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     I

Lo sterminio nazista dei Testimoni di Geova

di G. Di Biasi*

"Lo strazio più grande, in questi cinquant’anni è stato quello di dover subire l’indifferenza e la vigliaccheria di coloro che, ancora adesso, negano l’evidenza dello sterminio. Come tanti altri sopravvissuti mi ero imposta di non parlare, di soffocare le mie lacrime nello spazio più profondo e nascosto della mia anima, per essere io sola, testimone del mio silenzio; così è stato fino ad oggi!". Con queste parole Elisa Springer, autrice del libro, Il silenzio dei vivi,1 interrompe il suo silenzio e ritrova le parole che le sembravano perdute. Ha taciuto per il timore di non essere capita, di non essere creduta e cinquant’anni dopo la sua deportazione ad Auschwitz, proprio suo figlio, vuole capire e sapere di quell’immane tragedia.

"E’ un dovere verso milioni di ebrei, di zingari, di Testimoni di Geova, di omosessuali e di mille fiori violenti, calpestati e immolati al vento dell’assurdo; è un dovere verso tutte quelle stelle dell’universo che il male del mondo ha voluto spegnere… I giovani liberi devono sapere, capire che tutto ciò che è stato, è storia, e oggi la storia si sta paurosamente ripetendo". Con questa determinazione, Elisa Springer, ha voluto dare voce ad un silenzio, prima che fosse troppo tardi.

I contrassegni dati dai nazisti nei lager. Il triangolo viola identificava i Bibelforscher

 

A questa voce si è aggiunta negli ultimi anni, anche quella di un altro gruppo dimenticato dalla storia, quello dei Bibelforscher o Studenti Biblici, come erano chiamati in Germania i Testimoni di Geova. Per molti anni si è parlato dell’"Olocausto"come riferimento esclusivo alla terribile sorte del popolo ebreo sotto il regime nazista. Recentemente l’interesse dei ricercatori e degli storici, ha cominciato a includere altre minoranze. Lo storico ecclesiastico protestante tedesco, Detlef Garbe,2 pubblicò per primo, un’opera fondamentale su questo spaccato di storia. In seguito, altri studiosi,3 hanno approfondito le vicende dei Bibelforscher, facendo luce sul buio che avvolgeva questa storia. Perché il silenzio, perché la dimenticanza per molto tempo, di questo gruppo? A questa domanda, ci risponde Mauro Mellini4: "Rimuovendo la loro persecuzione, il loro sterminio, molti, troppi hanno voluto e vogliono rimuovere la loro responsabilità, il loro colpevole silenzio… Dimenticando il sacrificio dei Bibelforscher, molti si aiutano oggi a mimetizzare il loro "fastidio" per il proselitismo dei Testimoni di Geova".

 

TRA I PRIMI A DENUNCIARE L’ORRORE NAZISTA

Quando Hitler ascese al potere nel 1933, i Testimoni di Geova contavano circa 25.000 associati attivi. Mentre le Chiese assicuravano al Fuhrer il loro appoggio, i Testimoni avevano da tempo espresso il loro rifiuto ad un’ideologia razzista e totalizzante come quella nazionalsocialista. Essi avevano fatto conoscere all’opinione pubblica per mezzo della loro rivista L’Età d’Oro (oggi Svegliatevi!) la vera natura del regime nazista. Coraggiosamente e andando contro corrente, nell’agosto 1933 la rivista L’Età d’Oro, riportava la corrispondenza di un giornalista, Frederick Birkall, sulla "rivoluzione nazista in Germania": "E’ stata realizzata a prezzo di indicibili difficoltà e sofferenze, come possono attestare le migliaia di cittadini onesti e patriottici che sono stati privati della casa e dell’impiego, le migliaia di oppositori politici che sono ora rinchiusi dietro il filo spinato dei campi di concentramento e condannati ai lavori forzati a motivo della loro opposizione, e le poche migliaia di persone autoesiliatesi per sfuggire ai terrori del nuovo regime". Seguirono sempre sulla stessa rivista altre denunce che riguardavano l’oppressivo "sistema spionistico" nazista; l’uso di "un gas venefico" sperimentato presso il campo di concentramento di Dachau.

