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Inchieste
 

La controinchiesta della Polizia: dossier sui falsi pestaggi

pallanimred.gif (323 byte) Il dossier della Questura sui falsi

"Ecco le prove che alcuni manifestanti hanno mentito"
L'informativa consegnata ai magistrati contiene anche
una denuncia contro Casarini per istigazione a delinquere

di Francesco Viviano

Genova - Ecco i "falsi del G8": undici tra servizi e interviste
pubblicati su sei quotidiani ("Libero", "Il Messaggero", "La
Stampa", "la Repubblica", "Corriere della Sera", "manifesto")
contenuti nel rapporto della Digos di Genova e consegnati alla
Procura del capoluogo ligure, che su di essi ha avviato
un'indagine. Un rapporto che contiene anche una denuncia
nei confronti del leader delle tute bianche Luca Casarini,
accusato formalmente di «istigazione a delinquere e a
disubbidire alle leggi» per alcune sue affermazioni prima e durante il G8.
I "falsi", è precisato nel rapporto, non chiamano in causa la
responsabilità dei giornalisti, bensì quella di coloro che
avrebbero raccontato ai cronisti vicende inventate. Sono
racconti di violenze sessuali, di abusi di vario tipo, di
"massacri" ordinati via radio, di persone scomparse e di spari
durante le manifestazioni. «Tutte storie inventate», afferma la Digos.
Ecco, in sintesi, i casi elencati nel dossier della Digos, con
l'indicazione sintetica di ciò che è stato raccontato sui giornali
e le "prove contro" offerte dalla Digos di Genova ai
magistrati.

Violenze sessuali. Il 3 ed il 7 agosto "Repubblica" riporta i
racconti di alcune ragazze austriache che erano state
arrestate e che denunciavano di avere subito violenze
sessuali. Ecco cosa raccontavano tra l'altro ai cronisti:
«Eravamo bloccate contro un muro dentro la Caserma di
Bolzaneto, i poliziotti ci chiamavano troie, puttane, poi
urlavano "entro stasera vi scoperemo tutte"».
Replica la Digos: «Non risulta che donne austriache siano
state arrestate, portate nella caserma di Bolzaneto, denudate
e fotografate dalla polizia».

Il massacro alla Diaz. Su "Repubblica" del 6 agosto compare
un servizio intitolato così: «Polizia, messaggio dalla Diaz:
"Questi qui li massacriamo"». In relazione a questo articolo la Digos ha consegnato alla Procura di Genova numerose bobine, sostenendo che esse
contengono tutte le registrazioni delle conversazioni radio tra
le centrali operative ed i funzionari di polizia ed ufficiali dei
carabinieri impegnati nell'irruzione alla Diaz: «In nessuna di
queste conversazioni afferma la questura di Genova si
rintraccia l'"ordine" di massacrare gli occupanti della scuola».

Violenze alle teatranti austriache. Il 18 agosto "Libero" e
"Messaggero" raccontano la storia di cinque teatranti di
strada austriaci arrestati dai carabinieri per reati commessi a
Genova. «Dopo gli arresti è scritto nel rapporto della Digos i cinque
hanno denunciato violenze e sorprusi. Le risultanze
investigative dimostrano che le loro denunce sono totalmente
infondate». E per sostenere questa tesi gli investigatori hanno
allegato le intercettazioni ambientali in carcere, tradotte dal
tedesco in italiano, dove gli arrestati dicono: «Queste notizie,
anche se non è vero che ci hanno picchiato, vanno bene per
tutti e per la nostra causa». I cinque teatranti, sulla base di
queste frasi carpite loro durante la detenzione, sono già stati
denunciati per calunnia.

Intervista a "Roberto". Sempre il 18 agosto sul "Giornale" c'è
un'intervista a un tale "Roberto".  Anche in questo caso la questura di Genova ritiene di trovarsi di fronte a una montatura. «Questo Roberto afferma il
dossier inviato alla magistratura è stato identificato per
Robert Stuk, 35 anni, austriaco, arrestato dai carabinieri con
altri 24 artisti del Caravan theatre a Recco il 22 luglio.
Roberto Stuk era stato arrestato per concorso in
devastazione e saccheggio ed il 24 agosto è stato denunciato
per calunnia. E' dimostrato coninua la Digos di Genova che
Robert Stuk aveva denunciato lesioni e ferite subite in
carcere. In realtà le ferite di Stuk risalgono ad alcuni giorni
prima del suo arresto ed il fatto è dimostrato dal referto
medico del pronto soccorso del social forum di Piazza
Rossetti». Anche Stuk è stato denunciato per calunnia.

Gli "scomparsi". Il 25 e 28 luglio sulla "Stampa" di Torino
Vittorio Agnoletto, leader del Genova Social Forum,
denuncia: «Non si sa nulla di molti feriti arrestati». «Ci sono
decine di missing, troppe persone inghiottite nel buio di quelle
notti». La Digos attira l'attenzione soprattutto su alcuni passaggi
dell'articolo, dove per esempio si legge che «i "missing"
sarebbero decine... ed i centri sociali italiani hanno deciso di
lanciare un appello per avere loro notizie». Tra i firmatari
dell'appello anche il deputato Paolo Cento dei Verdi che
afferma: «Sono ragazzi finiti nel buio della notte di Genova;
per alcuni temiamo addirittura che possa essere accaduto il
peggio: penso al mistero inquietante di quella giovane che in
molti hanno visto ferita gravemente durante la manifestazione
del 20 lulio e che sembra svanita nel nulla: nessun pronto
soccorso l'ha accolta, nessun ospedale l'ha ricoverata».
Per la Digos anche queste notizie che denunciano la
"scomparsa" di persone sono destituite di fondamento. «Non
sono infatti mai state presentate denunce di scomparse
all'autorità giudiziaria».

"La Polizia ha sparato". Nel dossier della Digos figura anche
un articolo del "Corriere della sera" nel quale Luca Casarini
afferma che la polizia durante gli scontri nelle strade di
Genova aveva sparato colpi di arma da fuoco e che erano
stati recuperati anche i bossoli. La stessa denuncia, Casarini
l'aveva fatta anche durante l'edizione speciale di "Porta a Porta".
Ribatte la Digos: «Quelle affermazioni sono false ed i bossoli
erano quelli dei lacrimogeni».

Infine, nel rapporto della Digos sono elencati le 322 persone arrestate o denunciate durante gli incidenti del G8 : 117 di
loro risultano avere precedenti specifici. Altre 307 persone
sono state individuate nell'atto di compiere episodi delittuosi e
danneggiamenti, ma non sono state ancora identificate.

(la Repubblica, 27 agosto 2001)


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