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Fonti documentarie per lo studio della Resistenza a Roma e nel Lazio  
 

2. Gli archivi di stato

L’Archivio centrale dello Stato, che conserva la documentazione prodotta dagli organi centrali dello Stato, per il rilievo istituzionale che riveste e la ricchezza del suo patrimonio documentario, rappresenta la principale fonte archivistica per lo studio della storia d’Italia durante il fascismo e la II guerra mondiale .
In questa rassegna si propongono trascrizioni di documenti  conservati, in prevalenza, nella Segreteria particolare del duce e nella Direzione generale di PS del  Ministero dell’interno.
Dallo scoppio del conflitto rapporti periodici di prefetti, di questori e di informatori dell’OVRA giungono al capo della polizia e alla divisione politica che provvedono, a loro volta, a elaborare le relazioni ricevute, a sintetizzarle e a sottoporle all’attenzione del capo del governo. Questi ha un quadro completo e dettagliato della situazione anche grazie a relazioni dello stesso tipo che gli pervengono da parte delle federazioni provinciali del Pnf, del  Governatorato di Roma, della Questura di Roma, del Servizio informazioni dell’Esercito e del Servizio informazioni dell’Aeronautica.  Da questo insieme ha origine la serie Bollettini e informazioni della Segreteria particolare del duce c.r. (1922-1943, bb. 341, fascc. 405). 
I rapporti informano il capo del governo sull’andamento del conflitto e sulla situazione interna (con particolare attenzione alle incursioni aeree e agli approvvigionamenti alimentari). Nella rassegna sono stati consultati i dattiloscritti delle trasmissioni in lingua inglese e in lingua italiana a opera della BBC di Radio Londra elaborati nell’ambito dell’European Service che aveva, probabilmente, al suo interno, l’Italian Service.   Il complesso documentario è dotato di inventario analitico con introduzione a cura di Patrizia Ferrara ed è dotato di sette indici finali con l’indicazione del tipo di documentazione contenuta.   I dattiloscritti di Radio-Londra e i bollettini diramati dal Comando supremo nel periodo maggio-luglio 1943 (dalla fine della battaglia di Tunisia al bombardamento su Roma del 19 luglio) proposti in questa rassegna sono contenuti nei fascc. 298-313.
La maggior parte dei documenti conservati nell’Acs e proposti in questa rassegna proviene dalla Direzione generale di PS del Ministero dell’interno :
Questa documentazione riveste particolare importanza per il rilievo politico-istituzionale e la complessità dell’articolazione degli uffici produttori.  Le funzioni della Pubblica Sicurezza erano fondamentali per l’affermazione del regime fascista nel nostro paese: la sua struttura e i suoi uffici appaiono studiati per prevenire e reprimere fenomeni di ostilità e di opposizione e per consentire all’esecutivo di intervenire in tutti i settori della vita associata e della produzione (si pensi al ruolo dei prefetti e dei questori), ma anche per registrare umori, sensibilità e stati d’animo della popolazione. Nelle numerose serie in cui è diviso il complesso documentario si hanno notizie e rapporti dettagliati sullo “spirito pubblico” in tempo di guerra, sugli approvvigionamenti, sui bombardamenti, sulle azioni partigiane, sugli sfollamenti, sull’ordine pubblico.
Per quanto concerne il periodo considerato in questa rassegna la Segreteria particolare del capo della polizia è articolata in due sezioni cronologiche corrispondenti ai mutamenti istituzionali conseguenti all’8 settembre 1943: Senise (1940-1943, bb. 12, fascc. 126) e Rsi Chierici (1944-1945, bb. 73, fascc. 405). Il complesso documentario è provvisto di inventario redatto da Paola Carucci nel 1977.
I fascicoli risultano costituiti per  provincia, per contenuto e per ufficio corrispondente.
 Della prima sezione (Senise 1940-1943) sono state consultate le  bb. 10 (fasc. “Relazione generale sulla situazione politico economica del regno - 1943 febbraio” ), 11 (fasc. “Littoria (oggi Latina)1943 febbraio”), e 12  (fascc. “Littoria (oggi Latina)1943 giugno” e  “Roma 1943 giugno”). 
Più cospicua la documentazione consultata relativa alla seconda sezione (Rsi Chierici), di cui la rassegna ha utilizzato le seguenti buste:
n. 32 (fasc. “Comando germanico chiamata del servizio del lavoro”), n. 33 (fasc. “Porto d’arma speciale”), n. 35 (fasc. “Incidenti generici fra persone”), n. 38 (fascc. “Segnalazioni a DG PS”, “Fermi di persone da parte di autorità militari germaniche”), n. 39 (fasc. “Situazione politica nelle provincie”), n. 41 (fasc. “Circolari della DG PS”), n. 42 (fasc. “Ministero della Guerra”), n. 43 (fasc. “GNR”), n. 46 (fasc. “Capo di gabinetto-Ufficio di collegamento con le Autorità militari germaniche”), n. 49 (fasc. “Roma”), n. 65 (fasc. “Appunti per il capo della polizia”), n. 69 (fascc.“Servizio di notturna”, “Mattinali”), n. 70 (fascc. “Notizie della Città aperta”, “Mattinali e serali”). 

