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         | I No Global  Il Roma Social Forum di Benedetto
        Vecchi La prima assemblea del Roma Social Forum
  Ore 18.00, la sala della Protomoteca del
        comune di Roma è già piena. La decisione è subito presa. L'assemblea per la
        costituzione del Roma social forum si farà all'aperto. Che partecipassero tante
        persone era una certezza per gli organizzatori, ma trovarsi di fronte alcune migliaia di
        persone è stata per loro una piacevole sorpresa.Ad aprire i lavori spetta a Guido Lutrario del centro sociale Corto Circuito e esponente
        di Rage, la rete di associazioni, gruppi di base e centri sociali costituita la scorsa
        primavera per organizzare la partecipazione alle mobilitazioni contro il G8 a Genova. Dice
        subito che non c'è un ordine del giorno, né un documento fondativo del Roma social
        forum, "perché quello che vogliamo - continua Lutrario - è di dare vita a un
        percorso politico e sociale che porti tutti quei gruppi, asssociazioni, comitati che da
        anni a Roma si battono per migliorare la vità in questa città. Abbiamo tutti nella testa
        e nel cuore quello che è accaduto a Genova. Quelle giornate sono un fatto importante
        nello sviluppo e nella vita del movimento noglobal, ma ora è arrivato il momento che il
        movimento trovi salde radici nell'ambito locale dove sono più evidenti gli effetti
        disastrosi della globalizzazione neoliberista. Il nostro obiettivo principale è quindi di
        allargare la partecipazione. Certo, c'è la conferenza della Fao e noi lavoreremo per
        organizzare una manifestazione non contro l'organismo dell'Onu, ma in occasione
        dell'inizio dei lavori del Wto in Quatar, uno degli organismi sovranazionali responsabili
        del fallimento delle politiche contro la fame nel mondo. E questo è un diritto che non
        deleghiamo a nessuno. Non accetteremo quindi nessun divieto di manifestare nel centro di
        Roma. E allo stesso modo saremo a Napoli contro la Nato".
 Ma come conciliare l'obiettivo di dare radici locali al movimento noglobal con la
        manifestazione internazionale del prossimo autunno a Roma? A dare una risposta a questa
        domanda ci prova l'esponente dell'Arci, che sostiene che "è un bene che non siamo
        arrivati con un discorso preconfezionato da prendere o lasciare. Vogliamo che le forme
        prganizzative, le modalità di funzionamento del Roma social forum emergano da una
        discussione ampia, dove anche sia posto il problema del rapporto con quella parte del
        mondo cattolica che rimane diffidente con questo movimento". Il riferimento è al
        lavoro comune fatto dall'Arci con gruppi cattolici contro l'escalation militare nei
        Balcani o per organizzare le marce Perugia-Assise per un "mondo di pace".
 Ma il problema del rapporto tra "territorializzazione del movimento" e
        controvertici rimane sul tappeto. Una soluzione possibile, dice l'esponente del
        "Forum per la sovranità alimentare", viene dall'esperienza delle associazioni
        contadine come Via campesina che hanno proprio nella "terra la loro ragion
        d'essere. Senza la loro esistenza, la mobilitazione in occasione della Fao non sarebbe
        possibile". Oppure un'altra soluzione viene dalla sindacalista della Fiom-zona sud di
        Roma, che porta l'adesione della sua organizzazione e poi racconta del lavoro capillare
        fatta dal sindacato metalmeccanico per costruire un'opposizione di massa alla firma
        separata dell'accordo di categoria.
 Ma nell'assemblea di ieri è emerso anche un altro nodo ancora irrisolto. Quello del
        funzionamento del Roma social forum, espressione che a Piero Bernocchi non piace,
        perché gli preferirebbe quella di "forum sociali", che, per il portavoce dei
        Cobas della scuola, restituirebbe meglio l'eterogeneità di questo movimento. Ma per
        Bernocchi è comunque essenziale che il forum abbia una struttura aperta, divisa in
        assemblee tematiche e momenti generali di discussione. Le prime dovrebbero affrontare le
        questioni sul tappeto - immigrazione, precarizzazione del rapporto di lavoro, welfare
        state, etc. -, le seconde il "coordinamento e la discussione tra le diverse attività
        del movimento".
 E i cattolici? Nella rete Lilliput ci sono e quando una giovane donna ha preso la parola
        per dare l'adesione della rete Lilliput molti hanno tirato un respiro di sollievo.
        "Parteciperemo ai lavori del Roma social forum per organizzare la mobilitazione
        contro la fame nel mondo. Se però chiedete un'adesione alla manifestazione di Napoli
        contro la Nato, dovete accettare che la discussione all'interno della nostra realtà abbia
        i tempi dovuti, perché dobbiamo capire come si manifesterà. Per noi questo è un aspetto
        essenziale per dare la nostra partecipazione".
 (Il Manifesto, 6 settembre 2001) torna a Speciale G8        |