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Dibattito: quale futuro per il GSF?

pallanimred.gif (323 byte) Rete di Lilliput: I fatti di Genova pongono interrogativi seri. Il mandato del Genoa Social Forum si è concluso

Come organizzazioni che hanno promosso la Rete Lilliput, e attivamente coinvolte nel Genoa Social Forum, diamo una valutazione complessivamente positiva del lavoro svolto dal GSF, sia rispetto alla preparazione delle manifestazioni in occasione dei G8, che alla capacità di mobilitare e rappresentare una moltitudine di persone e organizzazioni. Consideriamo che nella complessità e drammaticità delle "giornate genovesi", e in condizioni assolutamente difficili, il GSF e il suo portavoce Vittorio Agnoletto abbiano svolto il proprio ruolo al meglio di ciò che poteva essere fatto.

I fatti di Genova pongono sia a noi che al GSF interrogativi seri, e la necessità di riflettere sulle forme delle nostre mobilitazioni, tema prioritario per la Rete Lilliput. In particolare ci appare ancora problematico il rapporto tra violenza e nonviolenza, laddove il vincolo nonviolento che tutti nel GSF si sono impegnati a rispettare ci è sembrato acquisito più come impegno a "non offendere fisicamente", piuttosto che il considerare la nonviolenza come risorsa attiva e priorità politica e organizzativa. La condivisione raggiunta ci sembra comunque un patrimonio positivo da valorizzare, ma riteniamo che su questo versante sia necessario essere più efficaci. Anche Lilliput ha poi evidenziato a Genova i suoi limiti, in particolare di tipo organizzativo.

Nell'esprimere disappunto per lo scarso rilievo dato ai contenuti da parte dei mass media, ribadiamo la necessità di rifocalizzare l'attenzione sui temi emersi nel corso del Public Forum e sulle decisioni assunte dal G8. Dobbiamo riportare priorità ai contenuti che hanno mobilitato centinaia di organizzazioni e centinaia di migliaia di persone: obiettivo di Lilliput e del GSF non era solo il rappresentare l'opposizione sociale al "governo mondiale" costituito dai G8, ma anche incidere concretamente sulle scelte commerciali e sociali che determinano questa globalizzazione e i suoi effetti devastanti. Ciò deve costituire criterio fondamentale per guidare e valutare la nostra iniziativa futura. L'obiettivo "un altro mondo è possibile" comporta non solo capacità contestativa, ma anche capacità di proporre alternative e di ottenere dei risultati concreti.

Dopo Genova, le prospettive per il Genoa Social Forum
Ringraziamo il GSF - e il suo portavoce nazionale Vittorio Agnoletto - per quanto realizzato. Come detto riteniamo fondamentale che il GSF gestisca con il nostro pieno contributo e col massimo impegno le iniziative connesse ai fatti di Genova, ed alla tutela (a fronte di inaccettabili accuse) del proprio ruolo: dalla raccolta delle testimonianze (l'annunciato "libro bianco") all'assistenza rispetto a denunce e arresti.
A parte ciò, riteniamo che il GSF abbia completato il suo mandato politico, e quindi il suo compito: l'esistenza del GSF era e rimane determinata e finalizzata all'appuntamento dei G8, non oltre.

A nostro avviso uno dei patrimoni più importanti dell'eredità del GSF è l'evidente utilità di un lavoro comune e congiunto, che pur nelle difficoltà delle diversità cerca di coordinare esperienze e identità, anche molto diverse tra loro: questo lavoro lillipuziano di rete e di contaminazione reciproca (vincolato ad un concetto di nonviolenza da riaffermare e migliorare) lo apprezziamo molto. Il GSF lascia alle iniziative future una positiva eredità di "politica delle alleanze" e di "tessitura di reti" che noi lillipuziani non possiamo non rilanciare, essendo molto coerente con il nostro modo di intendere l'azione sociale sui temi della globalizzazione, e funzionale agli obiettivi di dimostrare che "un altro mondo è possibile".

