Il vento della rivoluzione soffiò, inesorabilmente,
sulla Russia imperiale, tra l8 e il 9 marzo 1917 (23 e 24 febbraio secondo il
calendario ortodosso), quando, con lo zar Nicola II al fronte, scoppiarono a Pietrogrado
(ex San Pietroburgo) violente manifestazioni di piazza, simili a quelle che, nel 1905,
furono tragicamente represse, nel sangue, dalla guardia imperiale, che, in
questoccasione, a differenza della volta precedente, decise di fraternizzare con i
rivoltosi e di appoggiare, dunque, la sommossa.
Allinizio del 1917, la condizione economica del paese, già
drastica nellante-guerra, fu resa catastrofica da un conflitto che aveva provocato
la morte di due milioni di persone e che aveva sottratto alle campagne quella forza lavoro
necessaria per lavorare le terre, abbandonate al loro destino a causa della mobilitazione
forzata di un esercito che fagocitava uomini e mezzi e sempre più allo sbando, privo di
adeguati armamenti, mal equipaggiato e sbaragliato dalle violente offensive degli Imperi
Centrali sul fronte orientale.
Linflazione alle stelle, determinata da un sistema economico
assolutamente insufficiente a sostenere lo sforzo bellico, la miseria, la spaventosa
carestia del biennio 16/17, portò, dunque, allesasperazione e alla conseguente
rivolta, che, dilagata in tutto il paese, travolse il regime zarista: lo zar Nicola II,
infatti, nel tentativo di salvare la situazione, decise di abdicare a favore del fratello
Michele il quale, in tutta risposta, rinunciando al trono, decretò, di fatto, la fine
della lunga dominazione imperiale della dinastia Romanov.
Nel caos generale, mentre i ribelli costituirono un "Soviet"
di operai, lunica autorità legittima rimasta, la Duma, diede il via alla formazione
di un governo provvisorio, presieduto dal principe Lvov e formato dai cosiddetti
"cadetti", costituzionali-democratici di tendenze liberali, tra cui spiccava,
alla guida del ministero della difesa, la figura Kerenskij, di estradizione menscevica,
ossia di quella che era la corrente di minoranza del partito socialista rivoluzionario.
Karenskij si mostrò, da subito, favorevole alla prosecuzione della
guerra a fianco degli alleati dellIntesa, che videro così, con favore,
laffermazione della rivoluzione, certi di un maggior vigore delle armate russe sul
fronte orientale.
Nellaprile del 1917, però, si verificò un evento che avrebbe
mutato i destini della Russia e dellintera Europa, quando lesule Vladimir
Ilic Uljanov, detto Lenin decise di abbandonare la Svizzera e di ritornare in
patria, alla testa del partito comunista bolscevico; appena rientrato Lenin lanciò le sue
"tesi daprile", nelle quali sostenne la necessità di uscire
immediatamente dalla guerra, di togliere la terre ai proprietari per distribuirla ai
cittadini e di affidare il potere ai Soviet che stavano sorgendo, a grappoli, in tutto il
paese, sul modello di quello di Pietrogrado.
Nel frattempo, mentre Karenskij assumeva personalmente la guida del
governo provvisorio, gli eserciti russi, guidati dal generale Brusilov, poi sostituito da
Kornilov, andarono incontro alla catastrofe, anche a causa del progressivo sfaldamento
delle truppe e dei sempre più frequenti episodi di insubordinazione.
Preoccupati dalle disfatte subite dagli austro-tedeschi, i bolscevichi
scatenarono le "giornate di luglio", violente manifestazioni anti-governative
che vennero duramente represse nel sangue e che costarono la messa al bando del partito di
Lenin, costretto alla fuga in Finlandia.
Il paese intanto era sempre più allo sbando e un colpo di stato del
generale Brusilov, da poco alla guida delle forze armate, fallì solo per la mobilitazione
dei bolscevichi, ormai pronti per la presa del potere.
Tra il 6 e il 7 novembre ( 24-25 ottobre secondo il calendario
ortodosso) il braccio destro di un Lenin tornato dallesilio, Trotzkij decise una
sollevazione che portò alla conquista del palazzo dinverno, sede di un governo
costretto alla fuga; era il trionfo della cosiddetta rivoluzione dottobre e dei
bolscevichi, ora nuovi padroni dellimmenso paese, dopo un lungo percorso iniziato
con il crollo della monarchia zarista.
Lenin fu chiamato a presiedere il "consiglio dei commissari del
popolo", prendendo il comando di un governo di lavoratori, fondato sul potere dei
Soviet, che ebbe, come prima finalità, quella di uscire da una guerra che, a causa delle
ripetute sconfitte, stava portando allannientamento.
Al prezzo di gravissime perdite territoriali fu concluso, dunque, dai
bolscevichi, per mano del neo-commissario per gli affari esteri Trotzkij, il trattato di
pace di Brest-Litovsk, ma le sofferenze del popolo russo non si conclusero con la fine
delle ostilità: fomentati dalle potenze occidentali, che temevano laffermarsi della
rivoluzione, gruppi di ufficiali fedeli allo zar, tentarono abbattere il potere
costituito, scatenando, alla guida delle cosiddette armate "bianche" una
spaventosa guerra civile, che ,anche a causa della nuova, terrificante, carestia del
periodo 21/22, avrebbe provocato milioni di morti.
Al fine di contrastare le temibili forze avversarie, Trotzkij
organizzò lesercito rivoluzionario, che sarebbe passato alla storia con il mitico
nome di Armata Rossa e la cui fama si sarebbe sempre più affermata negli anni successivi,
sino quasi ai giorni nostri.
La guerra civile, dopo anni contrassegnati, tragicamente, dal
"terrore rosso e bianco" e che portò al massacro dello zar Nicola II e di tutta
la famiglia, si concluse, alla fine del 1920, con laffermazione dei bolscevichi e
con la nascita, sulle rovine della dissolta Russia imperiale, dellUnione delle
Repubbliche Socialiste Sovietiche, con capitale Mosca; fu il trionfo definitivo della
rivoluzione dottobre e del comunismo.