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 L'indagine conoscitiva del Parlamento  L'allarme dei Servizi segreti. "Autunno a rischio
        attentati"
 Gli 007 indicano anche i possibili obiettivi dei terroristi:magistrati, giornalisti e poliziotti
 
 di Claudia Fusani
 
 ROMA - Un autunno a rischio di azioni terroristiche, scontri
 di piazza, piccoli attentati. Lo dicono gli 007 che avvisano il
 governo con una relazione, la semestrale sulla Politica
 informativa e della Sicurezza, di oltre sessanta pagine dai toni
 molto preoccupati. Sono individuati gli obiettivi da colpire:
 «Strutture o personaggi del mondo giudiziario, degli apparati
 di sicurezza e della stampa». E i momenti e i luoghi «più
 favorevoli per le nuove sortite», cioè «gli appuntamenti
 internazionali di richiamo, il dibattito sulla legge finanziaria e
 sul welfare, le vertenze occupazionali, il rinnovo dei contratti
 e i progetti di riforma dello Stato». Un contesto amplissimo,
 dove agirà «una pluralità di attori». Il dossier ne individua
 almeno quattro. C'è «una frangia brigatista che sta
 proseguendo l'azione di propaganda e proselitismo per una
 nuova lotta armata con l'obiettivo di creare una rete
 terroristica distribuita sul territorio e suddivisa in cellule
 autonome sul modello delle vecchie colonne bierre». Ci sono
 «gruppi minori (ad esempio Nta e Niprndr) che tentano di
 accreditarsi presso le BrPcc cercando di non assumere troppi
 rischi e privilegiando l'aspetto comunicativo», cioè volantini e
 rivendicazioni di azioni minori. C'è, più in generale, «l'area
 antagonista e movimentista che potrebbe decidere di fare il
 salto dalla protesta di piazza alla lotta armata». Infine, il
 quarto soggetto, indicato con «assoluta centralità», la
 «componente anarcoinsurrezionalista, che sfugge a
 connotazioni verticistiche e sclerotizzazioni ideologiche, gruppi
 collegati con l'estero estremamente duttili sulle strategie da
 impiegare e inclini ad affiancare all'opzione terroristica lo
 scontro di piazza». Cioè ad usare la protesta di piazza come
 alibi e scudo per azioni più dure.
 Il dossier è stato trasmesso alla Presidenza del Consiglio
 pochi giorni prima della bomba alla procura di Venezia.
 Nonostante sia stato chiuso il 30 giugno, prima degli scontri
 del G8, il rapporto ha anticipato con molta lucidità la cronaca
 e i fatti di questo ultimo mese indicando «frange violente fra i
 noglobal» dove resta prevalente l'ala moderata ma dove «la
 tematica trasversale dell'antiglobalizzazione è l'occasione per
 indirizzare verso un alveo eversivo la contestazione
 antisistema e antioccidentale».
 Un autunno ad alta tensione, dunque. A cui si aggiungono,
 aggravando la situazione, le forze dell'ordine sotto inchiesta
 per le violenze di Genova e i vertici delle polizie che stanno
 ancora cercando risposte per quegli errori e quegli eccessi.
 Un autunno che vedrà il malessere sociale accompagnato da
 una piazza arrabbiata e «nemica» degli uomini in divisa.
 Come vent'anni fa.
 (la Repubblica, 15 agosto 2001)   torna a Speciale G8  |