I primi tedeschi ad essere internati nei campi furono i comunisti, i socialdemocratici, i sindacalisti, i Bibelforscher, ecc.5, perciò i Testimoni, avevano notizie di prima mano sull’esistenza dei campi di concentramento. Franz Zurcher, un Testimone svizzero, documentò e denunciò vari casi di persecuzione inumana nei confronti dei Testimoni tedeschi, raccogliendoli in un libro dal titolo "Crociata contro il Cristianesimo". Quelle pagine turbarono profondamente, Thomas Mann, che in una lettera scrisse: "Ho letto il vostro libro e la sua terribile documentazione con viva emozione. Non posso descrivere il sentimento misto di orrore e ribrezzo che ho provato… Rimanere in silenzio servirebbe solo all’indifferenza morale del mondo… Avete fatto il vostro dovere pubblicando questo libro e portando alla luce questi fatti6". Seguirono ancora altri articoli pubblicati dai Testimoni di Geova, in essi venivano riportati gli arresti di massa, la distruzione di 520 sinagoghe, le sadiche torture inflitte ad innocenti internati nei campi. "Soluzione finale" era ancora un’espressione ignota a molti, quando i testimoni di Geova denunciarono lo spietato sterminio degli ebrei da parte dei nazisti. E ancora, seguirono altre denunce su come greci, polacchi e serbi venivano sistematicamente sterminati7.

Tutte queste denunce, pubblicate tra il 1933 e il 1942, sono state minimizzate o rimosse dalla coscienza collettiva, perché provenivano da quella che era considerata, spesso in maniera sprezzante, una ‘setta’. A questo riguardo uno storico britannico, Christine King, ha detto: "I testimoni di Geova ebbero il coraggio di parlare. Parlarono chiaro sin dall’inizio. Parlarono con una sola voce. E parlarono con enorme coraggio, il che è una lezione per tutti noi8".

 

COSA ACCADDE QUANDO HITLER SALI’ AL POTERE?

Il 30 gennaio 1933 Adolf Hitler fu nominato nuovo cancelliere della Germania. All’inizio il governo di Hitler cercò di nascondere la sua natura estremista e violenta. Perciò i Testimoni, insieme a milioni di altri tedeschi, nei primi mesi del 1933 consideravano il partito nazionalsocialista la legittima autorità sovrana di quel tempo. I Testimoni speravano che il governo nazionalsocialista si rendesse conto che questo gruppo di cristiani pacifici e ligi alla legge non costituiva affatto una minaccia per lo Stato. Questo non voleva dire che avrebbero fatto compromesso sui princìpi biblici. Come è avvenuto in altri paesi, i Testimoni volevano informare il governo tedesco della vera natura non politica della loro religione.

Ben presto fu evidente che i testimoni di Geova sarebbero stati uno dei primi bersagli della brutale repressione nazista. Furono nuovamente tacciati di complicità in una presunta cospirazione ebreo-bolscevica. Iniziò una brutale campagna di persecuzione. Perché una comunità religiosa così piccola doveva attirare il furore del nuovo regime? Lo storico Brian Dunn identifica tre ragioni fondamentali: (1) l’internazionalità dei Testimoni, (2) la loro opposizione al razzismo e (3) la loro neutralità nei confronti dello Stato. A motivo delle loro convinzioni basate sulle Scritture, i Testimoni tedeschi rifiutavano di fare il saluto nazista, di iscriversi al partito nazionalsocialista e in seguito di partecipare ad attività militari.

Nel 1933, dopo aver raggiunto il potere, i nazisti diffusero un bando contro i testimoni di Geova in tutta la Germania. I poco più dei 25.000 testimoni tedeschi furono presi di mira con inaudita violenza. Quasi 10.000 Testimoni furono imprigionati o deportati nei campi nazisti. A molti genitori Testimoni fu tolta la potestà dei propri figli. Nella sola Germania circa 500 bambini, furono separati dai loro genitori per essere rinchiusi nei centri di rieducazione nazista o affidati a genitori nazisti. Nei campi di concentramento fu assegnato ai testimoni di Geova un triangolo di stoffa, color viola, l’unico dato da Hitler, ad un gruppo perseguitato per motivi religiosi. Ai "Triangoli Viola" sarebbe bastato una lettera di abiura della propria fede, per essere liberati dai nazisti, cosa che nella stragrande maggioranza essi non fecero. Nei lager, dove erano rinchiusi, 2.000 di loro morirono, di cui oltre 350 furono fucilati, decapitati o condannati alle camere a gas.

 

 

I TESTIMONI DI GEOVA SOTTO IL REGIME FASCISTA

In Italia la comunità dei testimoni di Geova ebbe i suoi inizi nel 1903, a Pinerolo, in provincia di Torino. Tra la fine degli anni 20 e i primi anni 30, diversi emigrati che erano diventati "studenti biblici" all’estero, di ritorno in Italia, iniziarono a far conoscere ad altri la loro nuova fede. Si formarono così nuovi piccoli gruppi in varie parti d’Italia. Il regime fascista si oppose subito alla concezione cristiana dei testimoni di Geova, nonostante questi ultimi, fossero un numero irrilevante, circa 150 in tutto il paese.

