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 L'indagine conoscitiva del Parlamento  De Gennaro: verosimili eccessi delle forze dell'ordine
 ROMA  È verosimile «un eccesso
        dell'uso della forza di reparto in atti episodici e individuali di comportamenti
        illeciti». Lo ha detto il Capo della Polizia, Gianni De Gennaro, concludendo la sua
        relazione dinanzi alla commissione parlamentare d'indagine sui fatti di Genova. Il capo della polizia ha spiegato che
        episodi di violenza ad opera di facinorosi nel corso delle manifestazioni del G8 nelle
        strade di Genova hanno poi verosimilmente scatenato atteggiamenti illeciti di qualche
        operatore delle forze dell'ordine. De Gennaro ha aggiunto che proprio per questo sono in
        corso delle indagini avviate dagli ispettori del Viminale e che ulteriori accertamenti
        saranno necessari «prima di trarre definitive conclusioni», oltre che attendere che si
        completi l'attività investigativa che viene condotta per suo conto dall'autorità
        giudiziaria per l'accertamento di eventuali responsabilità dei singoli.  De Gennaro ha confermato che al centro
        delle inchieste interne ci sono l'operato delle forze dell'ordine in occasione della
        perquisizione alla scuola «Diaz», gli illeciti denunciati in danno degli arrestati e poi
        trasferiti nella caserma di Bolzaneto. Al termine - ha assicurato il capo della polizia -
        non ci sarà alcuna reticenza ad adottare i provvedimenti necessari e le azioni
        disciplinari che si dovessero ritenere utili. L'attività degli ispettori riguarda anche
        «i comportamenti censurabili di singoli operatori impegnati nelle operazioni di ordine
        pubblico». De Gennaro ha infine sottolineato lo stretto rapporto di collaborazione con
        l'autorità giudiziaria genovese al fine di un sereno approfondimento della vicenda.  «Per quanto riguarda i gruppi violenti stranieri - ha detto De
        Gennaro - occorre ammettere che i risultati dell'attività preventiva sono stati inferiori
        alle aspettative». E ha spiegato così le ragioni di questo risultato inferiore alle
        aspettative: «sia per le obiettive difficoltà incontrate dagli organismi di polizia
        esteri nell'attività di penetrazione informativa - trattandosi il più delle volte di
        gruppi che denotano mancanza di organizzazione strutturale ma spiccate capacità di
        aggregarsi episodicamente - sia per esigenze più volte invocate di rispetto delle
        legislazioni nazionali in materia di tutela della privacy». Il capo della polizia ha poi annunciato che è pronta la terza
        relazione, quella sugli scontri di piazza, alla quale ha lavorato uno dei tre
        superispettori nominati dal Viminale per fare chiarezza sui fatti di Genova. «La terza
        relazione - ha affermato De Gennaro - è arrivata ieri sera: si trattava anche di
        individuare singole persone da immagini televisive, non era una mera ricostruzione dei
        fatti. Credo di poterla consegnare alla Commissione - ha concluso - oggi stesso». Sempre secondo De Gennaro, i disordini di Genova non si possono
        attribuire solo ai Black Bloc «ma hanno visto direttamente coinvolto un elevato numero di
        manifestanti pronti allo scontro con le forze dell' ordine». E ha citato anche un
        esempio: «emblematico è stato il massiccio attacco alla zona rossa». De Gennaro ha
        aggiunto che l' esperienza di Genova ha «segnato l' affermazione e l' espansione sulla
        scena internazionale di un nuovo soggetto che tenta di far coesistere l' anima genuina e
        pacifista con alcune componenti estremiste ed altre di tipo eversivo». Le forze di polizia, comunque, non hanno lasciato sola la città
        di Genova, concentrandosi solo sulla protezione della zona rossa e delle delegazioni del
        G8. «È ingeneroso dire - ha a questo proposito affermato De Gennaro - che gli sforzi per
        garantire la sicurezza della zona rossa abbiano lasciato in secondo piano le altre zone
        della città. Seimilaottocento unità di servizio sono state impegnate fuori dalla zona
        rossa per garantire la sicurezza per tutte le altre zone della città e per tutta la
        durata del vertice».  «Nel corso degli incontri in cui ho presenziato sono sempre
        state sfuggenti ed evasive le risposte sull' effettiva rappresentatività del Gsf rispetto
        la totalità dei manifestanti». Ha aggiunto il capo della polizia leggendo la sua
        relazione. «Traspariva la difficoltà a fornire un quadro armonico e la volontà di non
        riferire completamente i propri piani», genericamente definiti dai manifestanti di
        «disobbedienza civile».  «L'impegno - ha detto ancora De Gennaro - è stato massimo per
        garantire gli scopi che il Governo si era prefissato: lo svolgimento sereno del Vertice
        per i componenti delle delegazioni; la vivibilità della città e la tutela di manifestare
        nei modi leciti». De Gennaro ha anche ricostruito le fasi preparatorie del Vertice,
        sottolineando che «in ben quattro riunioni del Comitato nazionale dell'ordine e della
        sicurezza pubblica sono stati esaminati i rischi di carattere internazionale, le
        difficoltà logistiche, gli allarmi provenienti dai servizi di sicurezza, anche
        stranieri». È stata infine attivata la protezione dei funzionari «che sono
        stati più esposti coi loro nomi sui giornali in questi giorni». Il capo della polizia ha
        precisato di «avere disposto l' attivazione del comitato provinciale di sicurezza
        pubblica per la protezione dei colleghi più esposti». ( da www.lastampa.it  ) torna a Speciale G8  |