La politica estera
Lespansionismo imperialistico, il
bellicismo e laggressività costituiscono i caratteri salienti del dna fascista e
pertanto ne caratterizzano la politica estera. Negli anni Venti, tuttavia, il fascismo si
limita alla propaganda verbale con la richiesta di revisione dei trattati di pace, sia
perché la situazione internazionale è relativamente calma, sia perché il regime, e
Mussolini in prima persona, hanno bisogno di consolidare la propria immagine a livello
internazionale. Per questo motivo Mussolini segue una linea prudente e conciliante verso
le nazioni occidentali. Anche se, fin dal 1923, quando il
duce ordina l'occupazione dell'isola di Corfù, è chiaro che uno dei principali obiettivi
del fascismo è quello di scardinare gli assetti europei usciti dal trattato di
Versailles. In Europa il fascismo tiene una linea di larvata ostilità nei confronti della
Francia che ospita molti antifascisti mentre si avvale della tradizionale amicizia
britannica e del nuovo sostegno finanziario americano.
Un netto cambiamento di rotta si verifica a
cavallo tra la fine degli anni Venti e linizio degli anni Trenta, in concomitanza
con lascesa al potere di Hitler in Germania e laccentuarsi delle tensioni in
Europa.
Tra fascismo e nazismo non sono subito rose e
fiori. Quando nel 1934 Hitler tenta di invadere l'Austria, Mussolini manda delle divisioni
al confine che obbligano il fuhrer a ritornare indietro.
Lespansione coloniale in Africa e la
penetrazione diplomatico-militare nellarea balcanica costituiscono due obiettivi
tradizionali della politica estera italiana. Il 3 ottobre 1935 Mussolini dichiara guerra
allEtiopia, dando così il via a quellopera di destabilizzazione del quadro
internazionale che culminerà nella seconda guerra mondiale e che vedrà lItalia
impegnata al fianco della Germania nazista. La campagna dAfrica, che si conclude nel
maggio 1936 con loccupazione di Addis Abeba e la proclamazione dellImpero,
segna anche la fine della politica di buon vicinato tra lItalia e le democrazie
europee e della politica del "peso determinante", cioè dellequidistanza
tra Inghilterra-Francia e Germania.
Il patto d'acciaio con Hitler
Prima della conquista d'Etiopia i rapporti tra
Mussolini e Hitler non sono buonissimi, ma a partire dal '36 con la conseguente frattura
con le potenze occidentali e con la Società delle Nazioni, il fascismo si lega in modo
sempre più stretto alla Germania. Ecco le tappe dell'alleanza tra fascismo e nazismo.
- 25 novembre 1936 Formazione
dell'asse Roma-Berlino-Tokyo. In questo modo le tre potenze si legano in un rapporto di
alleanza privilegiata. Nello stesso anno vengono mandate truppe italo-tedesche in appoggio
alle truppe del generale Francisco Franco contro il governo repubblicano nella guerra
civile spagnola.
- 1937 Patto Anticomintern fra Italia, Germania e Giappone. In funzione
antirussa ed anticomunista.
- 1938 Promulgazione delle legge razziali da parte del governo italiano.
- 22 maggio 1939 Firma del Patto d'Acciaio che impegna il fascismo in
un'alleanza militare con il nazismo e ne segna il definitivo destino comune.
Mussolini pensa di approfittare del sostegno
della Germania per allargare il dominio dell'Italia nel Mediterraneo così quando nel 1938
le truppe di Hitler invadono l'Austria, l'Italia questa volta non si oppone. L'anno dopo,
in compenso, occupa l'Albania (7 aprile 1939).
I
fascismi "piccoli" del resto d'Europa, di Paolo Deotto (storia in
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Il tentativo di annettere la Corsica |