Addio Sasà.... Il saluto
dell'Anpi Roma a Rosario Bentivegna
E morto il 2 aprile 2012, nella sua abitazione romana, Rosario
Bentivegna, 89 anni, detto Sasà, nato a Roma il 22 giugno 1922, ex partigiano,
protagonista della guerra di liberazione a Roma e in Italia, medaglia d'argento della
Resistenza.
Con lui se ne va una delle più luminose figure
dellantifascismo di Roma e dItalia.
Studente in medicina venne arrestato per attività
antifascista nel 1941, divenendo poi Comandante dei Gruppi Armati Patriottici (GAP)
Carlo Pisacane del Pci a Roma fino alla liberazione della capitale nel giugno
1944.
Proseguì il suo impegno antifascista ed
internazionalista in Jugoslavia, dove venne inviato come vice-commissario politico delle
Brigate Garibaldi in Montenegro.
Insignito della medaglia di bronzo e della
medaglia dargento al Valor Militare dal Presidente del Consiglio De Gasperi, tornò
alla vita civile in qualità di medico del lavoro impegnato nella salvaguardia delle
condizioni di salute dei lavoratori.
Rosario Bentivegna non ha mai amato essere
definito un eroe, ha sempre rifuggito quella retorica celebrativa con la quale a suo
giudizio la Resistenza veniva cristallizzata come un monumento di quelli che poi si
dimenticano. Ha sempre preferito raccontare la Lotta di Liberazione nella sua
dimensione umana, soffermandosi sui tormenti, sulle sofferenze, sui drammi interiori e sui
dubbi, ma anche sugli entusiasmi giovanili e sulle ingenuità di quelle donne e quegli
uomini che, come lui, avevano fatto la scelta dolorosa e carica delletica della
responsabilità di impugnare le armi nella lotta al fascismo internazionale.
Uomo profondamente colto e dotato di una
straordinaria carica di sensibilità lascia in eredità il rigore e la coerenza di una
lotta per la libertà, la democrazia e luguaglianza che ne ha segnato in modo
indelebile il cammino umano e politico.
Nel suo ultimo libro Senza fare di
necessità virtù aveva rivendicato una volta di più la giustezza della scelta
della lotta armata contro il nazifascismo assumendosi in prima persona la responsabilità
delle azioni armate contro gli occupanti nazisti ed i collaboratori fascisti. Io a
Via Rasella ci sono stato perché ci volevo stare ha scritto Bentivegna- ci sono
sempre rimasto e ci sono ancora.
Questo il testamento civile di un uomo che aveva
scelto di essere un comunista e un combattente nel 1938 perché voleva la pace e la
giustizia sociale, perché voleva essere libero e vivere nella democrazia.
Domani mattina 4 aprile alle 10,30 sarà aperta al pubblico la camera ardente
allestita presso la "Sala della Pace della Provincia di Roma.
Proposta dell'Anpi Roma:
"Intitolare una strada della capitale a Rosario Bentivegna, Eroe della
Resistenza"
Il comunicato dell'Anpi nazionale su Bentivegna
Il comunicato dell'Anpi Roma Lazio su Bentivegna
Le dichiarazioni del Presidente Napolitano e
di Rendina, Pacifici, Zingaretti e Nassi
Il ricordo di Mario Avagliano su "Il Messaggero"
Intervista a Michela Ponzani su via Rasella
Intervista a Mario Fiorentini: "Via Rasella non fu un attentato ma un
atto di guerra" |