Di
seguito pubblichiamo ampi stralci del verbale che la polizia ha inviato alla Procura della
Repubblica di Genova dopo i fermi nella scuola Diaz.
«Il 22 luglio, alle ore 3», nellufficio
«trattazione atti presso il VI Reparto Mobile della Polizia di Genova, noi sottoscritti
Ufficiali e Agenti di Polizia Giudiziaria, al Servizio Centrale Operativo di Roma, alle
Squadre Mobili di Roma, Napoli, Genova, La Spezia e Nuoro , diamo atto che all1,30
circa, in via Cesare Battisti nellistituto scolastico Diaz al termine di una
perquisizione domiciliare, abbiamo proceduto allarresto» delle 93 persone in elenco
perché «responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla devastazione ed al
saccheggio nonché, in concorso tra loro, di detenzione abusiva di arma da guerra (bombe
molotov). Si è resa necessaria ladozione della misura pre-cautelare (il fermo n. d.
r.) per i fatti di seguito elencati».
«Alle 22,30 circa un contingente della Polizia»
mentre transitava «in via Cesare Battisti, davanti alla scuola Diaz, veniva fatto oggetto
di un violento lancio di oggetti contundenti da parte di numerose persone, verosimilmente
appartenenti alle cosiddette "Tute Nere"», attuando «un tentativo di
aggressione» agli egenti «Alla luce dei gravissimi disordini che il 20 e 21 luglio»
cerano stati in centro città, «e determinati dalla condotta eversiva delle
cosiddette "Tute Nere", responsabili di gravissimi episodi di devastazione e
saccheggio e di atti di violenza verso le Forze dellOrdine», gli agenti «erano
costretto ad allontanarsi immediatamente dal luogo, anche per far convergere sul posto
contingenti di rinforzo. Esemplificative sono le drammatiche immagini che le tv» di tutto
il mondo «hanno mandato in onda e che hanno consentito di percepire nei termini adeguati
le difficoltà incontrate dalle Forze dellOrdine nel contenere la violenza dei
citati manifestanti sia contro le persone che verso i beni materiali. Nel dettaglio, le
riprese tv hanno evidenziato i ripetuti e violenti lanci di molotov che hanno causato
incendi in diversi punti della città coinvolgendo autoveicoli, esercizi commerciali ed
arredi urbani».
Ciò premesso «e in considerazione della
concreta possibilità che la scuola Diaz fosse rifugio delle frange estreme delle
"Tute Nere"» veniva organizzato «un adeguato programma dintervento
finalizzato 1) alla ricerca di armi o materiale» esplosivo «che in quel luogo poteva
essere occultato, 2) allidentificazione dei responsabili dellaggressione che
poco prima aveva coinvolto gli agenti di Polizia, 3) allidentificazione dei
responsabili dei gravissimi disordini citati. Appena giunti sul luogo, gli agenti notavano
un gruppo di giovani che alla loro vista» ed eravamo «chiaramente riconoscibili
dalluniforme o per le casacche», con lobbiettivo «di compromettere lo
svolgimento delloperazione di polizia giudiziaria», chiudevano la scuola
dallinterno «impedendo che gli agenti vi potesse entrare». [...]
In questo modo - scrive chi ha redatto il verbale
- i ragazzi hanno avuto «il tempo necessario per occultare armi e per organizzare
unattiva resistenza». Gli agenti, «dopo aver forzato il cancello dingresso
utilizzando un furgone» ed essere entrani delledificio «subivano un fittissimo
lancio di oggetti di ogni genere». Tutto questo «rafforzava il profondo convincimento
che effettivamente nella scuola i giovani manifestanti» avessero « armi di ogni genere.
Pertanto appena riusciti a forzare il portone dingresso, veniva effettuata una
perquisizione ai sensi dellarticolo 41 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza. I
giovani presenti allinterno, resisi conto» dellarrivo della polizia
«cercavano di resistere ulteriormente: prima ingaggiando colluttazioni con gli agenti,
poi disperdendosi per i vari piani delledificio, anche per poter tendere
inaspettatamente ogni sorta dagguato».
