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Usa in guerra

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Le sorti della guerra non dipendevano solo da ciò che avveniva sul piano delle operazioni militari, ma un ruolo chiave era rappresentato dalla corsa ai rifornimenti, che correva lungo le rotte marittime dell’Atlantico; da questo punto di vista la situazione degli Imperi Centrali, schiacciati tra due fronti di guerra e con il blocco navale operato dall’Inghilterra, non era delle più favorevoli, anche in seguito all’incerto risultato nella battaglia navale dello Jutland, mentre l’Intesa poteva giovarsi degli aiuti provenienti dall’ America.

Al fine di ovviare e porre un freno a tale situazione, l’impero tedesco fece ricorso alla guerra sottomarina, condotta dai temibili sommergibili del reich, che rappresentarono una spina nel fianco per il naviglio alleato, fino a quando, nel maggio 1915, colò a picco, colpito da un siluro, il transatlantico Lusitania, sul quale viaggiava un consistente numero di cittadini americani; in seguito alle proteste degli Stati Uniti e temendone l’entrata in guerra, la Germania decise di astenersi da tali attacchi ma, nel febbraio 1917, il kaiser Guglielmo II, diede ordine di riprendere, senza alcuna forma di tolleranza, la guerra sottomarina e di affondare qualunque naviglio fosse transitato sulle rotte dell’Atlantico.

La decisione si rivelò però un tragico errore per gli Imperi Centrali perché il presidente americano Wilson ruppe gli indugi ed optò per l’intervento in guerra al fianco dell’Intesa, cui già da tempo gli americani guardavano con favore.

Il nuovo alleato prese, in pratica, il posto della Russia, la quale, dopo aver devastato le truppe austro-ungariche in Galizia, venne travolta dalla rivoluzione, uscendo dal conflitto, dopo l’avvento al potere dei bolscevichi di Lenin, con la pace di Brest-Litovsk, ottenuta a scapito di gravi perdite territoriali.

Gli austro-tedeschi si trovavano ora di fronte un vero e proprio colosso, che poteva mettere sul piatto un inesauribile apparato di uomini e mezzi in grado di spezzare, a favore degli alleati i fragili equilibri del conflitto.

L’unica salvezza era quella di battere gli alleati sul tempo, mettendo a frutto, lo sterile vantaggio di uomini e mezzi di cui gli Imperi Centrali potevano ancora giovarsi.

La battaglia imperiale, del marzo 1917 e lo sfondamento del fronte italiano, nella zona di Caporetto, avrebbero rappresentato, dunque, il disperato tentativo di risolvere la partita con l’ Intesa ed anche, visti gli avvenimenti che fecero seguito ai due attacchi, l’ultimo lampo austro-tedesco in una guerra irrimediabilmente persa.

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