I lager tedeschi
a cura di Aldo Pavia e Antonella Tiburzi
EBENSEE
Il
campo di concentramento di Ebensee venne
insediato fuori città in unarea molto boscosa in grado da permettere il
camuffamento delle gallerie in costruzione ed anche del Lager progettato. Fu il primo
campo creato per realizzare la costruzione di stabilimenti sotterranei, nellambito
del progetto Zement ( cemento ).Un campo di lavoro in cui dovevano
essere utilizzati deportati provenienti dal
campo centrale di Mauthausen. I prigionieri venivano affittati dalle SS alle ditte
incaricate dei lavori di costruzione e di realizzazione dei progetti previsti. Le ditte
dovevano presentare domande in base alle quali le SS assegnavano loro i
detenuti, ricevendone un compenso il cui ammontare era in relazione alla qualifica
professionale del prigioniero ed alla sua capacità lavorativa. Tre erano le categorie
prese in considerazione: CA ( capos ), FA ( operai qualificati ), HA ( manovali ). I
prigionieri avviati al lavoro schiavo venivano scelti in genere tra coloro che avevano un
età compresa trai 20 e i 40 anni ed erano in buono stato fisico. Ma le loro condizioni
peggioravano rapidamente a causa delle pessime condizioni di vita e per il lavoro
estremamente duro. Non meno di undici ore ininterrotte di lavori pesanti, spesso senza
appropriati attrezzi, senza alcuna misura di sicurezza. Scarsamente alimentati con 250
grammi di pane di segale,con una zuppa di
carote o di cavolo. Puniti violentemente per
la più piccola interruzione dai kapos e dalle SS, che obbligavano al
lavoro anche malati e debilitati.Quando un deportato non era più in grado di lavorare
proficuamente, veniva riportato a Mauthausen ove o moriva per le conseguenze del grave
indebolimento fisico, per le malattie, oppure in
quanto improduttivo veniva ucciso.
Ci hanno trasportato con un camion a Mauthausen: fuori
cerano 15 gradi sotto zero. Durante il viaggio sono morti due detenuti. Il viaggio a
Mauthausen durò un eternità
..Cerano solo diciassette detenuti, due
morirono durante il trasporto, altri furono uccisi. Dei diciassette solo due riuscirono a
sopravvivere, io e un certo Stanislaus Gotbek. ( Jan
Gaszynksi 18 maggio 1945)
I primi 500 prigionieri arrivarono da Mauthausen a Ebensee il 18 novembre 1943 e furono impiegati per 11
12 ore al giorno ad allestire il lager base, lavorando senza cappotto, senza guanti e con
zoccoli di legno come scarpe. Nel gennaio 1944
fu ultimata la costruzione delle prime baracche. Alla fine della prima fase dei lavori, il
lager era composto di circa 15 baracche adibite ad alloggio, disposte irregolarmente tra
gli alberi.Ogni baracca era provvista di letti a castello su tre piani ed era destinata a
500 deportati. Successivamente il campo venne via via estendendosi, aumentando il numero
dei prigionieri presenti. Nel luglio del 1944 si contavano seimila presenze tuttavia non
sufficienti a coprire la richiesta sempre più crescente di manodopera. Nella fase finale
della costruzione del campo, con una presenza di
18.509 prigionieri, in ognuna delle 32 baracche
dovettero trovare posto fino a 1.000 esseri umani. Oltre a queste baracche, poco più che
capanne con pavimenti di cemento, pareti formate da assi,un tetto rivestito di cartone, vi
erano vari edifici amministrativi, disposti a semicerchio intorno alla piazza in cui i
detenuti dovevano, più volte al giorno, riunirsi per lappello. Il lager era
circondato da un recinto elettrificato. Allesterno si trovavano le baracche per le
sentinelle. Compito quelle della sorveglianza affidato alle SS e, a partire
dallestate del 1944, anche a militari della Wehrmatcht. Allinterno del campo
potevano accedere solo il comandante del Lager, il Rapportfuhrer , il
medico delle SS e i capi delle baracche. La sorveglianza allinterno del lager era
affidata a detenuti scelti dalle SS, in particolare ai cosiddetti Lageralteste
, cioè i più anziani del lager. In genere venivano scelti tra prigionieri per
crimini comuni, di lingua tedesca, cui venivano concessi privilegi quali razioni extra di
cibo, abiti puliti, possibilità di lavarsi regolarmente, esenzione dal lavoro.Veniva
così messo in atto un subdolo e crudele sistema di autogestione dei detenuti
adottato appositamente per impedire che potessero crearsi tra i deportati
momenti e legami di solidarietà.
