Partito
Liberale Italiano (1921-1994)
Nacque ufficialmente nel 1921, ma era lerede delle classe dirigente
liberale che aveva guidato lItalia fino allavvento del fascismo.
1. La scelta monarchica e gli anni del centrismo
Ricostituitosi dopo la caduta del fascismo nel '43, in occasione del
referendum istituzionale del 2 giugno 1946 il PLI si schierò a favore della monarchia e,
nelle elezioni per l'Assemblea Costituente, ottenne il 6,8% dei voti, una percentuale
decisamente inferiore alle aspettative. In seguito il PLI, guidato dal segretario R.
Lucifero, stipulò un'alleanza elettorale con le forze residue dell'Uomo Qualunque.
Collaborò con la Dc e gli atri partiti laici (Psdi, Pri) negli anni del centrismo
degasperiano. Lo spostamento della linea del partito dal centro verso destra portò ad un
calo di voti nel 1953 (3%).
Nel 1954, Giovanni Malagodi fu eletto nuovo segretario del partito,
rimanendo in carica fino al 1972.
Nel dicembre 1955, l'ala sinistra uscì dal PLI, dando vita al Partito
Radicale, che non riuscì però a conquistarsi uno spazio politico.
2-Dai successi politici ad una nuova crisi.
Nelle elezioni del 1958, il PLI migliorò le proprie posizioni, passando
al 3,5%. Sotto la guida di Malagodi (fortemente influenzato da ambienti confindustriali)
uscì dal governo allavvento del centro-sinistra e dal 1963 condusse una politica di
opposizione al governo di centro-sinistra e modificò profondamente le proprie strutture
interne.
Negli anni seguenti, continuò ad indirizzare la propria polemica contro
la DC e il governo di centro-sinistra; una polemica imperniata su una ferma rivendicazione
dei principi del liberalismo, in contrapposizione con la politica economica seguita dalla
DC in favore dell'ampliamento del settore pubblico.
All'inizio degli anni Settanta il PLI attraversò un nuovo periodo di
crisi che si evidenziava con le elezioni politiche del 1972 e del 1976, in cui il partito
otteneva solo l'1,3% dei consensi. Tali rovesci determinavano lo sgretolamento della
vecchia maggioranza interna e favorivano l'avvento alla segreteria di Valerio Zanone.
3- Zanone, Altissimo, Costa e la frammentazione del partito.
Il Pli era stato negli ultimi anni sempre allopposizione, salvo una
parentesi allinizio degli anni 70 (governo Andreotti- Malagodi, 1972). Zanone
cercò di far uscire dall'isolamento il suo partito alleandosi con gli altri partiti laici
e con il PSI, come premessa per il ritorno al governo all'interno del pentapartito
(governo Spadolini, 1981).
Gli insuccessi nelle consultazioni elettorali del 1984 e 1985
determinavano la caduta di Zanone, sostituito da Alfredo Biondi come segretario del
partito. Nel 1986, col Congresso di Genova, la guida del partito ritornava però alla
corrente di Zanone, che sosteneva con successo la candidatura di Renato Altissimo.
Alle elezioni politiche del 1987 il PLI otteneva un modesto 2,1%. Solo
alle consultazioni del 1992 il partito, sempre sotto la guida di Altissimo, registrava un
leggero ma significativo aumento dello 0,7%. Nel 1993 Raffaele Costa sostituiva Altissimo
alla segreteria del Partito. In seguito al grave calo di consensi registrato alle elezioni
politiche del 1994, il PLI praticamente scompariva a causa del passaggio della gran parte
dei suoi esponenti all'interno di nuove coalizioni.
(notizie tratte in gran parte dal sito pericles.it)
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