Con lo scoppio del conflitto fu aggiunta alle categorie permanenti degli Affari generali e riservati,  una categoria che archiviava i documenti inerenti il conflitto: la categoria A5G (dalla categoria 5 preesistente, “Notizie dall’estero”, cui fu aggiunta G, “Guerra”). Della ct. A5G II gm (152 buste, 264 fascc.) è stato redatto un inventario a cura di Giovanna Tosatti nel 1985.   La documentazione inizia dal 1940 e riflette la particolare attenzione data in tempo di guerra allo stato d’animo e al comportamento della popolazione. 
Inizialmente era compreso nella documentazione anche materiale relativo all’ufficio internati, che oggi costituisce un inventario a se stante. L’inventario descrive ogni fascicolo e presenta otto indici degli affari che costituiscono i fascicoli stessi: disfattismo, spirito pubblico, manifestazioni popolari, bombardamenti, sfollamenti, bande armate, internamenti, relazioni sulla situazione delle province. 
Nel corso della ricerca sono state consultate le seguenti buste:
n. 22 (fasc. “Propaganda belligeranti”), n. 50 (fasc. “Propaganda anti-tedesca”), n. 55 (fasc. “Germania-notizia dalla frontiera e oltre frontiera”), n. 60 (fasc. “Sfollamento”), n. 66 (fasc. “Internati civili pericolosi”), n. 121 (fasc. “Truppe tedesche”), n. 145 (fascc. 
“Armistizio-Frosinone”, “Roma città aperta”), n. 146 (“fasc. “Roma”), n. 150 (fasc. “Bande armate-Roma”), n. 152 (fascc. “Ordinanze tedesche”, Traduzione detenuti al Nord e sfollamento carceri”).
 
L’Archivio di Stato di Roma conserva le carte dello stato pontificio fino al 1870 e quelle dell’amministrazione periferica dello stato italiano a partire da quell’anno. 
I documenti trascritti in questa rassegna provengono dai seguenti complessi documentari: Procura del re poi della Repubblica presso il Tribunale di Roma,   Regina Coeli – Detenuti politici, Tribunale penale di Roma, Prefettura.

Le 12 buste della Procura del re poi della Repubblica presso il Tribunale di Roma (1939-1944) contengono le notizie di reato che non hanno dato luogo a procedimento ( incidenti, ferimenti accidentali, querele ritirate, suicidi); fra queste molti elenchi dei feriti e dei caduti durante i bombardamenti e i mitragliamenti alleati e durante la battaglia di Porta S. Paolo. 
La documentazione è costituita da fonogrammi inviati dagli uffici di PS alla Procura in cui vengono comunicati i nomi dei morti e dei feriti ricoverati negli ospedali, i verbali di riconoscimento dei cadaveri, i resoconti dei compensi dovuti ai medici legali per le ricognizioni effettuate, le fotografie dei caduti rimasti sconosciuti o riconosciuti successivamente e gli elenchi nominativi  (distinti per corpo di appartenenza nel caso dei militari italiani caduti a Porta S. Paolo). 

Il fondo Regina Coeli, Detenuti politici, (1938-1948) è costituito da 479 fascicoli contenuti in 14 buste così ripartiti:
1-234  detenuti politici 1938 - 1948
 235-469 detenuti deceduti (1942 - 1948)
470-475 elenchi e prospetti numerici dei detenuti in entrata e in uscita (1942 - 1944)
476 pratiche riguardanti il comando tedesco (1943 - 1944)
477 elenchi di nominativi di detenuti evasi e ripresentatisi (1943)
478 elenchi nominativi dei detenuti giudicabili, appellanti e ricorrenti (1943 - 1943 - 1944). 
Il complesso documentario è provvisto di inventario con introduzione redatto da Maria Luisa San Martini nel 1967.
I fascicoli costituiti durante il periodo dell’occupazione tedesca della città contengono i seguenti documenti: 

a) modulo 25. Nota di trasmissione diretta al Ministero di grazia e giustizia con cui si comunicano le avvenute esecuzioni 

b) nota di trasmissione diretta al Ministero dell’interno per il nulla osta dell’Ufficio censura all’inoltro della corrispondenza dei detenuti 

c) carteggio fra la direzione del carcere, il Sim e il Comando di polizia tedesco di via Tasso)

d) note interne riguardanti i detenuti (ricevute di somme prele-vate dai libretti di deposito, richieste di colloquio con i familiari, richieste di visite mediche). 