«Quanto segnalato trova conferma
nellaccoltellamento al torace dellagente Nucera Massimo, in forza al Nucleo
Antisommossa del I Reparto Mobile di Roma, episodio che non aveva ulteriori e drammatiche
conseguenze solo grazie allutilizzo da parte dellagente di un giubbotto
protettivo. La resistenza» dei ragazzi era vinta «solo grazie alla presenza di un
nutrito contingente di poliziotti». Nel referto, a questo punto, si racconta che «nelle
concitate fasi dingresso e durante la colluttazione, i giovani provvedevano
intenzionalmente a lanciare verso ogni luogo i propri zaini, ciò, evidentemente, per
rendere impossibili le operazioni di attribuzione delle responsabilità penali relative
alleventuale rinvenimento di armi. La cui ricerca, resa ancor più complessa proprio
in considerazione dellatteggiamento di questi giovani, consentiva di trovare e
sequestrare, i seguenti oggetti: 2 bottiglie contenenti liquido infiammabile e innesco,
cosiddette «molotov»; 7 coltelli a serramanico, con manico in legno di varie dimensioni;
10 coltelli, tipo svizzero, manico in plastica, di varie dimensioni; 1 coltello multiuso
in acciaio; 1 coltello multiuso con manico in plastica nero; 2 coltelli da cucina in
acciaio; 1 coltello da cucina con manico in legno; 1 coltello da cucina con manico in
plastica nero; 1 paio di forbici da cucina; 1 set da tasca di chiavi esagonali e
cacciavite; 2 mazze da carpentiere con manici in legno; 1 piccone con manico in plastica
dura; 1 pala da carpentiere con manico in legno; 1 mezza bottiglia di plastica con chiodi;
1 tubo Innocenti ricurvo; 1 Kriptonite, con due chiavi; 3 mazze di ferro; 6 mazzette in
alluminio ricurve; 2 spuntoni di ferro; 5 bombolette di vernice spray; 2 thermos; 2 dadi
in alluminio; 1 scatolato in ferro; 1 lastra in porfido; 2 cinghie borchiate; 1 cinghia
metallica; 1 cinta in tela; 1 bracciale cuoio borchiato; 1 catena in ferro legata ad una
camera daria; 1 elastico di gomma; 4 contenitori per sostanze lacrimogene del tipo
usato dalla polizia; 1 capsula spray urticante usata; 1 manetta in ferro; 15 maschere
antigas; 8 maschere da sub; 13 occhialetti da piscina; 1 filtro maschera antigas; 3 caschi
da motociclista; 2 caschi da cantiere; 1 brandello di bandiera rossa; 1 parrucca color
castano; 1 rotolo di imballaggio; 5 passamontagna modello Mefisto; 1 cappello lana nero; 3
mascherine paraocchi da lavoro; 6 parastinchi di plastica uso sportivo; 4 ginocchiere di
tipo sportivo; 11 protezioni fisiche artigianali di plastica resistente; 1 paio di guanti
di lana nera; 2 minidisk di marca Sony; 6 rullini; 3 cassette audio; 1 floppy disk privo
di etichetta; 3 cellulari; 17 macchine fotografiche; 2 walkman; 1 agendina di colore rosso
e nero; una bustina trasparente contenente 14 pasticche di colore bianco; 4 capsule con
polvere marron e una capsula vuota; 1 bandiera rossa con effigie riportante pugno chiuso
di colore giallo; 1 striscione di 10 metri di lunghezza con sfondo nero ed effigie in
giallo con su scritto«you cant forbit it and you cant ignore it you try to
frighten but you will not stop it» seguita da una stella a cinque punte; 60 magliette
nere, alcune con scritte inneggianti alla resistenza, alla violenza e contro lo Stato; 15
pantaloni neri; 16 giacche nere; 17 giubbotti neri; 5 sciarpe nere; 4 cappelli neri; una
pettorina gialla con la scritta «giornalista»; unagenda blu con la cartina
topografica di Genova con riportate a penna indicazioni sulle zone della città
interessate ai cortei; vario materiale cartaceo e striscioni di cartone».
«A carico del cittadino tedesco Szabo
Jonas, 24 anni, sono stati sequestrati 2 coltelli multiuso; 1 coltello a serramanico e 8
fogli dattiloscritti in lingua inglese, numerati da pagina 3 a pagina 11 e privi della
pagina 10 [..]. Quanto sequestrato sostiene lipotesi investigativa relativamente
alla localizzazione del luogo destinato dai vertici dellorganizzazione delle
"Tute Nere" ad accogliere i militanti provenienti da tutta Europa per il G8.
Tale luogo era evidentemente indispensabile per il necessario supporto logistico e per
attuare lobbiettivo, attraverso devastazioni e saccheggi, attentati a impianti di
pubblica incolumità, detenzione ed uso di armi anche da guerra. La certa appartenenza dei
citati giovani allorganigramma delle "Tute Nere" è, peraltro, pienamente
confermata dal ritrovamento e dal sequestro di numerosissimi capi di abbigliamento proprio
di quel colore. Non sarebbe altrimenti spiegabile la presenza nella Diaz di numerosissimi
giovani di diversi paesi europei. Quanto accertato consente di stabilire che il sodalizio
in oggetto si sia palesemente interessato di reperire sia i mezzi per raggiungere il luogo
convenuto che le armi indispensabili per realizzare i delitti indicati».
«Il contenuto di un manoscritto trovato
fra gli effetti personali di Szabo Jonas, consente, inoltre di stabilire che egli è uno
degli esponenti di maggior rilievo» delle "Tute nere", perché il testo
«descrive nei dettagli la preparazione di un giubbotto speciale da usarsi in occasione di
contatti con le forze dellordine» . Questo «conferma la posizione di rilievo di
Jonas nellorganizzazione, e dimostra che la Diaz era il luogo destinato alla
pianificazione strategica e al materiale confezionamento degli strumenti destinati
alloffesa delle forze dellordine.[...]
«Dai fatti narrati» si intuisce «anche il
programma criminoso dellorganizzazione» che voleva compiere «una serie non
determinata di delitti». Pare ovvio, anche, che [...] «ogni componente
dellassociazione avesse la consapevolezza che il suo attegiamento contribuiva in
maniera determinante alla realizzazione delle comuni finalità». [...] Nel corso della
perquisizione, sono stati feriti numerosi giovani presenti nella scuola, alcuni dei quali
ancora ricoverati in ospedale, e molti agenti di polizia...».
(da la Stampa, 29 luglio 2001)
per approfondire:
Il racconto della polizia (articolo di Guido Ruotolo)
Il verbale di sequestro della Procura di Genova del materiale
ritrovato presso la scuola Diaz
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