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Inchieste
 

L'inchiesta del Ministero dell'Interno

Il Ministro dell'Interno Scajola in un'intervista al settimanale Panorama

"Presidente, è successo" Sono le 17.30 di venerdì 20 luglio, Claudio Scajola prende il telefono e dà a Berlusconi la notizia più terribile: a Genova c'è un morto.

Ma è come la notizia di una morte annunciata sin dal mattino. Alle 17.30 "la dura realtà che più temevamo era arrivata" racconta a Panorama il Ministro dell'Interno. Da mezzogiorno le immagini dell'inferno del G8 avevano preso a scorrere sempre più forti, sempre più veloci sui grandi monitor sistemati qui nel suo ufficio al Viminale. "Ho dovuto constatare purtroppo un clima politico di scontro annunciato, di sfida esplicita alle istituzioni, di tentativo dichiarato da parte dei contestatori di impedire lo svolgimento di un vertice internazionale. Il governo ha adottato una linea di condotta prudente e ragionevole, cercando il dialogo con il movimento antiglobalizzazione. Purtroppo. sin dall'inizio della mattinata del 20 è stato subito chiaro che i manifestanti non erano tutti pacifici, e che anche tra le file del Genoa Social Forum vi erano gruppi intenzionati a violare la legge. Le tute bianche, per esempio, hanno effettuato un corteo non autorizzato, che aveva lo scopo di forzare la zona rossa, e non a caso gli incidenti più gravi si sono registrati proprio a ridosso di quel corteo. Erano state autorizzate soltanto alcune manifestazioni in determinate piazze. e un unico corteo, come richiesto dal Gsf. Se fossero stati mantenuti gli impegni iniziali che erano stati assunti dal Gsf. sarebbe stato più facile isolare i violenti: e ridurre il numero degli incidenti".

Ministro, che cosa le ha detto il presidente del Consiglio in quella drammatica telefonata?

È rimasto per un attimo in silenzio. Era sicuramente scosso. Lo si è visto del resto bene quando con il presidente Ciampi ha lanciato un forte appello ai contestatori affinchè cessasse ogni forma di violenza. Mi ha chiesto quanti anni aveva e cosa faceva quel ragazzo rimasto sull'asfalto. Ma ancora più drammatica è stata la telefonata successiva, quando gli ho detto che era morto per un colpo d'arma da fuoco partito dalle forze dell'ordine. Il presidente Berlusconi mi ha chiesto subito se quel carabiniere fosse un giovane anche lui. A Genova c'è stata una doppia tragedia. Che insegna anche come un ragazzo possa diventare violento se coinvolto in un clima di esasperazione di animi, nel quale pure le parole diventano pietre. Ma a Genova c'è stata anche la tragedia di un altro ragazzo, un carabiniere che era li non per contestare, ma per garantire l'ordine pubblico, non per difendere il governo, ma la sicurezza dei cittadini. È stata una doppia tragedia.

Eppure lei aveva puntato molto sul dialogo con i contestatori. Poi, cosa è successo?

Con il ministro degli Esteri mi sono speso molto nel dialogo con il movimento dei contestatori, cosa che non aveva fatto il precedente governo di centrosinistra. Ci sono stati contatti anche costruttivi, che hanno impegnato le autorità locali genovesi. Poi però nell'ultima settimana molti esponenti del Gsf hanno creduto di svolgere un ruolo politico di contestazione generale al sistema, e nel fare questo hanno sottovalutato il pericolo di chi fra loro aveva intenzioni destabilizzanti e violente. Le tute nere non erano un gruppetto di 300 o addirittura 150 manifestanti come ho sentito dire in una irresponsabile trasmissione televisiva, erano migliaia.
Come dimostrano i chilometri di fotogrammi che abbiamo, i violenti non erano solo tra le tute nere, ma erano anche tra tanti altri dimostranti. Tute bianche appartenenti ai centri sociali, eccetera. Lo si è visto chiaramente pure nell'assalto alla Land Rover dei carabinieri con spranghe di ferro, assi di legno e perfino i sampietrini.

