La delegazione italiana, guidata da Orlando e Sonnino, si presentò a
Versailles con grandi speranze, dettate dal decisivo ruolo che lItalia aveva avuto
nella sconfitta degli imperi-centrali, ma ben presto ci si rese conto che il clima della
conferenza di pace non era tra i più favorevoli: i nostri delegati, che si aspettavano,
legittimamente, lapplicazione del trattato di Londra del 1915, si scontrarono contro
lostruzionismo del presidente americano Wilson, poco propenso a riconoscere quanto
era stato promesso al nostro paese ed, in particolare, lannessione della Dalmazia e
della città di Fiume, che, nel 1918, si era proclamata italiana.
Di fronte alla fermezza di Wilson, Orlando e Sonnino, sdegnati ed
irritati, abbandonarono i lavori, un gesto che ebbe conseguenze disastrose poiché, quando
si trattò di decidere le sorti delle colonie tedesche, queste furono spartite tra le
altre potenze, mentre lItalia venne ignorata.
Il regno di Vittorio Emanuele III si vide riconoscere il Trentino,
lAlto Adige, lIstria e Trieste, ma non la Dalmazia e Fiume, che sarebbe stata
occupata, nel 1919, con un colpo di mano, da una spedizione guidata da DAnnunzio,
alla testa dei suoi legionari.
Lumiliazione subita dai nostri delegati, a Versailles, creò, nel
paese, già debilitato dalla crisi economica post-bellica, un clima di grande frustrazione
e irritazione, alimentando la tesi della cosiddetta "vittoria mutilata", di un
inutile sacrificio di morte e distruzione, vanificato dal tradimento delle altre potenze
vincitrici.
Ne sarebbe seguita una situazione di grande instabilità politica,
caratterizzata da scioperi e proteste, in cui trovò terreno fertile, soprattutto tra i
reduci, desiderosi di rivalsa, il partito fascista di Benito Mussolini, nella sua scalata
al potere, culminata nella marcia su Roma del 1922, che diede il via al tragico ventennio.
Modifiche sociali conseguenti alla guerra
In cifre la guerra era costata 571.000 morti e 1 milione di feriti tra
cui 450.000 grandi invalidi. Il debito pubblico era aumentato da 15 miliardi di lire del
1915 a 69 del 1918. Linflazione era cresciuta nellordine delle 10-12 volte
rispetto al periodo prebellico. La disoccupazione era al 18 per cento.
Cinque milioni e 600mila soldati dovevano essere riportati ad una vita civile che non era
in grado di riassorbili nella piena occupazione. Il loro posto in fabbrica era stato preso
da lavoratrici che costavano mediamente il 30% meno degli uomini e lindustria
bellica aveva avuto uno sviluppo che non poteva essere sostenuto in tempo di pace, tanto
che i licenziamenti non si fecero attendere. Le promesse espansioni territoriali furono
ridotte e si limitarono a zone già densamente popolate che non potevano in alcun modo
ricevere altra popolazione immigrante. I contadini non ricevettero le terre promesse e ciò
li spinse verso le grandi città, finendo a rimpolpare quel proletariato già duramente
provato. Le donne che avevano assaporato per la prima volta Italia il brivido dellindipendenza
economica non fecero valere per tempo il peso contrattuale che avevano assunto, vedendosi
progressivamente respingere verso una zona marginale del mondo del lavoro. I socialisti
che tanto avevano influito sulla sorte della guerra erano stati duramente colpiti e
indeboliti sia nellala moderata sia in quella massimalista. Laver combattuto
al fianco delle potenze occidentali non ci aveva portato al loro livello di progresso
sociale. Il Maggio radioso del 1915 avrebbe dato fondamenta ad un ventennio
oscuro e privo di libertà.