Alla fine del 1944 oltre 9.000 deportati venivano impiegati nei lavori di
costruzione delle gallerie e in diversi cantieri esterni.
Il lavoro alla cava così erano soprannominate le
gallerie era particolarmente massacrante e pericoloso. Nel cantiere per la loro
costruzione era occupato anche circa un migliaio di civili tedeschi. Ognuno di loro poteva
contare su dieci o più deportati che erano dovevano eseguire i lavori ordinati dal
capomastro civile sorvegliati dal Kapo, un detenuto scelto dalle SS per
comandare la squadra di lavoro.
I Kapos ( quasi sempre delinquenti comuni, cioè triangoli verdi )
incoraggiavano i lavoratori schiavi con abbondanti colpi di nerbo, manganelli
di gomma, pale, corde annodate, sbarre di ferro. Violenza e terrore che, oltre ad essere
un mezzo per spingere al massimo le prestazioni di lavoro, erano anche funzionali alla
distruzione fisica e psichica dei prigionieri, fiaccandone anche ogni tentativo di
solidarietà o di reazione.
Il pesante lavoro nelle gallerie,scavando fosse e vani
sotterranei nella fredda pietra, il rigido clima alpino, il vitto
insufficiente,labbigliamento e le calzature troppo leggeri furono responsabili
dellelevato numero di malati, a tal punto che praticamente un quarto di tutti i
prigionieri era sempre gravemente malato. ( Hrvoje Macanovic 6
settembre 1945 )
Soprattutto una scala che si trovava allinizio del
percorso ( gallerie dellimpianto A ) era un grosso ostacolo per molti detenuti, che
nonostante avessero dai venti ai quarantanni non erano più capaci di salirvi sopra
(
..) Questo dimostra fino a quale punto si fosse già diffuso lo stato di
spossamento causato dalla fame e dalle condizioni di lavoro. ( Emil Eugen M. )
Nella primavera del 1944, di fronte alla mortalità crescente, le SS
attivarono la costruzione di un crematorio, entrato in funzione il 4 agosto. Poiché le SS
amavano scrivere parole e motti per lo più irridenti, nei vari siti dei
lager, nel crematorio di Ebensee si poteva leggere:
Vermi schifosi
non devono cibarsi del mio corpo, la pura fiamma deve assaporarmi in un sol colpo; ho
sempre amato il calore e la luce, pertanto bruciatemi e non seppellitemi. .
Nel crematorio era possibile incenerire quattro cadaveri
per volta con la possibilità di poterne eliminare circa 100 giornalmente. Si calcola che
da quella data fino alla liberazione del campo, vi siano state incenerite almeno 7.010
persone. Nellaprile del 1945 il crematorio non bastò più per incenerire tutti i
morti. Vennero quindi, in tutta segretezza, scavate due fosse comuni. Annesse al
crematorio si trovavano linfermeria e le cosiddette baracche di
convalescenza . Che non servivano assolutamente per curare i malati, bensì a scartare definitivamente con un rigida e
accurata selezione - i detenuti non più in grado di lavorare. La scarsa possibilità di
ottenere cure e di sopravvivere era legata ad una rapida guarigione, pressoché
impossibile, e ad un
altrettanto veloce reinserimento sul posto di lavoro.
Nelle squadre di lavoro particolarmente grave era la condizione degli
ebrei: alla cava avevano un orario di lavoro particolarmente lungo e
dovevano eseguire il lavoro a passo di corsa.
Decisive per le condizioni di vita e la possibilità, seppur scarsa,
di sopravvivenza di un deportato erano la sua nazionalità e la sua classificazione sulla
base dellideologia razzista del nazismo.
