| Inchieste 
 La controinchiesta della Polizia: dossier
        sui falsi pestaggi  Il dossier della Questura sui falsi
 "Ecco le prove che alcuni manifestanti hanno mentito"L'informativa consegnata ai magistrati contiene anche
 una denuncia contro Casarini per istigazione a delinquere
 
 di Francesco Viviano
 
 Genova - Ecco i "falsi del G8": undici tra servizi e interviste
 pubblicati su sei quotidiani ("Libero", "Il Messaggero", "La
 Stampa", "la Repubblica", "Corriere della Sera",
        "manifesto")
 contenuti nel rapporto della Digos di Genova e consegnati alla
 Procura del capoluogo ligure, che su di essi ha avviato
 un'indagine. Un rapporto che contiene anche una denuncia
 nei confronti del leader delle tute bianche Luca Casarini,
 accusato formalmente di «istigazione a delinquere e a
 disubbidire alle leggi» per alcune sue affermazioni prima e durante il G8.
 I "falsi", è precisato nel rapporto, non chiamano in causa la
 responsabilità dei giornalisti, bensì quella di coloro che
 avrebbero raccontato ai cronisti vicende inventate. Sono
 racconti di violenze sessuali, di abusi di vario tipo, di
 "massacri" ordinati via radio, di persone scomparse e di spari
 durante le manifestazioni. «Tutte storie inventate», afferma la Digos.
 Ecco, in sintesi, i casi elencati nel dossier della Digos, con
 l'indicazione sintetica di ciò che è stato raccontato sui giornali
 e le "prove contro" offerte dalla Digos di Genova ai
 magistrati.
 Violenze sessuali. Il 3 ed il 7 agosto
        "Repubblica" riporta iracconti di alcune ragazze austriache che erano state
 arrestate e che denunciavano di avere subito violenze
 sessuali. Ecco cosa raccontavano tra l'altro ai cronisti:
 «Eravamo bloccate contro un muro dentro la Caserma di
 Bolzaneto, i poliziotti ci chiamavano troie, puttane, poi
 urlavano "entro stasera vi scoperemo tutte"».
 Replica la Digos: «Non risulta che donne austriache siano
 state arrestate, portate nella caserma di Bolzaneto, denudate
 e fotografate dalla polizia».
 Il massacro alla Diaz. Su "Repubblica" del 6
        agosto compareun servizio intitolato così: «Polizia, messaggio dalla Diaz:
 "Questi qui li massacriamo"». In relazione a questo articolo la Digos ha
        consegnato alla Procura di Genova numerose bobine, sostenendo che esse
 contengono tutte le registrazioni delle conversazioni radio tra
 le centrali operative ed i funzionari di polizia ed ufficiali dei
 carabinieri impegnati nell'irruzione alla Diaz: «In nessuna di
 queste conversazioni afferma la questura di Genova si
 rintraccia l'"ordine" di massacrare gli occupanti della scuola».
 Violenze alle teatranti austriache. Il 18 agosto
        "Libero" e"Messaggero" raccontano la storia di cinque teatranti di
 strada austriaci arrestati dai carabinieri per reati commessi a
 Genova. «Dopo gli arresti è scritto nel rapporto della Digos i cinque
 hanno denunciato violenze e sorprusi. Le risultanze
 investigative dimostrano che le loro denunce sono totalmente
 infondate». E per sostenere questa tesi gli investigatori hanno
 allegato le intercettazioni ambientali in carcere, tradotte dal
 tedesco in italiano, dove gli arrestati dicono: «Queste notizie,
 anche se non è vero che ci hanno picchiato, vanno bene per
 tutti e per la nostra causa». I cinque teatranti, sulla base di
 queste frasi carpite loro durante la detenzione, sono già stati
 denunciati per calunnia.
 Intervista a "Roberto". Sempre il 18 agosto
        sul "Giornale" c'èun'intervista a un tale "Roberto".  Anche in questo caso la questura di
        Genova ritiene di trovarsi di fronte a una montatura. «Questo Roberto afferma il
 dossier inviato alla magistratura è stato identificato per
 Robert Stuk, 35 anni, austriaco, arrestato dai carabinieri con
 altri 24 artisti del Caravan theatre a Recco il 22 luglio.
 Roberto Stuk era stato arrestato per concorso in
 devastazione e saccheggio ed il 24 agosto è stato denunciato
 per calunnia. E' dimostrato coninua la Digos di Genova che
 Robert Stuk aveva denunciato lesioni e ferite subite in
 carcere. In realtà le ferite di Stuk risalgono ad alcuni giorni
 prima del suo arresto ed il fatto è dimostrato dal referto
 medico del pronto soccorso del social forum di Piazza
 Rossetti». Anche Stuk è stato denunciato per calunnia.
 Gli "scomparsi". Il 25 e 28 luglio sulla
        "Stampa" di TorinoVittorio Agnoletto, leader del Genova Social Forum,
 denuncia: «Non si sa nulla di molti feriti arrestati». «Ci sono
 decine di missing, troppe persone inghiottite nel buio di quelle
 notti». La Digos attira l'attenzione soprattutto su alcuni passaggi
 dell'articolo, dove per esempio si legge che «i "missing"
 sarebbero decine... ed i centri sociali italiani hanno deciso di
 lanciare un appello per avere loro notizie». Tra i firmatari
 dell'appello anche il deputato Paolo Cento dei Verdi che
 afferma: «Sono ragazzi finiti nel buio della notte di Genova;
 per alcuni temiamo addirittura che possa essere accaduto il
 peggio: penso al mistero inquietante di quella giovane che in
 molti hanno visto ferita gravemente durante la manifestazione
 del 20 lulio e che sembra svanita nel nulla: nessun pronto
 soccorso l'ha accolta, nessun ospedale l'ha ricoverata».
 Per la Digos anche queste notizie che denunciano la
 "scomparsa" di persone sono destituite di fondamento. «Non
 sono infatti mai state presentate denunce di scomparse
 all'autorità giudiziaria».
 "La Polizia ha sparato". Nel dossier della
        Digos figura ancheun articolo del "Corriere della sera" nel quale Luca Casarini
 afferma che la polizia durante gli scontri nelle strade di
 Genova aveva sparato colpi di arma da fuoco e che erano
 stati recuperati anche i bossoli. La stessa denuncia, Casarini
 l'aveva fatta anche durante l'edizione speciale di "Porta a Porta".
 Ribatte la Digos: «Quelle affermazioni sono false ed i bossoli
 erano quelli dei lacrimogeni».
 Infine, nel rapporto della Digos sono elencati le 322 persone arrestate
        o denunciate durante gli incidenti del G8 : 117 diloro risultano avere precedenti specifici. Altre 307 persone
 sono state individuate nell'atto di compiere episodi delittuosi e
 danneggiamenti, ma non sono state ancora identificate.
 (la Repubblica, 27 agosto 2001) 
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