Il primo documento circa le indagini di polizia sui testimoni, risale al 1924.9 Nel settembre 1925 il prefetto di Venezia segnalò al Ministero dell’Interno il sequestro di un volantino, L’Ecclesiasticismo in stato d’accusa, ritenuto offensivo nei confronti del sommo Pontefice e del regime fascista. Dal 1925 in poi furono emanate varie circolari per impedire ai testimoni di Geova la divulgazione dei loro scritti. Inermi operai, contadini, massaie, e altri lavoratori trovati in possesso di giornaletti e libri religiosi furono imprigionati o mandati al confino come elementi pericolosi per il regime. I fascicoli relativi ai testimoni depositati presso l’Archivio Centrale dello Stato a Roma, contengono rapporti dei prefetti al Ministero dell’Interno, segnalazioni del Ministero stesso a prefetti, questori, rapporti dell’O.V.R.A. (Opera vigilanza repressione antifascista), rapporti su perquisizioni e interrogatori riguardanti aderenti e simpatizzanti.

Nel 1943, con la caduta del fascismo, i Testimoni condannati dal tribunale Speciale furono scarcerati. Maria Pizzato, una testimone di Geova appena scarcerata contattò Narciso Riet, rimpatriato dalla Germania, che si interessava di tradurre e diffondere gli articoli principali della rivista Torre di Guardia. Le riviste venivano introdotte clandestinamente in Italia. I nazisti, spalleggiati dai fascisti, scoprirono l’abitazione di Riet e lo arrestarono. Fu deportato a Dachau e condannato a morte con sentenza depositata a Berlino il 29 novembre 194410.

I testimoni di Geova furono i più perseguitati dal regime fascista, che li considerava ‘i più pericolosi’ per due motivi fondamentali: perché erano il gruppo che si impegnava sistematicamente nell’evangelizzazione pubblica, opera duramente avversata dal Vaticano, e perché, data la loro neutralità politica e militare, denunciarono, senza peli sulla lingua, che tutti i regimi dittatoriali erano espressioni del dominio del diavolo, cosa che fece scatenare Mussolini e il suo contorno11.

Narciso Riet, condannato a morte a Dachau

 

Riflessioni conclusive

Considerando le modeste dimensioni della comunità religiosa dei testimoni di Geova, che in alcun modo poteva rappresentare una minaccia per nessun governo, ci si chiede che cosa abbia potuto scatenare la forte ira dei regimi dittatoriali, al punto da spingere Hitler a dichiarare che "questa genia deve essere sterminata" e a spingere Mussolini, a seguire in prima persona la repressione di un piccolo gruppo di persone per lo più contadini e operai. I motivi vanno forse ricercati nell’atteggiamento neutrale dei Testimoni nei confronti della guerra, un atteggiamento insopportabile per i governi totalitari. Sicuramente il principio preponderante di tale atteggiamento, fu reso ancora più chiaro quando i Testimoni di Geova lo adottarono nel 1921 in occasione del loro convegno a Washington: "Quali cristiani che si sforzano di seguire gli insegnamenti di Cristo Gesù nostro Signore e dei suoi Apostoli, noi affermiamo: che la guerra è un residuo di barbarie, distrugge i buoni costumi ed è un biasimo per i popoli cristiani; che i principi insegnati dal Signore Gesù Cristo impediscono ai cristiani consacrati di partecipare alla guerra, a spargimenti di sangue o a qualsiasi forma di violenza12". Testimoni quindi, pacificatori, genuinamente cristiani.

La ricerca di queste vittime dimenticate delle persecuzioni naziste è appena cominciata. "I Testimoni di Geova, possono risolutamente affermare di aver resistito al ‘malvagio’. In senso letterale hanno adempiuto la loro propria affermazione di essere veri seguaci di Gesù Cristo, mentre le due Chiese maggiori, quella protestante e quella cattolica, per loro stessa ammissione hanno miseramente fallito. Sei decenni dopo, è ora tempo di mostrare rispetto nel nome del cristianesimo. Senza l’esempio di questo fedele gruppo cristiano sotto l’oppressione della dittatura nazionalsocialista, dovremmo – dopo Auschwitz e l’Olocausto – dubitare della possibilità di adempiere gli insegnamenti cristiani di Gesù 13".

Tale nobile testimonianza dei Testimoni di Geova, vissuta fino al martirio, è parte di una storia che non va dimenticata.