Criminali comuni qualche volta anche politici di
nazionalità tedesca venivano trattati meglio ( o meno peggio ) dalle SS rispetto ai
deportati provenienti dai paesi dellEuropa occidentale o meridionale. Durissimo il
trattamento riservato ai cittadini dellallora Unione Sovietica e della Polonia.
Nonché agli Italiani,per la maggior parte
deportati per motivi politici ( triangoli rossi ) e con la infamante colpa di un
tradimento dei camerati del Reich. In fondo alla scala, allultimo gradino,
ebrei e zingari di ogni nazionalità.
La situazione generale del lager andò sempre più degradando.Le
baracche non offrivano una benché minima protezione contro le intemperie, freddo e
pioggia, lalimentazione sempre più insufficiente, labbigliamento inadeguato e
la mancanza di igiene erano causa di diffuse malattie, spesso mortali.
Neve e poi pioggia e ancora nevischio. Sporco e acqua.
Mancano maglie, cappotti, scarpe. La gente che va al lavoro non ha quasi scarpe, è
completamente bagnata e deve andare a piedi nudi.( Drahomir Barta
dicembre 1944 ).
Quando dal gennaio 1945 cominciarono ad arrivare ad Ebensee
prigionieri provenienti dai lager dellEst e poi, da aprile, quelli dai sottocampi di
Mauthausen, la situazione divenne oltremodo tragica.
La gente che arrivava da Gross Rosen non solo era
completamente denutrita, ma aveva anche una terribile sete e gridava per avere acqua. I
sopravvissuti vennero poi selezionati dal dottor Jobst ( il medico del lager ) e suddivisi
in detenuti idonei al lavoro, guaribili e non più idonei. Questi ultimi venivano portati
in una baracca senza finestre, con sacchi di paglia, dove perirono in misere condizioni
senza alcuna assistenza medica. ( Ernst
L. 15 marzo 1968 )
Situazione
ancor più aggravata dalla totale mancanza di
rifornimenti alimentari, comunque da sempre saccheggiati in precedenza dalle SS. Dal
gennaio 1945 infatti le già miserrime razioni vennero ulteriormente ridotte. Agli ebrei
malati fu rifiutato qualsiasi cibo.
La fame trasformava i detenuti in scheletri viventi che non reagivano più a niente oppure si
comportavano come bestie (
. ) mangiavano erba, foglie, fango o carbone. (
Drahomir Barta - 17 maggio 1945)
Il comando del lager cercò
allora di risolvere il problema provocando morti mirate, in particolare di deportati
ebrei.
Gli ebrei erano
così deboli da non riuscire più ad andare al cantiere che si trovava fuori dal lager,
dovevano rimanere in piedi davanti alle loro baracche, con qualsiasi tempo, molti di essi
erano seminudi
..Così si sarebbero presi una polmonite e questo avrebbe affrettato
la loro fine. ( Hrvoje Macanovic - 19 settembre 1945 ).
Lavvicinarsi
delle truppe alleate diede la speranza ai deportati di essere liberati e rafforzò tra
loro la solidarietà e la resistenza. Si erano formati nel lager gruppi di solidarietà
nazionale e politica che dal maggio 1944 si erano costituiti in un Comitato
Internazionale. Questo si organizzò per impedire - timore quanto mai giustificato
che i nazisti procedessero allo sterminio totale dei prigionieri. Vennero appoggiati in
questo sforzo da un gruppo di guardie appartenenti alla Wehrmacht.
Il 5 maggio 1945, i
deportati capeggiati dagli esponenti del Comitato, si opposero allordine del
comandante del lager, Anton Ganz, che con la scusa di non volerli esporre ai rischi
derivanti dai bombardamenti alleati, voleva si rifugiassero nelle gallerie. In seguito al
rifiuto, le SS fuggirono, dopo aver distrutto i documenti, lasciando alla milizia popolare
e ad alcuni militari della Wehrmatch lincarico di sorvegliare i prigionieri.
Le
truppe americane del 3rd Cavalry Reconnaissance Squadron, al comando del Capitano Timothy
C. Brennan, raggiunsero il lager e lo liberarono il 6 maggio 1945, alle ore 14.50.
Finalmente, sono esattamente le tre meno un quarto, ed ecco che si alza un
urlo di giubilo: sono arrivati gli americani!
