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Inchieste
 

L'inchiesta della Procura di Genova

pallanimred.gif (323 byte) Indagati diciassette poliziotti
L'ipotesi di accusa: lesioni gravi e gravissime in concorso


Sono otto agenti e capisquadra del Nucleo antisommossa di Roma e nove funzionari i primi poliziotti indagati, con l'accusa di lesioni, per l'irruzione
nella scuola Diaz la notte di sabato 21 luglio. La Procura di Genova il 29 agosto mattina   ha iscritto i 17 nomi sul registro degli indagati e ha inviato loro gli avvisi di garanzia con l’invito a presentarsi. I reati ipotizzati: lesioni gravi e gravissime in concorso, con l’aggravante dell’abuso d’ufficio e non avere impedito le violenze. Gli interrogatori inizieranno dal 19 settembre: un passaggio indispensabile, secondo i magistrati, per scoprire i responsabili dei pestaggi nella sede del Genoa Social Forum. La decisione di far partire gli avvisi era arrivata il 20 agosto, dopo tre ore di confronto sulla scelta strategica, tra il capo della procura genovese Francesco Meloni, l'aggiunto
Francesco Lalla e cinque dei sei piemme del pool, Francesco
Pinto, Patrizia Petruzziello, Vittorio Miniati, Francesco
Cardona, Enrico Zucca.

Sono 17 i poliziotti che la Procura convocherà per chiarire come l’operazione nella scuola Diaz si sia conclusa con 61 feriti tra i ragazzi perquisiti. I 9 funzionari di polizia fanno parte del gruppo di 13 che aveva partecipato e guidato l’irruzione: 4 sono stati per il momento esclusi dagli interrogatori perché, secondo gli accertamenti, non sono entrati nella sede del Gsf. I nomi non possono essere rivelati fino a quando non saranno ricevuti gli avvisi di garanzia. I 13 funzionari erano già stati sentiti in Procura come testimoni pochi giorni dopo la chiusura del G8. Tra loro, i massimi dirigenti della polizia italiana come il prefetto Arnaldo La Barbera, poi rimosso dall’incarico di capo dell’Antiterrorismo, il suo vice Giovanni Luperi, il direttore del Servizio centrale operativo della polizia Franco Gratteri, il suo numero due Gilberto Caldarozzi, il comandante del reparto mobile e del nucleo antisommossa di Roma, Vincenzo Canterini, oltre a funzionari delle questure di Genova, La Spezia e Bologna. Gli altri 8 poliziotti da interrogare appartengono al nucleo antisommossa di Roma. La Procura li ha identificati perché, durante l’audizione a Genova, il comandante Vincenzo Canterini aveva consegnato ai magistrati le loro relazioni di servizio. In questi giorni i pm Enrico Zucca e Francesco Cardona, con il procuratore aggiunto Francesco Lalla, hanno esaminato le testimonianze e le denunce dei ragazzi feriti durante l’operazione. Non è escluso che alcuni poliziotti decidano di presentarsi prima della data di convocazione. Lo conferma Giovanni Aliquò, segretario nazionale del sindacato dei funzionari di polizia, che ieri ha incontrato i pm Zucca e Cardona: «Ci sono colleghi - dice Aliquò - che hanno l’intenzione e l’interesse di raccontare quello che hanno visto quella notte. L’ordine dell’irruzione, se c’è stato, non lo diede Canterini ma qualcuno più alto in grado di lui. Bisognerebbe capire quali direttive sono state date al questore e al prefetto di Genova».

L'indagine dovrà dare nome e cognome ai responsabili degli
abusi commessi durante quell'operazione. Il vice
capo della polizia Ansoino Andreassi aveva preso parte, la
sera del blitz, alla riunione in cui era stata decisa la
perquisizione. Il capo della polizia De Gennaro lo ha rimosso
dal suo incarico, ma la Procura di Genova ora vuole
ascoltarlo come testimone.  Dopo le inchieste interne del Viminale, che aveva inviato tre ispettori a Genova, Andreassi era stato rimosso, insieme al
capo della polizia di prevenzione Ucigos, Arnaldo La
Barbera, e al questore di Genova, Francesco Colucci.
Andreassi partecipò alla riunione che precedette l'irruzione
alla Diaz. Secondo quanto trapelato anche in sede di
commissione parlamentare di indagine, durante quell'incontro
non venne definito chi avrebbe condotto l'operazione. Anzi,
tra Andreassi e il capo dell'antiterrorismo La Barbera si
sarebbe verificato un dissidio sulle modalità del blitz. Per
questo motivo Andreassi non prese parte alla seconda
riunione operativa. Per i magistrati potrebbe essere
interessante capire le ragioni delle divergenze tra il vicecapo
della polizia e La Barbera. Lo ascolteranno come "teste
informato dei fatti".

(notizie tratte da la Repubblica, 21 e 26 agosto 2001; Corriere della Sera, 30 agosto 2001)

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