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pallanimred.gif (323 byte) La relazione dell'ispettore Micalizio sui fatti accaduti durante la perquisizione nella scuola Diaz

"Non fu rappresaglia ma caos senza guida"

Roma - (...) Si rammenta che, sulle 93 persone rintracciate nell'immobile e poi arrestate, 62 (pari al 66%) sono state refertate con prognosi variabili: il 24% fino a 5 giorni, il 36% da 6 a 10 giorni; l'11% da 11 a 20 giorni; il 18% da 21 a 40 giorni; il 6% con cosiddetta prognosi buona; il 5% con prognosi riservata (...)
La ricostruzione. Il 21 luglio scorso, alle ore 22.30 circa, quattro unità operative, mentre transitavano in via Cesare Battisti, sono state aggredite da un considerevole numero di dimostranti, quantificato dal funzionario in circa 200 persone. i manifestanti, alcuni dei quali indossavano capi di abbigliamento di colore nero simili a quelli degli appartenenti ai c.d. black bloc, in prossimità dell'Istituto Scolastico «Diaz» hanno iniziato un folto lancio di oggetti, gridando «sono solo quattro» e costringendo agli agenti a fuggire con i segnali di emergenza. Il Questore ha incaricato (omissis) di effettuare un sopralluogo nella zona in questione. Il funzionario ha rilevato che in una piazza adiacente e nelle strade contigue alla scuola «Diaz» erano presenti dei giovani con funzioni di «vedette».
La decisione. Nel corso di una riunione è stato deciso un intervento operativo sia al fine di sequestrare armi ed oggetti sia per acquisire elementi informativi utili per lo sviluppo delle indagini sugli episodi di violenza accaduti in quell'occasione a Genova (...) si è provveduto, entro limiti temporali assai ridotti, a raccogliere le risorse umane necessarie, consistenti in aliquote del Reparto Mobile di Roma, del Servizio Centrale Operativo, di alcune Squadre Mobili, Digos e Reparti Prevenzione Crimine, nonché dell'Arma dei Carabinieri, per un organico complessivo di circa 275 unità. (...) Nella medesima riunione, ove i presenti sono stati invitati ad usare la massima prudenza nell'esecuzione dell'operazione, è stata esclusa l'ipotesi di impiegare lacrimogeni per indurre gli occupanti dell'immobile ad abbandonarlo. Nel corso del «briefing» non si è, peraltro, provveduto a designare il Funzionario responsabile, in termini unitari, dell'intero servizio (...) risulta evidente che la fase organizzativa è stata predisposta in maniera molto approssimativa e carente sotto il profilo dei momenti direzionali (...)
Sotto altro profilo, non risulta che durante la riunione siano state esaminate le modalità di esecuzione del servizio, da seguire una volta giunti in zona operativa, né che siano stati individuati i compiti delle varie unità, se non in termini generali: il Reparto Mobile è stato incaricato di penetrare per primo nell'edificio, superando le eventuali resistenze, in virtù del suo addestramento e dei mezzi a sua disposizione; il personale del Servizio Centrale Operativo, delle Squadre Mobili e delle Digos, con «fratini» recanti la scritta «Polizia» doveva seguire quello del Reparto Mobile ed, una volta all'interno dell'edificio, curare gli aspetti di competenza;
L'intervento. Alle ore 23.30 circa, una volta arrivato il contingente in prossimità della scuola, alcuni giovani, avvedutisi dell'imminenza dell'intervento, hanno chiuso, con una catena, il cancello di accesso ed il portone di ingresso nell'edificio, allo scopo di frapporre ostacoli all'esecuzione dell'operazione di polizia e, verosimilmente, di guadagnare tempo per organizzare un'attiva resistenza. Dopo alcuni inutili tentativi di aprire il cancello da parte del personale del Reparto Mobile, in relazione all'evolversi della situazione, (omissis) ha suggerito di interrompere tutta l'operazione, ricevendo, peraltro il diniego, in considerazione del fatto che «non era più possibile».
