Il
Partito Repubblicano Italiano (1895)
1-Origine, evoluzione e struttura del partito.
Il Pri è forte di una grande tradizione, che risale alle figure
prestigiose di Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, anche se, come vera e propria
associazione politica, si costituì ufficialmente il 21 aprile 1895.
Rafforzato grazie all'ingresso dell'ala destra del disciolto Partito
d'Azione, capeggiata da Ugo la Malfa, aderì al primo governo di centro, costituitosi
sotto la presidenza di Alcide De Gasperi.
All'indomani delle elezioni del 1948, sotto la leadership di Randolfo
Pacciardi, il PRI si spostò a destra. Questa politica costò al partito vari insuccessi
elettorali, fino al 1963, quando ottenne appena l'1,4% dei voti.
La struttura del PRI è caratterizzata da tre organi centrali, la
Segreteria, l'Esecutivo e la Direzione Nazionale i quali vengono eletti dal Congresso
Nazionale.
2-Ugo La Malfa, segretario al PRI.
Negli anni seguenti il PRI cercò di proporsi come «coscienza critica»
del centro-sinistra, impersonata da Ugo La Malfa, eletto segretario del partito al XXIV
Congresso di Roma nel 1965. La necessità di adeguare l'amministrazione statale alle
esigenze del Paese, attraverso lo snellimento della burocrazia e il risanamento economico,
costituirono le basi per una dinamica azione intrapresa dal PRI per attrarre nella propria
area larghi strati della borghesia progressista. Questa politica ha consentito al partito,
durante i primi anni Settanta, di aumentare la propria rappresentanza parlamentare,
guadagnando nuove adesioni in tutta Italia, a spese soprattutto dei liberali.
Nella seconda metà degli anni Settanta il PRI, sotto la direzione di La
Malfa, assumeva una funzione di primo piano nel promuovere la politica di «solidarietà
nazionale» e in particolare l'inserimento del PCI in una nuova maggioranza.
3-Dalla politica di La Malfa al successo di Spadolini.
Dopo la scomparsa di Ugo La Malfa, all'inizio del 1979, la rigorosa
politica del Partito Repubblicano Italiano, sia in campo economico, sia sul terreno della
moralizzazione della vita pubblica, otteneva un cospicuo consenso da parte
dell'elettorato. Nel 1983, il partito raggiungeva infatti il 5% dei voti, grazie anche al
successo personale del segretario Giovanni Spadolini.
Questi, nel 1981, diveniva il primo Presidente del Consiglio laico,
incarico che assolveva con buoni risultati fino al 1983 per poi passare la mano al
socialista Craxi.
4- Giorgio La Malfa alla Segreteria del PRI.
Passato l'«effetto Spadolini», nel 1987, il PRI, come gli altri partiti
minori, subiva un repentino calo al 3,7%. Nello stesso anno, Giorgio La Malfa sostituiva
Spadolini alla segreteria.
Pur continuando a sostenere la maggioranza pentapartita (ritornato dal
1987 a guida democristiana), La Malfa accentuava la vena critica del PRI nei confronti
degli alleati, soprattutto in tema di politica sociale ed economica. Nel 1991, una sua
polemica con il presidente del consiglio Andreotti determinava la fuoriuscita dei ministri
repubblicani dal governo e il passaggio del PRI all'opposizione. La posizione
intransigente dei repubblicani nei confronti di un governo sempre più delegittimato dal
malfunzionamento dello Stato, fruttava al PRI un incremento dello 0,7% alle elezioni
politiche del 1992. Nel 1993 Giorgio La Malfa abbandonava la segreteria del partito,
sostituito da Bogi, anche se solo per alcuni mesi.
Nel '96 il Pri ha aderito alla coalizione di centrosinistra (Ulivo) che
ha portato Romano Prodi alla guida del Governo, e ha successivamente appoggiato il Governo
D'Alema e quello Amato.
Alle elezioni politiche del 2001 il Pri ha lasciato il centrosinistra e
si è schierato con la Casa delle Libertà di Berlusconi.
(notizie tratte in gran parte dal sito pericles.it)
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