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Le SS Italiane

PRIMO DE LAZZARI, "LE SS ITALIANE" (I ventimila che giurarono fedeltà a Hitler), Teti editore, Milano, 2002 (seconda edizione)

di Arrigo Boldrini

Il tempo che passa tende ad affievolire la memoria dei fatti cruciali di cui furono teatro il nostro Paese e l’Europa negli ai dal 1943 al ’45. Fatti terribili, devastanti, che mutarono radicalmente i destini di popoli e individui. E’ vitale che la memoria storica sopravviva, che le passioni e le vicende vissute da milioni di persone non siano patrimonio dei soli protagonisti, ma si trasmettano alle generazioni successive come un viatico della memoria storica , di consapevolezza, di formazione delle coscienze. Sono soprattutto i giovani che devono conoscere senza mortificanti revisioni la Storia del secolo appena passato per colmare le carenze d’informazione della scuola e le distorsioni strumentali. E’ quanto si propone – a mio parere – anche questa Antologia, frutto di una rigorosa ricerca storiografica che affronta in modo originale un argomento scarsamente studiato e conosciuto : quello dei legionari delle SS italiane.

Perché tanti italiani - circa ventimila – nel vortice del conflitto che insanguinò la nostra Patria, giurarono fedeltà alla Germania nazista, ponendosi agli ordini di Adolf Hitler ? Anch’essi si schierarono con il suo esercito, spesso partecipando ai suoi atroci eccidi di civili inermi, donne, vecchi, bambini, neonati, sacerdoti, perpetrati in molte località, per la cui elencazione completa sono necessarie intere pagine. Qui basti ricordare Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, Vinca, Boves, Madonna dell’Albero Ravenna, Fucecchio, Caiazzo, Bellona, Capistrello, Lanciano, Pietransieri, Bardine San Terenzio, Leonessa, Rionero in Vulture, Cumiana, Certosa di Farneta, Vecchiazzano, San Leonardo al Frigido, Bettole Vezzano, Isola Liri, Collelungo, Blera, Ponti della Valle, Acerra, Montefosco, Mondragone, Meina, Vignanello, Boville Ernica, Sparanise, Fornelli, Cerignola, Forno Massa Carrara , Filetto, Ruviano, Patrica, Casaluce Caserta , Bitetto, Nola, Barletta, Conca Campania, Onna Paganica, Muina Ovaro. E il massacro – dopo la resa – di migliaia di soldati italiani a Cefalonia e Corfù, la deportazione di seicentomila militari italiani nei campi di prigionia e nei lager di sterminio della Germania, l’annessione di fatto alla Germania di intere province italiane ( Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume, Belluno, Trento , Bolzano ) mediante la creazione del Litorale Adriatico e dell’ Aklpenvorland governate direttamente da due alti ufficiali tedeschi..

Che cosa animava e ipnotizzava gli uomini delle SS italiane se non un’idelogia maligna ? Chi erano questi ventimila armati , organizzati da militari fanatici e agli ordini di ufficiali tedeschi, non pochi autopromossi sul campo con gradi inesistenti e ammiratori del nazismo germanico ? Che cosa li spingeva a combattere una guerra già persa, tradendo di fatto e di diritto il proprio Paese ? Di questo, infatti, furono accusati durante i processi dell’immediato dopoguerra. Questa fu la loro imputazione in base alle leggi vigenti : "Collaborazionismo col tedesco invasore" . Pochi, salvo casi sporadici, subirono sanzioni e pene anche se rei confessi di crimini. L’amnistia deliberata dal Governo - di cui si tratta anche in queste pagine - spalancò loro le porte del carcere , ottennero libertà e diritti civili. Fu un atto significativo di clemenza nell’interesse dell’unità nazionale, ma deciso non senza travaglio e profondi contrasti.

A chi visse il tragico tempo dei fatti evocati, la lettura sarà utile per meditare. I più giovani, speriamo trovino in queste pagine intense e documentate nuovi stimoli per la conoscenza, l’approfondimento e la discussione di argomenti mai affrontati dalla Scuola , che interessano ancor oggi il futuro del nostro Paese inserito in un nuovo e pacifico assetto europeo. (dall’Introduzione)

 

percorsi in rete:

pallanimred.gif (323 byte) Il sito di Primo De Lazzari



 

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