Siamo liberi, liberi ( Jean Majerus 1949 )
La mia compagnia ricevette lordine di portarsi in una località austriaca e di
tenerla
Gli abitanti erano quasi isterici dalla paura e questo lo trovai
strano, perché di solito gli austriaci e i tedeschi non avevano mostrato alcun timore nei
confronti delle truppe americane. Il motivo fu presto chiaro. Fra le colline appena fuori
città si trovava uno dei campi di concentramento più infami
. ( Lettera del Capitano Timothy C. Brennan alla moglie 16 maggio 1945 )
Allarrivo degli Americani la
situazione del campo era terrificante. Nel lager si trovavano oltre16.000 deportati, di
cui non meno di 6.000 gravemente malati o Il primo giorno del nostro arrivo
trovammo 450 morti fra i malati, che erano già deceduti da tempo
.( Rapporto del
direttore dellUNRRA 1946 )
Circa
700 persone morirono dopo la liberazione per le conseguenze della prigionia. Vennero
seppelliti in un terreno lungo la strada che conduce a Bad Ischl. Nel 1952 le salme
vennero trasferite nellodierno luogo di commemorazione, una della fosse comuni del
lager ( 2.167 le salme presenti ), ove i famigliari delle vittime del lager avevano fatto
erigere un monumento nel 1948.
Più di
27.000 persone vennero deportate nel KL Ebensee. Più di 8.300 vi furono assassinate.
Certamente più di 1.700 i prigionieri malati che, ritenuti inidonei la lavoro, vennero
inviati a Mauthausen per trovarvi la morte.
Circa 400 tra i responsabili nazisti vennero arrestati dalla
polizia militare USA e internati nel campo di detenzione di Glasenbach. La maggior parte venne però rilasciata o condannata a pene
irrisorie. Il tribunale militare americano e quello francese condannarono a morte il
medico del campo, Willi Jobst, il Rapportfuhrer Hermann Pribill,
lufficiale sanitario Gustav Kreindl ed il capobaracca Hans Buhner, tutti
appartenenti alle SS. Altri appartenenti alle SS se la cavarono con pene detentive.
Il
comandante del KL Ebensee, Anton Ganz, riuscì a fare perdere le tracce e soltanto nel
1972 un tribunale tedesco lo condannò allergastolo.
Di giorno Granz passa tutto il suo tempo andando a caccia
di uomini che non lavorano
..Ganz è dappertutto. Improvvisamente spunta fuori con la
sua frusta e si mette a picchiare selvaggiamente i detenuti in faccia. Ogni tanto estrae
il suo revolver e ne uccide qualcuno. ( Jean Lafitte 1950 )
LE GALLERIE DI EBENSEE
Il complesso sotterraneo venne realizzato tra il 1943 e il 1945, a circa due chilometri dalla località di Ebensee. Assieme ai
preparativi per la costruzione delle gallerie, ebbero inizio
anche i lavori per il Campo
di lavoro SS Zement . Nei due impianti sotterranei si doveva trasferire il
centro di collaudo missilistico di Peenemunde i cui impianti, ove si studiavano, provavano
e perfezionavano i missili A4 ( V1 ), erano stati in parte distrutti il 17 e 18 agosto 1943
dai bombardamenti inglesi. Albert Speer, ministro degli armamenti, il Reichfuhrer Heinrich
Himmler e Adolf Hitler decisero di portare la produzione missilistica in uno stabilimento
sotterraneo presso Nordhausen ( KL Dora ), mentre per
gli impianti di sviluppo decisero di costruire una struttura adeguata a
Ebensee, località austriaca che si prestava alla necessità in quanto ben collegata alla
rete ferroviaria e stradale, con fitti boschi mimetizzanti e con una cava di pietra già
esistente ed in grado di fornire il materiale di costruzione necessario. Lincarico
venne affidato il 20 settembre 1943 alle Waffen SS. I progetti elaborati dallo
studio di ingegneria Fiebinger di Vienna prevedevano due appositi complessi ove trasferire
