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         | Le testimonianze 
  "L'ho riconosciuto è quello di Faccetta nera"
 Il sopralluogo a Bolzaneto di uno dei fermati del 21 luglio
 Genova - «Non so se lui ha riconosciuto la mia faccia, forse
 ero uno dei tanti che ha menato o umiliato. Io però la sua me
 la sono ricordata, era quello che veniva vicino al gabbione e
 ci faceva sentire la suoneria del cellulare con "Faccetta
 nera"».
 E' un poliziotto in servizio al Reparto Mobile di Bolzaneto,
 quello che tanti detenuti del carcere del G8 hanno ricordato
 nelle loro deposizioni come l'agente che faceva risuonare
 negli stanzoni di via Sardorella l'inno dei fascisti.
 Ne è sicuro Stefano D., ventitreenne impiegato genovese,
 che assieme a due ragazzi di Savona, il 3 agosto è stato
 chiamato da quattro magistrati per accompagnarli nel primo
 sopralluogo nei luoghi in cui, per tre giorni diritti e dignità di
 decine di persone sono stati aboliti. Stefano, che è assistito
 dall'avvocato Fabio Di Sansebastiano, è stato ritenuto
 testimone attendibile dalla procura.
 «Con i giudici - ricorda l'impiegato - siamo stati dentro la
 caserma mezza giornata e il sopralluogo è stato meticoloso.
 Durante una pausa con il mio avvocato siamo andati a
 prendere un caffè al bar. Non c'erano molti agenti ma seduto
 a un tavolo della mensa ho visto il poliziotto che la notte di
 sabato (Stefano era stato fermato il pomeriggio del 21 alla
 Foce, ndr) veniva ad insultarci e mentre ci faceva ascoltare
 la suoneria del telefonino con "faccetta nera" diceva che per
 "i comunisti era finita". E non è l'unico poliziotto che ho
 riconosciuto. Altri due celerini, che ci hanno menato a calci e
 manganellate sul pullman che ci portava dalla Fiera a
 Bolzaneto, li ho già visti parecchie volte all'Estoril e al Makò
 (due delle più frequentate discoteche genovesi, ndr). Il mio
 avvocato ha consegnato alla procura un esposto e quando i
 giudici mi chiameranno io sarò pronto anche per un
 riconoscimento».(m.p.)
 (la Repubblica, 17 agosto 2001)   torna a Speciale G8     |