Lombarda ha registrato una clamorosa affermazione, alleandosi per le elezioni europee del 1989 con altre formazioni regionali. Nel 1989 i primi parlamentari europei: Francesco Enrico Speroni e Luigi Moretti.

Alle amministrative del 1990 la Lega ha riscosso uno straordinario successo, aggiudicandosi il 4,8% dei voti su base nazionale per le regioni e il 2,4% dei voti per i comuni.

L'alta percentuale di suffragi raccolti dal partito di Bossi (attestatosi in quasi tutte le città della Lombardia ben oltre il 20%) ha decretato la fine di numerose giunte comunali dell'Italia del Nord, messe in minoranza dall'ingresso massiccio di consiglieri della Lega Lombarda.

Il 14 febbraio del 1991 Bossi ha dato vita alla Lega Nord, che è nata dall'unione delle Leghe del Nord Italia (tra cui la Liga veneta), con il primo congresso a Pieve Emanuele.

Alle consultazioni politiche dell'aprile 1992, la Lega Nord ha ottenuto un altro risultato eccezionale: circa il 9% a livello nazionale; in molte realtà locali del Nord la Lega diviene partito di maggioranza relativa. Porta a Roma 80 parlamentari, 25 senatori e 55 deputati. Questa vittoria elettorale ha incoraggiato la formazione politica nella sua campagna per la formazione di una repubblica federativa.

 

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2- Lega Nord, primo partito del nord Italia.

a- La creazione della coalizione di centro-destra.

Nel '3, alle elezioni amministrative, la Lega, pur raggiungendo una percentuale nazionale dell'8,7% e punte di consenso incredibili (23% in Lombardia, 17,3% in Veneto, 15,3% in Friuli, 16,3% in Piemonte e il 14,3% in Liguria), non riuscì a vincere la corsa alle poltrone di primo cittadino in nessuna grande città del Nord - esclusa Milano, dove Marco Formentini, ex socialista e leader dell'ala più moderata del movimento, insieme a Bobo Maroni, strappò la vittoria a Nando dalla Chiesa, candidato dei progressisti - da Genova a Torino, da Venezia a molte altre città del Centro-nord. La Lega, dunque, da possibile nuova forza dirompente della politica italiana, sembrava quasi confinata a un destino di marginalità perenne, se non fosse entrato in scena Silvio Berlusconi che, creando Forza Italia e presentandosi alle nuove elezioni politiche anticipate del 1994, diede alla Lega e all'intuito politico di Bossi una via d'uscita inaspettata: formare un'alleanza nel Centro-Nord che, insieme a quella stipulata al Sud tra Fi e An (partito col quale Bossi si rifiutava di intrattenere rapporti), strinse in una formidabile tenaglia il Paese e stritolò le due coalizioni avversarie, quella dei Progressisti e quella del Ppi-Patto Segni, l'uomo che aveva introdotto il sistema maggioritario.
La Lega elesse 180  parlamentari ed entrò così a far parte della nuova maggioranza. L'importanza politica assunta dalla Lega venne inoltre sottolineata dall'elezione a presidente della Camera di Irene Pivetti, una delle personalità più forti del movimento leghista, e dalla nomina a ministro di alcuni deputati leghisti.

b- Le divergenze politiche.

La Lega, al governo del Paese, durò pochissimo nonostante Roberto Maroni venisse nominato ministro dell'Interno. Bossi ruppe con Berlusconi prima sul decreto "salvaladri" (vecchio cavallo di battaglia del Senatur, in fondo, quello della lotta alla corruzione e alla partitocrazia) e poi, incentivato dalle manifestazioni anti Berlusconi organizzati dalla sinistra (25 aprile del 1994 su tutti, corteo al quale lo stesso Bossi partecipò), partecipò all'accordo D'Alema-Buttiglione che, dopo la nuova ondata di scioperi e di cortei contro la riforma delle pensioni, fece cadere il governo Berlusconi nel dicembre del 1994.

 

3.La Padania e la Repubblica del Nord

La Lega, però, pur appoggiando formalmente il governo tecnico Dini (1995-1996), s'incamminò allora sull'impervia strada dell'indipendentismo e della secessione e lanciò la Repubblica del Nord come progetto politico da conseguire. Nel giugno del 1995 s'insedia a Mantova il Parlamento del Nord: qui vengono elaborate e votate le proposte legislative che i parlamentari si impegnano a far approvare nel Parlamento Italiano. Il 17 Novembre 1995 il Parlamento del Nord si costituisce in assemblea costituente del Nord-Nazione, che si da sei mesi di tempo per elaborare la Carta Costituzionale per l'indipendenza del Nord. Seguono anni di convulse polemiche e manifestazioni, come quelle "del Dio Po" e "per l'indipendenza dei popoli della Padania" che la Lega organizza, con grande forza scenica ed evocativa - e qualche problema di ordine pubblico - ogni settembre dalle Alpi a Venezia. Nel frattempo, alle elezioni politiche del 1996, la Lega si presenta da sola e causa la sconfitta del Polo e la vittoria dell'Ulivo di Prodi: pur ottenendo un cospicuo 10,1% dei voti , 59 deputati e 27 senatori, non riesce più a porsi come ago della bilancia tra i due Poli e inizia anche ad accusare i colpi delle continue scissioni e defezioni (da quella dei leghisti dell'Ape di Comino e Gnutti a quella di Comencini e dei padani veneti, molto più grave in termini d'immagine e di consistenza numerica), spesso incentivate dal Polo - che aveva giurato a Bossi una guerra politica senza quartiere - e in parte dovute alla ferrea dittatura interna che il Senatur ha imposto ai suoi, impendendo loro di discutere "col Capo" linea politica, organigrammi e scelte ideologiche.

 

4. Il ritorno nel Polo e la partecipazione al Governo Berlusconi II

All'opposizione dei governi di centrosinistra, nel 1999 la Lega Nord si è riavvicinata a Berlusconi e dopo molti tentennamenti e ripensamenti, Bossi, Berlusconi, Fini, Buttiglione e Casini firmano un nuovo "patto d'unità d'azione" che da' vita alla neonata "Casa delle libertà". L'alleanza con Forza Italia, An e i centristi si è rivelata vincente alle elezioni politiche del 2001, con l'ingresso nel Governo Berlusconi II dello stesso Bossi, e di altri ministri leghisti.

(notizie tratte in gran parte dai siti pericles.it e polix.it)

 

 

 





 

   

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