La Costituente (1946-1947)
Radici storiche della Costituzione
La carta costituzionale del 1948 più che dei giuristi, è opera dei
partiti politici. Le stesse elezioni per l'Assemblea Costituente - le prime, con quelle
amministrative, dopo il ventennio fascista - sono un'occasione per misurare la propria
forza elettorale da parte dei partiti politici e perciò sono pochi i professori di
diritto candidati (soprattutto da parte del PCI). Questi ultimi, inoltre, durante il
periodo fascista erano stati tagliati fuori dai circuiti internazionali della cultura
giuridica e quelli che avevano continuato i propri studi in Italia lo avevano fatto
accettando di disinteressarsi della vita politica.
La Costituzione - approvata a larga maggioranza dallAssemblea
Costituente - è dunque il frutto di un vasto "compromesso costituzionale", tra
visioni diverse della democrazia: la sinistra, specie il PCI, è portatrice di una visione
giacobina, con unassemblea elettiva dotata di pieni poteri; i conservatori, con in
testa la DC, auspicano un parlamentarismo razionalizzato con un esecutivo forte e stabile.
Queste due visioni antitetiche si fronteggiano per mesi tra i banchi
della Costituente, su ogni singolo punto del progetto di Costituzione. Il compromesso,
dunque, è inevitabile e indispensabile: le sinistre dal canto loro accettano il
bicameralismo, le autonomie locali e gli organo di garanzia come la Corte Costituzionale;
i moderati rinunciano in parte alle misure votate alla razionalizzazione del
parlamentarismo.
Anche il sistema elettorale prescelto per le elezioni della Camera dei
Deputati e del Senato della Repubblica, quello proporzionale, è conseguenza del
compromesso. Questo meccanismo, infatti, è in grado di garantire unadeguata
rappresentanza ai partiti di massa, escludendo quasi a priori la possibilità che uno di
essi ottenga la maggioranza assoluta e che possa così governare da solo.
Come ha sottolineato efficacemente il Calamandrei, dunque, la Costituzione del 1948
porta con sé, nella prima parte una rivoluzione promessa, nella seconda una rivoluzione
mancata. Proprio questo contrasto insito nel testo originario, farà ben presto
avvertire, con intensità via via maggiore, la necessità e di riforme più o meno
radicali dellimpianto progettato dai padri costituenti.
(a cura di Marco Palmieri)
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