il centro di sviluppo e produzione dei missili A4 e del missile intercontinentale A9. Uno, definito A , con un volume
complessivo di 220.000 metri cubi, laltro B , ove sarebbe stato
allocato il centro collaudo missili, di 77.000 metri cubi. Entrambi i complessi dovevano
entrare in funzione a partire dalla fine del 1944. Ma non fu così. La necessità urgente
di altre produzioni belliche fecero si che i complessi in
galleria vennero destinati alla fabbricazione di altri prodotti fondamentali
per le vicende belliche. Il 6 luglio 1944 venne presa la decisione che le gallerie - ciascuna delle quali misurava 482 metri -
dovessero ospitare le industrie già danneggiate dai bombardamenti alleati. Nello
stabilimento A l1 agosto 1944 si iniziarono i lavori di realizzazione di
una raffineria petrolifera che prese a produrre carburante soltanto il 5 febbraio 1945,
grazie a macchinari trafugati ad aziende francesi, italiane ( da Livorno ) e polacche. Per
i lavori di costruzione e montaggio furono utilizzati i prigionieri del KL. Quando nel
settembre 1944 con i missili A4 venne bombardata Londra, e su ordine di Hitler venne
predisposta la continuazione dello sviluppo missilistico,la Elektromechanische
Werke propose di realizzare nellimpianto B gallerie per 20.000 metri
quadri, da portare poi a 30.000 ed in aggiunta di progettare la costruzione di una
postazione missilistica denominata
Salamander . Ma, nel dicembre 1944 il Rustungsstab
( Corpo armamenti) trasferì gli impianti di produzione della Steyr
Daimler Puch AG nelle gallerie a
Loosdorf di Melk (Aussenkommando di Mauthausen ) e in quelle di Ebensee. Nelle gallerie 4 e 5 dellimpianto B vennero
installate oltre 200 macchine per la produzione di parti di
motori per camion e carri armati. Nelle gallerie 1 e 2 la Nibelungenwerke (
azienda del gruppo Steyr ) produceva freni per i carri armati.
GLI ITALIANI IN EBENSEE
I
primi italiani arrivarono nel KL Ebensee il 28 gennaio 1944, con un trasporto dalle
Carceri Nuove di Torino per Mauthausen, ove
vennero immatricolati e poi trasferiti ad Ebensee. Tra loro Italo Tibaldi, un giovane partigiano sedicenne ( matricola 42307
).
Per aver scioperato il 4 marzo 1944, 480 operai di Prato vennero deportati e di loro circa
300 inviati ad Ebensee. Solo 17 sono sopravvissuti.
Ad Ebensee venne liberato Mario
Limentani ( matricola 42230 ), che fu tra i primi ebrei romani a essere deportato a
Mauthausen dopo un breve internamento nel KL Dachau ove giunse il 13 gennaio 1944, e da lì
inviato dapprima a Melk e poi in Ebensee.
Circa 1.000 furono i deportati italiani ad Ebensee. Ne morirono
552.
Il numero più altro di decessi si registrò nel maggio 1944 (
57 ), nel febbraio ( 57 ), nel marzo (78 ), nellaprile ( 161 ) e nel maggio ( 86 ) del 1945.
Oggi sono ancora in vita 20 superstiti.
La
liberazione me la ricordo bene. Era domenica, il 6 maggio. Ero fuori, non ero in
infermeria come tanti. A mezzogiorno cera una camionetta americana e
sento dire ci sono gli americani, ci sono gli americani ! , poi sparirono.
Invece più tardi arrivarono tre autoblindo americani ed entrarono nel campo. Noi siamo
stati liberati alle 14.45. Entrarono gli americani con queste
autoblindo, ci saranno state, penso , diecimila persone fuori ancora dei campi, mentre gli
altri erano a giacere, a dormire, aspettavano la morte. (
..)Gli americani, quando
aprirono il carro armato e uscirono fuori, restarono imbambolati, non impauriti, non si
aspettavano di vederci in quello stato. A noi ormai non faceva nessuna impressione perché
eravamo abituati a vederci tutti magri, ma loro rimasero impietriti.
( Roberto Castellani matricola 57027) )
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