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         | Le testimonianze 
  Susan: Quanto sangue a Genova
 Ma la giovane quacchera resta indagata, sarà processataIn carcere la ragazza non ha mai smesso di pregare. La
 soddisfazione dei genitori nel New Jersey
 
 di Wanda Valli
 
 Genova - Un caschetto biondo, gli occhi azzurri, mezzo
 sorriso: «Ho visto tanta violenza a Genova, sangue
 dappertutto. Io ero al media center della scuola Diaz quella
 notte, la polizia è entrata e ha distrutto tutto». Parla con
 calma, se ci può essere calma dopo tre settimane di carcere
 con l'accusa di associazione sovversiva e invece sei una
 pacifista di 22 anni per di più quacchera: «Dopo l'arresto sono
 state 24 ore di inferno. Non sono stata picchiata e neppure
 abusata, non ho visto nessuno mentre veniva picchiato, ho
 visto però molti feriti che sono stati picchiati e anche abusati
 sessualmente». Susan Thomas, la protagonista simbolo del
 caso internazionale arrestiG8, è all'aeroporto di Linate con il
 suo avvocato Gilberto Pagani di fronte a telecamere e
 giornalisti. E' mezzanotte passata e la speranza di poter
 partire subito per gli Stati Uniti, New Jersey, casa, è rinviata
 a questa mattina. E' uscita dal carcere di Voghera intorno
 alle dieci di sera, poco dopo il via libera dei giudici del
 Tribunale del riesame di Genova. Affastella ricordi, immagini,
 tre settimane da incubo e dice: «Mai più in Italia. Peccato
 perché è un paese meraviglioso, la gente è amabile, ma mai
 più». Ci dovrà tornare, invece, così come gli altri teatranti
 austriaci arrestati con lei il 22 luglio e liberati ieri sera, perché
 restano tutti indagati e il processo va avanti. L'ha portata qui
 una volante della polizia che le ha consegnato il
 provvedimento di espulsione. Una vera militante, Susan:
 «Vorrei che tutta l'attenzione che è stata dedicata a me,
 fosse rivolta anche a tutti coloro che hanno subito la violenza
 della polizia a Genova». Poi mostra la maglietta che indossa e
 sulla quale, in tedesco, è scritto «libertà per tutti i prigionieri
 politici» e un indirizzo internet www.noracism.net che Susan
 invita a contattare. Adesso deve pensare agli studi in
 sociologia urbana, una materia per la quale dovrebbe
 prendere presto la laurea. La liberazione per Susan e gli altri
 comincia tre ore prima, intorno alle nove quando dal tribunale
 di Genova esce il dispositivo del Tribunale del riesame.
 Davanti al carcere di Alessandria e Voghera, ci sono il
 console austriaco di Milano, Manfred Moritsch e il console
 generale. E gli amici dei Teatranti. Sempre silenziosi e
 riservati che affidano i commenti a Birgit, la loro portavoce.
 E poi arrivano i ragazzi di un centro sociale di Alessandria e
 lavoratori cileni in esilio di Milano. Birgit si lamenta per la
 traduttrice: «All'inizio ha complicato tutto, loro non sono
 riusciti a farsi capire». Adesso i 19 del VolxTheater
 Karawane, sono di nuovo in libertà, ma con in tasca un
 decreto di espulsione dall'Italia. Tra loro uno ha partecipato a
 qualche puntata della serie televisiva Il commissario Rex,
 non gli è servito per confermare che è davvero un artista, non
 solo di strada. Alle dieci di sera escono su tre volanti e
 salutano con la V di Vittoria e il pugno chiuso.
 Momentaneo finale lieto, di una brutta avventura brutta. «La
 trasformeremo in uno spettacolo», hanno già fatto sapere.
 Ringrazia Dio, il dio dei quaccheri, Susan Thomas, 22 anni,
 studentessa americana del New Jersey. Rick e Cathy
 Thomas, i suoi genitori, hanno sferrato una controffensiva
 dagli Usa, mobilitando i deputati del loro stato, i mass media,
 e la comunità mondiale dei quaccheri. Adesso rispondono al
 telefono dalla loro casa di Warren. Parla il padre, Ricky,
 insegnante: «Siamo felici per Susan, per la sua scarcerazione,
 ma non sappiamo esattamente che cosa significhi», dice. Non
 sarà semplice far capire che Susan adesso torna a casa, ma
 resta indagata, dovrà affrontare un processo, in Italia, non si
 sa ancora quando. Le vie della giustizia italiane e di quella
 Usa, sono diverse, almeno nelle procedure. Susan, due giorni
 fa si era vista in Procura, smarrita e stupita. In carcere ha
 avuto qualche momento di debolezza, soprattutto all'inizio,
 depressione, poca voglia di parlare. Poi ha chiesto tre libri:
 una Bibbia, un vocabolario italianoinglese e un codice di
 diritto penale italiano. A confortarla le telefonate con i
 genitori, le loro lettere e quelle degli amici, tantissime, la visita
 in carcere degli avvocati, di un professore quacchero di
 Bologna, e, soprattutto, la fede: Susan non ha mai smesso di
 pregare. Era venuta in Europa a giugno per la tesi sui teatri di
 strada. Via Internet si era messa in contatto con il
 VolkTeather Karawane, il gruppo austriaco. E' finita in
 carcere, con l'accusa di essere una che dava una mano ai
 devastatori in nero. Lei, quacchera e pacifista.
 (la Repubblica, 15 agosto 2001)    torna a Speciale G8     |