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Gli Arditi del Popolo
Nascita del movimento
Nati a Roma gli ultimi giorni di giugno del 1921 da
una scissione dell'Associazione nazionale arditi d'Italia, per iniziativa dell'anarchico
Argo Secondari (ex tenente dei reparti d'assalto nella prima guerra mondiale), gli Arditi
del popolo si propongono di opporsi manu militari alla violenza delle squadre
fasciste. Estenuate da mesi di spedizioni punitive, le masse popolari colpite dallo
squadrismo accolgono la loro nascita con entusiasmo. Stanche dei crimini fascisti, esse
vedono concretizzarsi nella nuova organizzazione quella volontà di riscossa che trae
origine - soprattutto negli strati meno politicizzati della classe lavoratrice - dal puro
e semplice istinto di sopravvivenza. La comparsa degli Arditi del popolo rappresenta
indubbiamente, per il proletariato italiano, il fatto eclatante dellestate1921. Sia
costituendosi ex novo che appoggiandosi alle sezioni della Lega proletaria
(l'associazione reducistica legata al PSI e al PCd'I) o a formazioni paramilitari
preesistenti (quali gli Arditi rossi di Trieste o i Figli di nessuno di
Genova e Vercelli), nascono in tutta Italia sezioni di Arditi del popolo, pronte a
fronteggiare militarmente lo squadrismo fascista. Il nuovo governo, presieduto da Ivanoe
Bonomi, guarda al fenomeno arditopopolare con estrema preoccupazione, poiché la comparsa
delle formazioni armate antifasciste rischia di affossare lipotesi della
realizzazione di un trattato di tregua tra socialisti e fascisti (quello che sarà,
nemmeno un mese dopo, il "Patto di pacificazione") fortemente desiderato dal
presidente del Consiglio.
Il 6 luglio 1921, presso l'Orto botanico di
Roma, ha luogo un'importante manifestazione antifascista alla quale prendono parte
migliaia di lavoratori e la cui eco arriva fino a Mosca: la "Pravda" del 10
luglio ne fa infatti un dettagliato resoconto e lo stesso Lenin, favorevolmente colpito
dall'iniziativa e in polemica con la direzione bordighiana del PCd'I, non ha dubbi a
indicarla come esempio da seguire. Dopo questo imponente raduno, la struttura paramilitare
antifascista diviene, nel volgere di pochi giorni, un'organizzazione diffusa
capillarmente. Le linee di espansione dell'associazione seguono, principalmente, le
direttrici che dalla capitale conducono a Genova (Civitavecchia, Tarquinia, Orbetello,
Piombino, Livorno, Pisa, Sarzana, La Spezia) e ad Ancona (Monterotondo, Orte, Terni,
Spoleto, Foligno, Gualdo Tadino, Iesi). Ma anche in molti altri centri al di fuori di
queste due vie di comunicazione gli arditi del popolo riescono a costituirsi in gruppi
numericamente consistenti. Rilevanti sono, a riguardo, quelli del Pavese, di Parma,
Piacenza, Brescia, Bergamo, Vercelli, Torino, Firenze, Catania e Taranto. Ma anche in
alcuni centri minori gli arditi del popolo riescono ad organizzarsi efficacemente.
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