 * Coordinatore del Comitato Lombardia Triangoli viola Vittime dimenticate

 

Dal febbraio 2000, questi comitati (sotto la direttiva dell’Ufficio Relazioni Pubbliche dei Testimoni di Geova) sono impegnati in Italia, nel far conoscere all’opinione pubblica questo aspetto ignoto dell’Olocausto. Nell’ambito di incontri sulle minoranze perseguitate dal nazismo, vengono organizzati incontri e mostre con la collaborazione di ricercatori e studiosi, presso i Comuni, le Scuole, le Università, le Carceri e le emittenti televisive e radiofoniche. Durante questi incontri oltre alla documentazione fornita, viene proiettato il documentario I Testimoni di Geova saldi di fronte all’attacco nazista con interviste di storici e di sopravvissuti alla persecuzione nazista. Fino ad oggi (ottobre 2001) sono state oltre 1.000 le proiezioni di questo documentario e vi hanno assistito più di 100.000 persone.

 

RIFERIMENTI:

(1) Elisa Sprinter, Il silenzio dei vivi pagine 13-15, Marsilio Editore, Venezia, 1997

(2) D.Garbe, Widerstand und Martyrium. Die Zeugen Jehovas im Dritten Reich, Munchen, I edizione 1999

(3) S. Graffard e L. Tristan, I Bibelforscher e il nazismo (1943-1945) I dimenticati dalla Storia Editrice Tiresias, Michel Reynaud, Paris, 1994

Matteo Pierro, Fra Martirio e Resistenza, La persecuzione nazista e fascista dei Testimoni di Geova, Editrice Actac, Como, 1997

Paolo Piccioli, I Testimoni di Geova durante il regime fascista, Studi Storici. Rivista trimestrale dell’Istituto Gramsci, 41 (2000) N.1 gennaio – marzo p.192

Gabriele Yoanan, Resistenza spirituale della convinzione cristiana nella Germania nazista. Il caso dei testimoni di Geova, Rivista Journal of Church and State, Spring, 1999

Christine E. King, Lo Stato Nazista e le nuove religioni: cinque studi di casi di non-conformità, Studi nella Religione e Società, Volume quarto, Stampa Edwin Meller, New York e Toronto

Hans Hesse, Die Zeugen Jehovas in den Frauenkonzentrationslagern Moringen, Lichtenburg und Ravensbruck, Klartext Verlag, Dickmannstrasse 2-4, DE-45143 Essen

(4) Mauro Mellini. Avvocato, è stato tra i fondatori del Partito radicale, Deputato in varie legislature, ha difeso molti obiettori di coscienza. Autore di opere storiche e giuridiche, ha affrontato in più occasioni il tema dell’intolleranza religiosa. Vedi prefazione Minoranze Coscienza e Dovere della Memoria, Jovene Editore, Napoli 2001

(5) S. Graffard e L. Tristan, I Bibelforscher e il nazismo (1943-1945) I dimenticati dalla Storia pp. 21-2

(6) S. Graffard e L. Tristan, I Bibelforscher e il nazismo (1943-1945) I dimenticati dalla Storia pp. 27-8

(7) Vedi Svegliatevi! 22 agosto 1995 Edita dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, Roma

(8) Si possono leggere altri particolari nella rivista Svegliatevi! 22 agosto 1995

(9) Paolo Piccioli, I Testimoni di Geova durante il regime fascista, Studi Storici. (Si tratta di una nota della Prefettura di Napoli, indirizzata al Ministero degli Interni e datata 22/3/1924, relativa al volantino Proclamazione: Una sfida ai capi del mondo, edito dalla Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania).

(10) Dossier I Testimoni di Geova in Italia, edito dalla Congregazione Cristiana dei testimoni di Geova, Roma p. 20. Nell’udienza del 23 novembre 1944 davanti alla Corte popolare di Giustizia di Berlino, Riet fu chiamato a rispondere di "violazioni delle leggi sulla sicurezza nazionale". Contro di lui fu "emessa condanna di morte". Secondo la trascrizione fatta dai giudici, in una delle ultime lettere ai suoi confratelli della Germania hitleriana Riet avrebbe detto: "In nessuna altro paese della terra questi spirito satanico è così evidente come nell’empia nazione nazista… Come si spiegherebbero altrimenti le orribili atrocità e le tremende violenze, uniche nella storia del popolo di Dio, compiute da sadici nazisti sia contro i testimoni di Geova che contro i milioni di altre persone?"

(11) Paolo Piccioli, I Testimoni di Geova durante il regime fascista, Studi Storici. Rivista trimestrale dell’Istituto Gramsci, 41 (2000) N.1 gennaio – marzo p.195

(12) Max Wornhard, La persecuzione dei testimoni di Geova durante il nazismo e il fascismo e il ruolo dei Testimoni svizzeri, Agorà, Liceo Scientifico Statale "G.Ferraris" di Varese, Annuario V, pp. 574-581

(13) Gabriele Yoanan, Resistenza spirituale della convinzione cristiana nella Germania nazista. Il caso dei testimoni di Geova, I Testimoni di Geova come moderni rappresentanti della tradizione chiliastica, Rivista Journal of Church and State, Spring, 1999

 

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