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Italia in guerra

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Il 4 novembre, il giorno della Vittoria

Con un'offensiva iniziata il 24 ottobre del 1918 , ad un anno esatto dal disastro di Caporetto, l'esercito italiano vince la prima guerra mondiale.

L'armistizio firmato a villa Giusti, presso Padova, il giorno 3 da Pietro Badoglio e dal generale austriaco, Victor Weber von Webenau fissa infatti alle ore 15 del giorno 4 novembre la cessazione delle ostilità.

 

trangolino.gif (131 byte) Bollettino della vittoria italiana (4 novembre 1918)

 

trangolino.gif (131 byte) La battaglia di Vittorio Veneto

Dopo aver fermato l’avanzata degli imperi centrali, con le truppe di questi ultimi ormai impotenti e sulla difensiva, tutto sembrava pronto per un attacco volto a riconquistare i territori occupati e a spezzare, definitivamente, le linee austro-tedesche, debilitate dalle paurose perdite subite nella battaglia del Piave ed in crisi pure sul fronte occidentale.

I contrasti multietnici dell’esercito asburgico (formato da austriaci, ungheresi, croati, boemi, sloveni polacchi e bosniaci), anche a causa dalla difficile situazione militare, si stavano sempre più accentuando, provocando il progressivo sfaldamento dello stesso.

I comandi alleati, fin dal trionfo del Piave, continuarono ad incentivare, con il contributo di uomini e mezzi, lo stato maggiore italiano a prendere l’iniziativa contro l’agonizzante nemico, finchè, dopo vari ritardi, volti ad assicurare l’adeguata preparazione delle sue truppe, Diaz, tra il 24 e il 27 ottobre, ad un anno esatto dalla disfatta di Caporetto decise di lanciare la controffensiva finale: al termine di due giorni di aspri combattimenti, resi difficili dalle continue piogge, che avevano contribuito ad ingrossare le acque del Piave, i soldati italiani, dopo un primo momento di difficoltà, furono in grado di attraversare il fiume e di avere la meglio sulla vigorosa resistenza nemica; il massiccio attacco in forze condusse l’esercito regio fino a Vittorio Veneto, ove conquistò la vittoria decisiva, travolgendo e tagliando in due le armate di un impero che di fatto aveva già cessato di esistere come entità politica; Trento e Trieste vennero liberate e, ad un’Austria-Ungheria, ormai in piena dissoluzione, non restò altro che chiedere l’armistizio, firmato, il 4 novembre, a Villa Giusti, presso Padova.

Disse il generale Badoglio, a proposito dell’accordo appena siglato: "Per l’Italia è la fine della guerra, per l’Austria è la fine di un grande impero".

Il comandante Diaz fu in grado, quindi, di dare lettura del bollettino della vittoria, che pose fine ad una guerra costata, al nostro paese, ben 700.000 vittime, immolatesi per il definitivo annientamento dell’aquila asburgica, che non sopravvisse al corso degli eventi e dalle cui ceneri si originarono le repubbliche indipendenti di Austria, Cecoslovacchia e Ungheria.

 

trangolino.gif (131 byte) Ciampi: "4 novembre giorno dell'unità nazionale"

"Il 4 novembre ha uno stretto nesso di continuità con altre due ricorrenze: il 2 giugno, giorno della celebrazione, della nascita della Repubblica e del suffragio universale, fondamento delle libere istituzioni; il 25 aprile, segno della riconquista dei valori civili e delle  libertà ad opera della Resistenza, poi fissati per libertà di popolo nella nostra Costituzione'', ha detto il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi. Il 4 novembre, ricorda il capo dello Stato, è l'anniversario della vittoria del 1918, al termine della prima guerra mondiale che ''fu indubbiamente animata dai valori del Risorgimento''. I costituenti repubblicani nel 1948 ''con una intuizione illuminata definirono il 4 novembre 'giorno dell'unità nazionale' e da allora l'anniversario della vittoria del '18 ha significato il completamento dell'indipendenza nazionale''. Il 4   novembre ''giustamente - ha sottolineato Ciampi - la Nazione  celebra le sue forze armate per lo straordinario contributo dato all'unificazione e alla costruzione della Patria''.

 

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