Al fine di evitare che la fine formale del GSF comporti una caduta di tensione su tutti questi temi, ma anche, al contrario, che esso prosegua in modo automatico oltre il mandato iniziale, concordiamo con la proposta uscita dalla recente riunione dei portavoce del GSF di svolgere entro metà settembre un incontro di verifica tra le realtà che hanno promosso e animato il GSF. Anticipiamo fin d'ora che ci sembra negativa e impraticabile una prospettiva futura centrata sull'espressione di sé stessi solo attraverso l'organizzazione di "controvertici". E che inoltre ad ogni eventuale futura mobilitazione dovrà accompagnarsi una più approfondita discussione (e capacità di innovazione) rispetto alle forme che esse dovranno prendere. Senz'altro come Lilliput questa costituirà una discriminante per ogni nostra futura partecipazione.

Coerentemente alla nostra impostazione di "rete di nodi locali", evidenziamo un altro aspetto da sviluppare nel futuro: il ruolo delle aggregazioni locali come base di riferimento e patrimonio di contenuti onde dare maggior concretezza e partecipazione alle iniziative di carattere globale.
Non volendo comunque rinunciare a mobilitazioni nazionali o internazionali, proponiamo inoltre un tema prioritario per l'avvio di future iniziative e mobilitazioni: la prossima riunione del WTO, in Qatar all'inizio di novembre, in prosecuzione/applicazione del "Millennium Round" fallito a Seattle due anni fa.
Proponiamo ciò in quanto: 1) il WTO rappresenta uno degli organismi maggiormente rappresentativi della "globalizzazione dei profitti" che denunciamo; 2) sono in discussione argomenti e scelte tanto concreti quanto di grande e negativa incidenza sul futuro globale, locale, dei rapporti Nord/Sud; 3) la mobilitazione contro il WTO rappresenta il proseguimento di campagne e iniziative di grande impatto; 4) l'Unione Europea sarà uno dei soggetti determinanti per l'esito dell'incontro, ed è giunto il momento di chiedere conto del suo ruolo.
Il fatto che la riunione del WTO si svolga in Qatar costituisce sì una sfida alla democrazia (impedendo di fatto la partecipazione), ma anche un'opportunità: quella di svincolare la manifestazione del dissenso dal puro "controvertice", da una città predeterminata, dal confronto con zone vietate ecc.. Ciò potrà ancor più facilitare una riflessione sulle forme della eventuale mobilitazione capace, per questo appuntamento, di articolarsi maggiormente rispetto a quanto realizzato a Genova: non possiamo infatti non tener conto dei limiti dell'esperienza fatta.

Prospettive per la rete Lilliput
La nostra partecipazione al GSF e gli eventi genovesi rendono urgente una discussione interna sull'esperienza acquisita e sulla nostra struttura organizzativa, che ribadendo l'impostazione della Rete Lilliput ne sappia cogliere le opportunità e affrontare i limiti. Come Tavolo Campagne ci impegniamo a verificare quanto proposto in questo documento con l'intera rete dei nodi Lilliput, promuovendo il 29-30 settembre lo svolgimento contemporaneo di alcune assemblee macroregionali (p. es.: Nord, Centro, Sud), che verteranno su due temi: 1) valutazione su GSF, manifestazioni di Genova, prospettive future; 2) l'organizzazione della rete, per completare e migliorare il nostro assetto interno e la nostra capacità operativa. In collaborazione con i nodi ne cureremo la sintesi che ne emergerà e che verrà successivamente riportata (assieme alle decisioni che ne deriveranno) ad una successiva assemblea nazionale.
(7 agosto 2001)

Il tavolo campagne è composto da:
Aifo, Associazione Botteghe del mondo, Beati Costruttori di Pace, Bilanci di Giustizia, Campagna chiama l'Africa, Campagna dire mai al MAI, Campagna globalizza-azione dei popoli, Campagna Sdebitarsi, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, CoCoRiCò, CTM Altromercato, Mani Tese, Nigrizia, Pax Christi, Rete Radiè Resch, Campagna riforma della Banca Mondiale, WWF.

Sito della Rete di Lilliput www.retelilliput.org

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