Una volta abbattuto il cancello con l'impiego di un automezzo blindato del Reparto Mobile, il personale, penetrato nel cortile antistante all'ingresso, è stato fatto oggetto del lancio di corpi contundenti, alcuni dei quali probabilmente prelevati dal vicino cantiere edile. Si evidenzia che, mentre taluni funzionari hanno riferito di un fitto lancio di oggetti di vario genere, altri, con esperienza di servizi di ordine pubblico, hanno parlato di pochi oggetti lanciati.
Le unità del Reparto Mobile, affiancate da alcuni operatori in borghese, hanno quindi iniziato a forzare il portone per penetrare all'interno dell'istituto scolastico, ove nel frattempo erano state spente le luci da parte degli occupanti per ostacolare ulteriormente l'attività di polizia. Aperto il portone, gli elementi del Reparto Mobile, unitamente a unità degli altri Uffici, sono affluiti velocemente in massa all'interno della scuola ove, in assenza di luce, nonostante l'intimazione di fermarsi, hanno ingaggiato violente colluttazioni con persone che avrebbero utilizzato anche armi improprie, poi sequestrate. In tale contesto un gruppo di operatori del Reparto Mobile, salito rapidamente al secondo piano ed entrato dentro una stanza buia, è stato affrontato da un giovane che, dopo aver brandito un coltello, ha sferrato un colpo al torace di (omissis) che non ha riportato ferite grazie al corpetto antisommossa. L'aggressore è, peraltro, riuscito a confondersi con gli altri giovani.
Immobilizzati i facinorosi, si è proceduto alla perquisizione, che ha consentito di sequestrare armi «proprie» e «improprie» (due bottiglie Molotov, 23 coltelli, mazze, picconi, maschere antigas, ecc.) nonché materiale riconducibile sicuramente alle frange oltranziste resesi responsabili degli episodi di violenza in quei giorni a Genova (particolari capi di abbigliamento, striscioni e materiale documentale inequivocabilmente ascrivibile ai c.d. Black Bloc) (...)
Dall'esame delle relazioni emerge che 15 uomini del Reparto Mobile (dei 17 agenti che sono stati complessivamente refertati) sono rimasti contusi nel corso dell'operazione (...) Al termine dell'operazione sono state rintracciate all'interno dell'edificio scolastico 93 persone. e, sicuramente aggravata dalle condizioni sanitarie di diversi giovani, è maturata la determinazione di effettuare l'arresto di tutti gli occupanti dell'immobile, contestando loro i delitti di associazione per delinquere finalizzata alla devastazione e saccheggio, lesioni, violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale.
Valutazioni conclusive.
a) Sono convinto che si debba senz'altro escludere, come affermato dal Signor Ministro, che l'operazione di polizia in esame sia stata preordinata al fine di compiere una «rappresaglia» nei confronti di un gruppo di giovani manifestanti.
b) Ritengo che sia, altresì, da escludere che l'operazione sia stata realizzata con la volontà, da parte dei Dirigenti o degli uomini impegnati nell'intervento, di infierire sui giovani che erano presenti nell'edificio scolastico.
c) La presenza di personale appartenente a diversi Uffici ha evidenziato come gli stessi, in assenza di una direzione unitaria, abbiano operato secondo linee gerarchiche «settoriali» (polizia giudiziaria, polizia di prevenzione e Reparto Mobile).
d) Ritengo che, in tale contesto, ha sicuramente nuociuto la presenza sul posto di molti funzionari che invece di rappresentare un momento di «chiarezza gerarchica», ha verosimilmente ingenerato ulteriore confusione nella linea di comando.
e) Lo stesso ingresso degli operatori all'interno dell'edificio è avvenuto in maniera caotica (solo parzialmente giustificata dalle condizioni di tempo e luogo, peraltro conosciute o facilmente prevedibili) e, soprattutto, senza una precisa guida da parte dei Funzionari.

(la Repubblica, 9 agosto 2001)

 

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