e) note degli effetti personali lasciate dai condannati a morte e restituite ai congiunti o richieste da parte di questi

Il Tribunale penale di Roma (1898-1954), versato di recente e provvisto del solo elenco di versamento (contenente tuttavia, in ordine cronologico, i nomi di tutti gli intestatari dei fascicoli processuali) riflette, per quanto riguarda il periodo considerato, un’intensa attività giudicante esercitata nei confronti di accaparratori e “borsari neri” cresciuti notevolmente di numero con il peggiorare delle condizioni di vita e il perdurare della scarsità di approvvigionamenti. 

Negli archivi di stato assume grande importanza per lo studio della II guerra mondiale nei piccoli centri la documentazione versata dalle Prefetture.
Provvisti di titolario, i fondi sono suddivisi in fascicoli corrispondenti a tutti i comuni della provincia di riferimento. I fascicoli risultano costituiti da pratiche riguardanti la sanità, l’ordine pubblico, i culti, la produzione agricola e industriale e gli approvvigionamenti. Di particolare interesse, per il periodo 8 settembre 1943–4 giugno 1944, le lettere e le relazioni inviate dai podestà (commissari prefettizi durante la Rsi) e dai responsabili locali del Pfr ai  capi delle province. Il carteggio aiuta a comprendere i gravi problemi che affliggevano i comuni laziali durante lo stato di guerra: la carenza di generi alimentari e la difficoltà degli approvvigionamenti per mancanza di mezzi di trasporto, i danni causati alla popolazione civile dalle incursioni aeree, le azioni condotte dalle autorità tedesche e fasciste-repubblicane nei confronti delle formazioni partigiane, le misure prese contro gli oppositori politici e contro i prigionieri alleati che si nascondevano nelle campagne. Dalla stessa documentazione emergono la difficoltà e la diffidenza che caratterizzavano i rapporti fra le autorità tedesche e quelle italiane, anche appartenenti al Pfr.
Subito dopo il 4 giugno le relazioni risultano inviate dalle autorità che, a seguito della liberazione, hanno preso il controllo dei comuni (ufficiali della PS o dei carabinieri o comandanti partigiani) e che forniscono notizie sul comportamento delle truppe tedesche e repubblicane e sulle azioni delle formazioni aderenti o non aderenti al Cln. Fra i resoconti inviati risultano descrizioni di azioni partigiane, di stragi commesse dagli occupanti, di riconoscimenti di attività prestata a favore delle formazioni clandestine e dei prigionieri alleati. In alcuni casi i documenti registrano gli ultimi momenti della presenza tedesca nei comuni e il passaggio di poteri  con la descrizione dettagliata della ritirata delle truppe occupanti e l’ingresso delle formazioni partigiane o delle forze alleate. 
Sempre dopo il 4 giugno la documentazione registra la ripresa della vita amministrativa e politica e la riorganizzazione dei servizi sotto la guida delle forze che si riconoscono nel Cln. Di particolare importanza le delibere dei consigli comunali che, nel promuovere la dedica di lapidi e monumenti commemorativi di stragi effettuate dai nazi-fascisti, ricostruiscono, con la documentazione allegata, i particolari che caratterizzarono quei fatti delittuosi. 
Anche in questo caso, vista la mole e la ricchezza della documentazione la ricerca si è limitata a tre province (Roma, Frosinone, Rieti) e ha toccato alcuni argomenti specifici.
Nel fondo Prefettura–gabinetto (1922–1944) dell’Asr, sono stati scelti documenti riguardanti lo sfollamento, i bombardamenti, i problemi legati agli approvvigionamenti e all’organizzazione del Pfr; nel fondo Prefettura gabinetto dell’As di Rieti (bb. 377) le relazioni inviate al capo della provincia in cui si descrivono le azioni delle bande partigiane operanti nel territorio, nel fondo Prefettura dell’As di  Frosinone (bb. 762), infine, le carte relative al passaggio della guerra nei piccoli centri durante le battaglie di Anzio e di Cassino, al campo di concentramento delle Fraschette (Alatri) e alle indagini svolte in alcuni comuni dall’Alto commissariato per i crimini commessi dal fascismo all’indomani della liberazione della regione.  
 


 

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