Quando ha capito che il dialogo si era spezzato e che stava rischiando di saltare tutto?

Che qualcosa non funzionasse l'ho capito quando abbiamo ripristinato i controlli alle frontiere, sospendendo gli accordi di Schengen e abbiamo avuto una reazione negativa del Gsf. Allora ho detto: ma come- se anche voi volete isolare i violenti, se volete veramente cacciarli dalle vostre manifestazioni, perchè reagite così? Poi, un altro brutto segnale è venuto mercoledì 18 quando ci sono state violente proteste anche da parte di alcune forze politiche dell'opposizione contro la decisione di rimpatriare in Grecia 150 contestatori sbarcati con i traghetti nel porto di Ancona

E dai brutti segnali che cosa avete dedotto?

Abbiamo capito che mentre per molti partecipanti e organizzatori della protesta anti-G8 le giornate genovesi avevano un significato assolutamente pacifico, in alcuni protagonisti stava prevalendo la voglia di trasformare la contestazione al vertice in qualche cosa che non aveva niente a che fare con il G8. Basti pensare alle violente dichiarazioni del leader delle tute bianche Luca Casarini che provocatoriamente ha mistificato la verità esibendo bossoli che non erano di arma da fuoco, ma di lacrimogeni. Mi sono chiesto e mi chiedo ancora come delle autentiche istigazioni alla violenza possano essere lanciate così impunemente attraverso i mass media, soprattutto attraverso la televisione.

Ma il Gsf e l'opposizione vi hanno rimpallato l' accusa, dando a voi la colpa di non aver isolato i violenti.

E molto grave. E per di più è paradossale. In Parlamento si sono invertite le parti. Sul banco degli accusati sono state messe le forze dell'ordine invece dei delinquenti che sono venuti per colpire persone e cose. Sono rimasto turbato nel sentire da parte di qualche deputato parole o insulti violenti.
Vede, io credo di essere una persona equilibrata. Sono un convinto democratico per cultura e per tradizioni familiari e personali. Quando assisto alla strumentalizzazione della violenza sociale contro il governo mi domando se non sia da rimpiangere l'antica intransigenze del PCI contro la violenza estremista.


Ma tutto quel sangue nella scuola Diaz come lo spiega? Per molti, anche non di sinistra, è uno scandalo. Non si poteva evitare?

Non dico che non ci possano essere stati anche degli errori. Ho dato mandato al capo della polizia perchè verifichi con rigore eventuali responsabilità di singoli, per errori di valutazione o comportamenti censurabili. La stessa autorità giudiziaria valuterà i presupposti e la legittimità dell'intera operazione.

Che giudizio si è fatto della perquisizione?
Le condizioni per dare il via libera a una perquisizione preventiva vengono valutate direttamente dalle autorità degli ufficiali di pubblica sicurezza presenti sul posto. Quel luogo era forse una sede inviolabile? O forse godeva di immunità? Penso proprio di no . La dimostrazione della necessità della perquisizione è che li sono stati sequestrati coltelli, martelli, picconi, bombe molotov. E ancora, dal fatto che gli arresti sono stati convalidati dalla magistratura e che lì, per giunta, sono stati trovati pericolosi delinquenti internazionali.

È circolata l'ipotesi che a pagare per tutti potrebbe essere il capo della polizia. Gianni De Gennaro. Conferma?

Sono un uomo dal linguaggio chiaro che non ama la dietrologia e questo modo di argomentare. De Gennaro è un ottimo capo della polizia. In generale, posso dire di avere trovato in questo Ministero ottime professionalità e non un apparato politicizzato. Il ministero dell'Interno è un'istituzione a garanzia dell' esercizio delle libertà civili. Proprio per questo sto svolgendo il mio compito con tutto il mio impegno, tutta la mia passione e tutto me stesso.


27 - luglio - 2001 - di Paola Sacchi

 

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