| home |         | Documenti  "Violenze e atti di
        rudezza a Bolzaneto un vero disastro"
 La relazione dell'ispettore Montanaro sui fatti
        accaduti nella caserma  ROMA - Nella parte iniziale della relazione i funzionari presenti
        escludono d'aver assistito a atti di violenza e danno il quadro di una estrema confusione
        all'interno della struttura. "(...) Dal sopralluogo effettuato lo stabile, di recente
        ristrutturato, appare decisamente consono e funzionale e si presenta ordinato, pulito e
        privo di tracce di pregresse violenze (sangue o altri liquidi organici) ad eccezione di
        alcune impronte di anfibi sulle parti basse delle pareti dei corridoi e di alcune stanze. Le audizioni. Dalle audizioni del personale interessato si è appreso che
        il trasferimento dei fermati avveniva con le seguenti modalità: il personale operante
        «presentava» il fermato all'ufficio mobile più vicino e competente per zona e
        «consegnava» anche un modulo prestampato sul quale annotava le ragioni dell'arresto, del
        fermo e/o dell'accompagnamento; un equipaggio automontato provvedeva, poi a trasferire la
        persona arrestata e/o fermata, all'ufficio trattazione della Polizia di Stato, allestito
        presso la sede del VI Reparto Mobile, dove, all'ingresso della palazzina, veniva:
        sommariamente visitata dal medico della Polizia Penitenziaria; sottoposta a perquisizione
        personale e custodita in una delle celle a disposizione della Polizia di Stato; avviata al
        fotosegnalamento e, quindi, nuovamente rinchiusa nella cella di provenienza, in attesa del
        completamento degli atti di p.g. (verbali di arresto, biglietto di carcerazione ed altro);
        consegnata alla Polizia Penitenziaria che provvedeva, a sua volta, a: eseguire una nuova
        visita medica e perquisizione personale; rinchiudere l'arrestato e/o fermato in una delle
        due celle riservate alla Polizia Penitenziaria; trasferire, gli arrestati, per gruppi,
        alle carceri designate (Alessandria e Voghera).
 La vigilanza. Quanto al servizio di vigilanza non sono state fornite
        informazioni univoche da parte delle persone ascoltate e non si rinvengono chiare
        disposizioni in proposito. E' emerso, comunque, dalle audizioni che vi si è provveduto,
        inizialmente, con personale della Questura e successivamente con quello dell'Arma dei
        Carabinieri, disimpegnato dai servizi di piazza a seguito della morte di Carlo Giuliani,
        ed infine con il personale del Reparto Mobile. La vigilanza si svolgeva all'interno della
        struttura e interessava l'area antistante le celle, i bagni e la zona riservata alla
        matricola e al servizio medico della Polizia Penitenziaria. Ogni cella, spoglia di
        qualsiasi arredo, pulita, siccome verniciata di fresco, ampia (oltre trenta mq.), ben
        aerata, accoglieva mediamente 1520 persone per volta.
 Complessivamente nei giorni 20, 21 e 22 c.m. risultano transitate per lo specifico ufficio
        nº 240 persone, di cui 184 in stato di arresto, 5 in stato di fermo e 14 denunciate in
        stato di libertà. Le altre persone sono state solamente fotosegnalate per identificazione
        e quindi rilasciate.
 La stampa. Al fine di acquisire elementi di riscontro alle dichiarazioni
        riportate da diversi organi d'informazione, che riferiscono violenze subite da persone
        arrestate o fermate e condotte all'interno della caserma Nino Bixio di Bolzaneto, è stato
        sentito (omissis) che ha consegnato copia del brogliaccio di segnalamento e di un album
        fotografico riportante le fotografie dei soggetti sottoposti ai rilievi segnaletici (all.
        910) L'esame dall'album fotografico evidenzia, nella stragrande maggioranza, volti
        piuttosto sereni ad eccezione di quelli di cui all'allegato elenco (all.11) che presentano
        contusioni, lesioni o medicazioni per alcune delle quali sono state redatte brevi schede
        biografiche (all. 12). Dall'esame della rassegna stampa acquisita si rileva, inoltre, che
        13 persone (all. 13) hanno rilasciato direttamente e/o indirettamente dichiarazioni
        relative a presunti maltrattamenti subiti nella struttura «trattazione arrestati» del VI
        Reparto Mobile (Bolzaneto).
 (...) Da quanto sinteticamente illustrato in precedenza consegue l'impossibilità, al
        momento, di riferire specifici atti di violenza alla responsabilità degli operanti, in
        assenza di elementi obiettivi e concordanti per riscontrare quanto riportato dagli organi
        di stampa.
 Valutazioni finali. Dall'esame degli atti acquisiti, dalle audizioni
        personali e dalle risultanze dell'eseguito sopralluogo presso l'ufficio trattazione
        fermati emerge per ora:
 a) una totale e inequivocabile carenza del momento organizzativo e gestionale
        dell'emergenza.
 b) la mancanza di pregnanti e puntuali direttive organizzative, gestionali di dettaglio.
 c) l'assenza di controlli all'intera struttura di Bolzaneto da parte del personale
        dirigenziale e direttivo per tutto il periodo del suo funzionamento.
 d) la mancanza di una doverosa e necessaria sinergia fra i corpi che hanno, invece,
        operato come «corpi separati».
 e) il sistema di afflusso dei fermati, presso la caserma di Bolzaneto, e della trattazione
        degli atti di p.g. appare farraginoso ed estremamente polverizzato con conseguenti tempi
        morti e allungamento dei tempi di trattazione.
 f) perplessità sono emerse sulla correttezza della compilazione dei verbali d'arresto
        redatti, in molti casi, in maniera sommaria e senza l'indicazione dello stato di salute
        degli arrestati anche quando costoro presentavano vistosi segni di alterazione delle
        condizioni fisiche.
 g) l'allestimento, all'interno del VI Reparto Mobile della specifica struttura, non appare
        una scelta adeguatamente valutata.
 In base alle risultanze emerse non appare possibile confermare quanto riportato dagli
        organi d'informazione circa violenze fisiche o psicologiche nei confronti degli arrestati
        custoditi nella struttura appositamente allestita presso la sede del VI Reparto Mobile di
        Genova (Bolzaneto). D'altra parte risulta estremamente difficile, al momento, individuare
        precise responsabilità personali anche a causa delle condizioni fisiche di quasi tutti i
        fermati determinate dagli scontri o dalla perquisizione subita, e del disastro
        organizzativo che ha frammentato compiti e responsabilità dell'apparato operativo.
        Tuttavia, a parte il lungo e pesante disagio sopportato dai fermati per l'espletamento
        delle pratiche di rito, non può escludersi il verificarsi di episodici atti di rudezza
        facilitati dalla situazione di estrema tensione e dalle numerose e pesanti ore di lavoro
        accumulate dal personale. Inoltre la rigidità delle procedure d'identificazione
        (perquisizione personale, visita medica, ecc:) eseguite sia dal personale operante della
        Polizia di Stato sia da quello della Polizia Penitenziaria hanno certamente aggravato le
        già precarie condizioni fisiche dei fermati che provenivano dagli scontri di piazza o
        dalla perquisizione eseguita nella scuola ex Diaz. Infine, l'attribuzione di singoli atti
        di violenza fisica o psicologica potrà essere facilitata, in ambito giudiziario, potendo
        disporre di dati obiettivi ed elementi di riscontro, compresi i referti medici della
        Polizia Penitenziaria.
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